

Quanti di Voi si sono già chiesti se abbattere tutti gli alberi sia più sicuro oppure o no?
Oppure per esempio abbassare quelli troppo alti?
O ridurre quelli ampi o troppo sviluppati?
Eliminare grosse branche o grossi rami per ridurne il peso?
Sarebbe una buona idea sostituirli tutti con arbusti alti non più di un metro, per esempio.
Ecco, se vi siete mai posti queste domande allora vuol dire che avete proprio bisogno di un consulente esperto perché non avete la benchè minima idea di cosa sia un albero e le sue esigenze ed ogni vostra decisione può essere davvero disastrosa, prima per voi, poi per gli altri e infine per il vostro albero.’
Purtroppo, devo confessarVi, che oggi la maggioranza di coloro che hanno la responsabilità degli alberi, sia Pubblici che Privati, chiedono ai loro operatori interventi quanto più drastici possibili ignari del fatto che proprio questi interventi sbilanciano e rendono pericolosi gli alberi cittadini.
I nostri alberi vengono sottoposti a continue, inutili e costose potature che si traducono in FERITE, ELIMINAZIONE DI ORGANI VEGETALI NECESSARI, SOTTRAZIONE DI SOSTANZE DI RISERVA E SPESSO ANCHE DI RADICI ( che anche i bambini sanno che servono per l’ancoraggio) causando danni enormi agli alberi, indebolendoli sempre più, che sotto l’azione delle grandi raffiche di vento purtroppo cedono causando danni e talvolta anche peggio.
Quante radici strappate e danneggiate dal passaggio di cavi, di tubi, di sottoservizi stradali, dal rifacimento delle pavimentazioni, da lavori edili eseguiti in prossimità di alberi senza alcun rispetto e precauzioni, ho già visto e riscontro ogni giorno.
Quante potature errate eseguite non, nel rispetto delle esigenze botaniche della specie ma per tutt’altri motivi e in periodi non più adatti.
Purtroppo i nostri alberi sono sottoposti continuamente (anche 4 in un anno) a tagli di potature (quasi sempre eccessivi) con periodi poi di totale abbandono negli anni successivi, creando danni alla stabilità degli stessi, l’albero deciduo, dopo un eccessiva potatura o capitozzatura, aumenta il tasso di crescita, nel tentativo di rimpiazzare rapidamente la superficie fogliare perduta, necessaria per fornire nutrimento al fusto ed alle radici, senza rallentare la crescita fino a quando non avrà raggiunto più o meno la stessa grandezza di prima della capitozzatura: vale a dire pochi anni, inoltre il fatto di trovarsi in un ambiente urbano rende ciò tutto più difficile.
Le potature vanno sì eseguite ma solo sul secco, sul danneggiato. Una potatura corretta prevede massimo l’asportazione del 25% della chioma e mai oltre.
Una potatura ben fatta e corretta NON SI VEDE!. Se la potatura è riconoscibile è dunque sbagliata perché ha modificato l’aspetto e dunque l’assetto fisiologico e morfologico dell’albero. BOCCIATELA!
La pratica perversa delle continue potature degli alberi – ha ormai assunto una diffusione allarmante, confermandosi la principale minaccia per gli alberi delle città, riducendone drammaticamente la longevità e trasformandoli in fonti di rischio in aree ad alta densità. L’importanza degli alberi per l’ecologia urbana e globale, comincia solo ora ad essere pienamente conosciuta ed apprezzata.
Questo “risveglio” non è però ancora supportato da una adeguata educazione del pubblico e da chiare politiche amministrative in grado di assicurare la sopravvivenza degli alberi e la nostra stessa incolumità. Un albero capitozzato o mal potato deve essere “fatto e rifatto” ogni pochi anni – ed eventualmente rimosso quando muore, non può essere abbandonato a se stesso per anni. Ogni volta che una branca viene tagliata, numerosi germogli lunghi e magri (chiamati succhioni o rami epicormici) crescono rapidamente per rimpiazzarla. Questi dovranno venire tagliati e ritagliati, ma ricresceranno sempre l’anno successivo, rendendo il lavoro esponenzialmente più difficile.
Un albero potato correttamente resta “a posto” a lungo, perchè dopo la potatura non è stimolato ad una massiccia ricrescita. La potatura corretta esalta la salute e la bellezza dell’albero e, nel lungo termine, risulta essere molto meno costosa. La potatura deve garantire la successione armonica dei rami. La capitozzatura è il danno più serio che si possa infliggere ad un albero.
Secondo quanto sostiene Alex Shigo, noto scienziato ed “inventore” della moderna arboricoltura, venuto a mancare nell’Ottobre del 2006, “pesanti e ripetute capitozzature possono generare colonne interne di legno cariato, il cui malefico effetto si manifesterà solo anni dopo, in coincidenza con periodi siccitosi o altri stress”
Eppure basterebbe pensare che gli alberi essendo molto più antichi dell’uomo e vivendo tutta la loro vita all’aperto dovrebbero conoscere il “mondo” e le sue insidie meglio di noi.
Sbalzi termici, radiazioni solari, condizioni climatiche avverse compresi i forti venti (che spaventano noi ma gli alberi no), sono tutte conoscenze che gli alberi hanno già e sanno come attuare le loro difese.
Le loro forme architettoniche, il loro sviluppo naturale, la loro crescita sono il risultato di modelli matematici, di equazioni perfette. Un Albero infatti è il risultato di un perfetto bilanciamento di forze fisiche in continuo equilibrio dinamico tra di loro dove l’assetto morfologico viene modificato alle continue variazioni e sollecitazioni esterne cui l’albero è sottoposto.
Dunque l’albero è tutt’altro che un soggetto statico bensì un soggetto dinamico continuamente attivo.
Invece di chiudere i parchi (come ha fatto la città di Roma sabato 23 e domenica 24 febbraio) o intervenire drasticamente con operazioni inutili, dannose e costose sarebbe necessario sottoporre le piante del territorio cittadino a periodici e ricorrenti controlli della stabilità, con metodo VTA (Visual Tree Assessment), che comporta un’attenta analisi visiva dell’albero e successivi approfondimenti con eventuali strumenti particolari (martello elettronico, resistograph, frattometro) che permettono di individuare un’eventuale degenerazione dei tessuti legnosi.
Al momento il V.T.A. è la tecnica di analisi che garantisce maggiore affidabilità e migliore facilità di applicazione consentendo di individuare situazioni di rischio potenziale non visibili esternamente. Lo schianto (caduta) di alberi, al di là di eventi eccezionali, è prevalentemente causato da fenomeni di degradazione del legno o dell’apparato radicale, che sono attribuibili alla presenza di marciumi derivati da funghi agenti di carie. Poiché non è possibile curare la pianta, le uniche strade percorribili per evitare la diffusione dei marciumi del legno sono la prevenzione (gestione corretta degli alberi e tutela da danni per scavi e cantieri), un costante monitoraggio dello stato di salute degli alberi e qualora ci siano situazioni di decadimento avanzato, l’intervento tempestivo con potature di messa in sicurezza o abbattimenti“
Ricordatevi ogni albero che si schianta è sicuramente un albero che è stato mal gestito, seriamente danneggiato e poco o mai seriamente controllato!