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TAV mozione congiunta Lega-M5S «Ridiscutere integralmente il progetto»

Il M5S ha salvato Salvini dal processo, e la Lega in cambio ha sposato la posizione dei Cinquestelle contro la TAV!

Ridiscutere integralmente il progetto della Tav Torino-Lione: è quanto chiede una mozione congiunta di Lega e M5S, presentata alla camera e firmata dai capigruppo dei due partiti di governo Riccardo Molinari e Francesco D’Uva. La mozione impegna il governo a una «frenata» nell’applicazione dell’accordo con la Francia per la costruzione del tunnel transalpino ma è stata immediatamente letta come «do ut des» tra i due partiti di governo poiché giunge l’indomani del voto (anche dei pentastellati) che ha stoppato il processo a carico di Matteo Salvini per la vicenda della nave Diciotti. Forza Italia e Pd hanno subito letto in questo senso la mozione mentre il sistema delle imprese «pro Tav» hanno chiesto l’immediato ritiro della mozione. Il documento dovrebbe essere discusso a Montecitorio già domani, giovedì.

Il M5S ha salvato Salvini dal processo, e la Lega in cambio ha sposato la posizione dei Cinquestelle contro la TAV!

Salvini ha infatti ceduto su tutta la linea: la mozione della maggioranza sulla Torino-Lione impegna infatti il governo a rivedere completamente l’opera, ignorando quindi il tracciato concordato con l’Europa e i territori coinvolti, gli accordi internazionali assunti e la legge approvata dal Parlamento italiano.

Con questa mozione insomma si palesa chiaramente lo scambio tra il No alla Tav e la non autorizzazione a procedere sul caso Diciotti.

Il «do ut des» La mozione fa riferimento all’analisi costi benefici voluta dal ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli secondo la quale la Torino-Lione sarebbe una linea «in perdita». Un’analisi che però tanto il governo francese quanto la Ue hanno dichiarato di non voler prendere in considerazione. La mozione Lega-M5S chiede «un’allocazione delle risorse più efficiente per supportare il procedimento decisionale, con cognizione di causa, se attuare o meno una proposta di investimento o se optare per eventuali alternative».

«La Lega, avuta in regalo l’assoluzione di Salvini, decide di bloccare la Tav. Dà un calcio alla propria propaganda, alle promesse e alle manifestazioni. Il progetto viene ridiscusso integralmente. L’Italia butta via miliardi, sviluppo, posti di lavoro. Per un processo scansato. Per una poltrona salvata.» scrive su twitter il deputato del Pd Emanuele Fiano. E Matteo Renzi arriva addirittura a parlare un «voto di scambio» Salvini-Di Maio.

Chiamparino: «Pietra tombale sull’opera» Durissimo il commento del presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino: «Alla luce delle dichiarazioni di ieri del rappresentante della Ue che chiedeva di fare in fretta nell’avvio dei bandi, questo vuol dire una sola cosa: se la maggioranza approverà questa mozione, sarà come mettere una pietra tombale sulla Torino-Lione» ha scritto in una nota Chiamparino. «La Lega svela il suo vero volto – aggiunge – non a caso dopo il salvataggio del ministro dell’Interno da parte dei cinquestelle».

La frenata di Telt

L’Italia aveva già ottenuto due giorni fa un colpo di freno al cantiere: nel corso del consiglio di amministrazione di Telt (la società italo-francese a cui è affidata la realizzazione della linea) era stato deciso di rinviare il bando per l’assegnazione di circa 2 miliardi di lavori proprio per le incertezze manifestate dal governo di Roma. La Ue dal canto suo ha già avvertito che proseguendo sulla strada dei rinvii l’Italia rischia di dover restituire finanziamenti per la Tav che le sono già stati assegnati. Un eventuale ritiro dall’opera dovrebbe passare inoltre per un voto sia del parlamento francese che di quello italiano, poiché siamo di fronte a un trattato internazionale. Ma dal momento che i francesi non sembrano intenzionati a recedere dalla Tav , l’Italia andrebbe incontro a un arbitrato internazionale con il rischio di dover pagare indennizzi alti al governo di Parigi, alla Ue e alle imprese. Fino a pochi giorni fa la Tav era uno dei motivi di frattura tra i due partner di governo: favorevole la lega, contrari i grillini.

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