CORTE DI APPELLO ~ TRIESTE ~

CRIMINOLOGA URSULA FRANCO interessante intervista in esclusiva per Le Cronache Lucane, 2 marzo 2019

Dott.ssa URSULA FRANCO medico criminologa

Giosuè Ruotolo è stato arrestato il 7 marzo 2016 per il duplice efferato omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza, uccisi da 6 colpi d’arma da fuoco nel parcheggio della palestra di pesistica dove Trifone si allenava, è stato poi processato e condannato in primo e secondo grado all’ergastolo. 

TRIFONE & TERESA
  • Dottoressa Franco, lei analizzò le due brevi interviste rilasciate dal Ruotolo poco dopo il duplice omicidio, che può dirci?

Nelle due interviste Ruotolo non ha negato in modo credibile di aver ucciso Trifone e Teresa. Non solo non ha mai negato spontaneamente ma non ha neanche provato a ripetere a pappagallo la frase della giornalista che lo imboccava cercando di fargli dire che non era stato lui a commettere il duplice omicidio; è stato evasivo; si è collocato di continuo nel “gruppo” nel tentativo di far passare il messaggio che anche la sera del duplice omicidio non fosse solo e ha poi mentito affermando che andava d’accordo con Trifone mentre le indagini hanno appurato che Giosuè e Trifone ebbero una pesante discussione culminata in una scazzottata.

  • Dottoressa Franco, perché Ruotolo non ha confessato?

Perché è incapace di provare senso di colpa e rimorso.

  • Dottoressa Franco che cosa ha spinto Giosuè Ruotolo a commettere il duplice omicidio?

Lo ripeto, solo spiegandosi l’omicidio di Teresa Costanza, che non è casuale, si arriva al movente dell’omicidio del Ragone. Il fatto che Giosuè Ruotolo abbia ucciso anche la Costanza ci permette di escludere che lo stesso abbia premeditato il duplice omicidio per paura di essere denunciato da Trifone o perché fosse in competizione con lui. Giosuè Ruotolo avrebbe potuto uccidere Trifone Ragone mentre era solo, pertanto non ha ucciso la sua compagna, Teresa Costanza, perché la donna si trovava per caso con lui quella sera, ma perché la odiava in quanto la viveva come una rivale, e ha ucciso Trifone perché si percepiva come un innamorato respinto.
È probabile che ci sia stato un contatto sessuale tra il Ruotolo e il Ragone, anche solo scherzoso da parte di Trifone; dopo quel contatto Giosuè si era illuso e si è sentito “tradito” da Trifone quando questi ha mostrato di essere innamorato di Teresa ed è andato a vivere con lei. Giosuè ha quindi provato a distruggere il rapporto tra Teresa e Trifone inviando alla donna alcuni messaggi su Facebook e in seguito ha deciso di lavare con il sangue l’offesa che sentiva di aver patito.

  • Uno degli interrogativi cruciali che si è posto chi indagava su Giosuè Ruotolo è se vi fossero stati o meno stalli liberi nel parcheggio della palestra dove furono trucidati Trifone Ragone e Teresa Costanza nel momento in cui lui vi giunse con la sua Audi A3, può chiarirci questa storia degli stalli?

Certo che c’erano stalli liberi. Giosuè Ruotolo non ha mai detto che tutti gli stalli del parcheggio della palestra fossero occupati; quando Ruotolo, insieme ai PM, ha ripercorso il tragitto della sera dell’omicidio di Trifone e Teresa, una volta giunto nel parcheggio dove è avvenuto l’efferato delitto, ha ammesso tra le righe che la sera del duplice omicidio ci fossero stalli liberi: ”(…) e qua ho girato… mi sono messo dove sta quest’auto grigia più o meno qui, qui, c’erano… volevo posto qui avanti e non c’erano, ho atteso un po’, ho acceso lo stereo… non avevo posti per parcheggiare (…)”, in poche parole Ruotolo ha detto ai PM Pier Umberto Vallerin e Matteo Campagnaro che non vi erano posti liberi nell’area dove lui aveva intenzione di parcheggiare la macchina.

CORTE DI APPELLO TRIESTE

È chiaro che questa circostanza lo incastra e prova che non era sua intenzione parcheggiare l’auto per poi andare in palestra ma semplicemente lasciarla in seconda fila per poter scappare più facilmente dopo aver ucciso Trifone e Teresa.

 

Chi mente spesso tende a riferire una parziale verità in quanto è più facile del fabbricare una elaborata menzogna. Ruotolo non ha detto ai PM Pier Umberto Vallerin e Matteo Campagnaro che non vi fossero posti liberi nel parcheggio ma “volevo posto qui avanti e non c’erano”, ovvero ha riferito ai PM che non c’erano posti liberi dove lui aveva intenzione di parcheggiare la macchina. Quando poi il Ruotolo ha aggiunto “non avevo posti per parcheggiare” ha fatto riferimento sempre all’area precisa del parcheggio da lui prescelta, non al parcheggio in toto. Ruotolo, limitandosi a parlare di un’area ristretta del parcheggio, ha evitato lo stress che gli avrebbe prodotto il riferire una menzogna ovvero che non c’erano stalli liberi in tutto il parcheggio.

  • Secondo lei è vero che Giosuè chiese 25 euro alla madre di Trifone dopo l’omicidio del figlio?

Non ci sono ragioni per cui la madre della vittima avrebbe dovuto mentire su questo fatto, tra l’altro c’è un testimone, un collega del Ragone e di Ruotolo, che, accortosi della richiesta fuori luogo, allontanò Giosuè. In ogni caso in una email ad una trasmissione televisiva scritta dal Ruotolo nell’intento di smentire la richiesta egli non fa che confermarla. Quando Ruotolo scrive: ~.. Sopratutto sono dispiaciuto per una mia presunta richiesta di 25€ alla famiglia Ragone che mi sarebbero stati dovuti per il saldo di un pregresso debito del mio commilitone Trifone ~, non solo ci conferma la sua richiesta con “mia presunta richiesta” ma ne spiega pure il motivo.

  • Come è possibile che un soggetto coinvolto in un duplice omicidio così efferato si preoccupi di riavere 25 euro?

Probabilmente il rapporto di Giosuè con i soldi è patologico e la sua necessità di riprendersi i pochi euro che aveva prestato al Ragone l’ha indotto a sottovalutare il fatto che con quella richiesta poteva esporsi a critiche e destare sospetti, il Ruotolo non ha valutato i rischi/benefici a causa dei suoi problemi psichici.

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