Attualità

LEGGIERI CONTRO LA NOMINA DI MAROTTA

Acquedotto Lucano ha un “vecchio” direttore generale

Gerardo Marotta è il nuovo direttore di Al. “Voglio ricordare – spiega il consigliere regionale del M5S, Gianni Leggieri – che Marotta ha già ricoperto dal 2005 al 2015 l’incarico di direttore generale di Acquedotto Lucano, la più grande azienda pubblica della Basilicata e tra le principali utility del Mezzogiorno nella gestione del sistema idrico integrato. Ricorco anche che il capitale sociale è attualmente detenuto dalla Regione e da 119 Comuni che hanno versato simbolicamente un euro per ciascun residente, quindi parliamo di una società ago della bilancia nella spartizione di potere in atto da decenni nella nostra regione, e che si è accentuata nelle ultime settimane, nonostante il regime di prorogatio e la legislatura abbondantemente scaduta”. Ed in effetti la società dal 16 maggio 2018 è guidata dall’amministratore unico Giandomenico Marchese. La sua candidatura fu presentata da venti sindaci in rappresentanza del 70% dell’assemblea, oltre che dall’ormai ex Presidente Marcello Pittella: “che in questo modo – rincara la dose Leggieri – decise di affidare Acquedotto Lucano proprio a uno dei suoi direttori generali.
Rileggendo a ritroso la storia dell’ultimo anno della società, sembra che il cerchio si stia chiudendo, a meno di due mesi dalle elezioni regionali sembra che per il PD e soci l’occupazione delle postazioni di potere, sia diventata l’unico obiettivo, affinché si mantenga in piedi il Sistema. Ricordo anche le ultime nomine dei direttori generali nella Sanità lucana”. Per l’esponente pentastellato venosino: “Il gattopardismo lucano – conclude Leggieri – è quindi in piena attività, ma i cittadini lucani ‪il 24 marzo‬ questa volta spezzeranno questo cerchio vizioso, scegliendo il vero cambiamento. Si rassegnino i cortigiani e gli incensatori seriali, tra cui esponenti politici, amministratori locali e sindaci che in questi giorni stanno cercando di ingraziarsi il favore del loro “dominus” per mantenere i propri privilegi, ignorando ancora una volta il grido di dolore della società lucana”.

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