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ROSSELLA MURONI : UN GESTO DI CORAGGIO IN NOME DELL’UMANITA’

Rossella Muroni: uno scudo umano contro la crudeltà e l’indifferenza della politica cattiva – Contro il gesto coraggioso della deputata di LeU gli insulti indecenti di un Paese alla rovescia

Rossella Muroni, deputata di Liberi e Uguali
Castelnuovo, quel gesto di coraggio in nome dell’umanità
Si è piazzata davanti a un pullman con a bordo i migranti impedendone l’uscita dal Cara dove oggi sono in corso nuovi trasferimenti in vista della chiusura del centro di accoglienza alle porte di Roma. Protagonista Rossella Muroni, deputata di Liberi e Uguali. Il gesto simbolico è stato accolto con un applauso da un gruppo di persone presenti fuori dalla struttura.

 

«Civiltà. Vogliamo che l’ Italia resti un Paese civile. Uno stato di diritto deve garantire la destinazione e un’ accoglienza adeguata. Sui pullman che partono da Castelnuovo di Porto ci sono bambini, donne e uomini. Vogliamo sapere dove vanno e cosa troveranno al loro arrivo. Questo è quello che ho chiesto. Sono persone cui dobbiamo offrire tutta la nostra umanità». Si è espressa così dai suoi profili social la parlamentare di Leu che questa mattina con grande coraggio si è opposta fisicamente allo sgombero del cara di Castelnuovo di Porto.

 

E ancora: «Siano rese note le destinazioni dei migranti e il governo riferisca in aula sullo sgombero del Cara di Castelnuovo di Porto. I migranti che il ministro della paura Salvini ha deciso di trasferire sono persone e hanno il diritto di sapere dove saranno portati e che condizioni troveranno. Per questo stamattina ho bloccato un pullman che usciva dal centro».

E continua: «Come noto ho criticato aspramente e da subito il cosiddetto decreto Sicurezza voluto da Salvini che tanta parte gioca nella vicenda, ma qui metto in discussione il metodo. Visto che la decisione di sgomberare e chiudere il centro è stata presa. Gli ospiti però devono essere adeguatamente informati. Ricordo che l’ operazione è partita con un preavviso di sole 24 ore e senza dare notizie ai migranti che vivono nel centro. Per questo già ieri avevamo chiesto che il governo venisse a riferire in Aula sull’ accaduto. Richiesta che ribadiamo. Non dimentichiamoci di essere un Paese civile».

E chiude con una provocazione: «Con la chiusura del centro resteranno senza lavoro gli operatori della cooperativa che lo gestisce. Vorrei avere garanzie anche sul loro ricollocamento. Oppure “prima gli italiani” è solo uno slogan elettorale?».

Le immagini del momento in cui la Muroni si oppone all’uscita del pullman

Cardinale Bassetti: «O sapremo accogliere o sarà un conflitto perenne»

Da Panama, dove si trova per partecipare alla XXXIV Giornata mondiale della gioventù, il cardinale Gualtiero Bassetti ha commentato al Sir: «Se non si riscopre il concetto di umanità e la logica del Samaritano, per cui l’altro che sta ai margini della strada per un motivo o per un altro è un altro me stesso e ha le stesse necessità umane che ho io, non si risolveranno mai i problemi: nè con leggi più strette nè con leggi più larghe. L’umanità: l’altro è un altro me stesso». «Il problema dell’immigrazione – osserva il presidente della Cei – è un fatto non contingenziale, cioè di un momento o di un’epoca. È un fatto strutturale». «Aveva ragione il card. Scola quando diceva che la nostra società va verso un meticciato», prosegue Bassetti che mette in guardia: «O noi sapremo accogliere, sapremo integrare, sapremo accompagnare o, altrimenti, sarà un conflitto perenne. Non c’è altra alternativa: o ponti – e il Papa e la Chiesa in questo momento stanno lanciando ponti nei confronti di chiunque – e dialogo – come aveva detto Giovanni XXIII – oppure muri e scontro». «O l’umanità va verso una pace per tutti gli uomini o sarà il conflitto, la distruzione». Per il cardinale, «i politici devono essere sempre lungimiranti. Guardare quello che sarà dopo, saper cogliere i segni dei tempi – cosa succederà fra uno, due o tre anni». «Non si può fare soltanto la politica dell’immediato, altrimenti davvero si perde il senso della storia. La storia cammina, la primavera viene, diceva La Pira. Ma se non colgo i segni di questa primavera è terribile perché mi costringo a rimanere nell’inverno».

