Il governatore fresco di dimissioni Marcello Pittella è in campagna elettorale col Pd per il bis in Regione. Sta limando il suo primo discorso ufficiale da ricandidato governatore, ma mentre scrive la mano gli trema. Sulla sua scrivania l’occhio va all’udienza dal Riesame Ter a Potenza per il 29 gennaio quando i giudici a si pronunceranno per l’ennesima volta sul divieto di dimora nel capoluogo disposto per l’inchiesta Sanitopoli. Lavora dietro le quinte e temendo un nuovo verdetto negativo sonda il terreno elettorale con i fedelissimi suoi seguaci. I primi a rispondere all’appello, con dichiarazione del tenore grazie Marcello per tutto, sono stati i soliti noti: Vito Giuzio, Mario Polese e Vincenzo Robortella. Stranamente, ma poi neanche così tanto se si pensa alle cene e cenette raccontate a suo tempo dal Roma, si sono uniti al coro dei grazie anche il sindacato Uil e il sindaco di Potenza Dario De Luca. De Luca che sta dichiaratamente con Leu di Speranza che è contro Pittella, ma che personalmente continua a tendere mani a Pittella e al Pd. Del resto il sindaco politicamente di nessuno è riuscito a portare avanti il suo mandato proprio grazie a intrecci politici del genere. Tornando a Pittella, dato il Riesame Ter, la strategia elettorale attuale prevede l’uscita di quante più possibili attestazioni di stima indotte come preludio al suo discorso. Il Pd lucano si conferma caso particolarmente emblematico dei paradossi dell’ambiguità politica. Esibisce allo stesso tempo potere e vulnerabilità di un partito appiattito sui desiderata di Pittella che devono fare i conti con le varie vicende giudiziarie, passate e in corso, vedi Rimborsopoli e Sanitopoli