Il Tavolo Asilo nazionale: sconcerto e indignazione

Il Tavolo Asilo nazionale composto da A Buon Diritto, ACLI, ActionAid, Amnesty International Italia, ARCI, ASGI, Associazione Papa Giovanni XXIII, Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli, CIR, CNCA, Comunità di Sant’Egidio, Emergency, Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Intersos, Legambiente, Mèdicins du Monde Missione Italia, Medici per i Diritti Umani, Medici Senza Frontiere, Oxfam Italia, Save the Children, Senza Confine ha espresso «sconcerto e indignazione. Ancora una volta stanno emergendo le contraddizioni e l’inadeguatezza delle misure adottate nella gestione dell’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Con brevissimo preavviso, ad oltre 300 persone ospiti del centro, tra cui 14 minorenni, è stato comunicato che saranno obbligate a lasciare la struttura entro il 31 gennaio. I primi trasferimenti fuori regione sono iniziati già ieri e continueranno nei prossimi giorni, senza tener conto dei percorsi d’inclusione, scolastici, lavorativi e di formazione, intrapresi. Tra gli ospiti del centro, inoltre, ci sono uomini e donne ai quali, a causa del trasferimento, sarà impedito di proseguire i percorsi di riabilitazione e di cura per le violenze subite in Libia. Non tutti, però, troveranno accoglienza altrove: sono circa 150 i titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari ai quali la legge non garantisce alcuna soluzione alternativa e che rischiano di finire nella marginalità, lasciati per strada, tra questi diversi vulnerabili. Spiace costatare che ancora una volta non è tenuto in alcuna considerazione l’interesse delle persone e delle comunità coinvolte». «Facciamo appello al Presidente del Consiglio, al Governo e al Parlamento – oltre che alle istituzioni locali – affinchè sia garantita a tutte le persone coinvolte una valutazione individuale dei percorsi di integrazione avviati ai fini del trasferimento in strutture nel territorio e non fuori regione; che sia garantita a tutti i minorenni iscritti a scuola la continuità del percorso di istruzione e che nessuno sia lasciato per strada»

 

Cara di Castelnuovo di Porto, Rossella Muroni: «Ho bloccato il pullman per difendere i loro diritti»
L’intervista alla deputata di Leu ed ex presidente di Legambiente che ieri ha deciso di bloccare personalmente uno dei mezzi che stavano trasferendo i profughi. «Sono intervenuta quando ho capito che la destinazione non era nota neanche a chi veniva spostato»

Rossella Muroni, già presidente di Legambiente oggi deputata di Leu, ieri ha bloccato l’uscita di un pullman con i migranti che stavano lasciando il C.a.r.a di Castelnuovo di Porto. La deputata si è messa davanti al pullman in uscita dal centro fra gli applausi della folla presente. Su twitter sono circolate diverse foto della parlamentare, ritratta davanti al mezzo appena fuori dal cancello. La vicenda ha avuto una vasta eco, anche in Parlamento, e sarà seguita da un interrogazione parlamentare. Ne abbiamo parlato direttamente con la protagonista.

 


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C’è chi oggi sulla stampa la definisce la novella Rivoltosa Sconosciuta di piazza Tienanmen e chi invece ironizza dicendo che ha solo bloccato il mezzo per pochi minuti per farsi pubblicità. Come sono andate davvero le cose?
Sono stata avvisata dal circolo locale di Legambiente della situazione a Castelnuovo di Porto. Così prima ho fatto u intervento in aula chiedendo la Governo di venire a riferire. Dopo di ché sono andata ieri mattina per vedere con i miei occhi cosa succedeva. Il gesto di fermare il pullman è nato spontaneamente quando ho capito che le persone a bordo non spessero dove stavano andando. Nessuna Tienanmen. Ma non direi che sia una questione su cui ironizzare

Quello che lei ha sottolineato più volte è che il problema non è l’atto in sé del trasferimento ma di come viene effettuato questo trasferimento…
Esattamente. Il problema è che queste persone non sanno dove vengono portate. È importante che non si stabilisca un precedente. Il sapere dove vieni tradotto e per quale motivo è un diritto costituzionale. Evidentemente non acquisito e garantito. Quando si dice che i cittadini chiedono ordine rimango perplesso: ristabiliamo l’ordine senza rispettare i diritti? Vogliamo dire a queste persone dove avranno il domicilio così da poterlo comunicare ai propri avvocati e congiunti?

Perché hai sottolineato il fatto che su quel mezzo c’erano bambini con disagio e donne vittime di violenza?
Perché stando lì ho scoperto chi erano le persone sul mezzo. Le loro storie. Così ho parlato con i funzionari della questura, che stavano facendo, sia chiaro, un ottimo lavoro, per sincerarmi che a loro fosse nota la storia di ciascun passeggero

E perché è importante questo?
Perché a ciascuna storia corrisponde una struttura e un percorso. È importante. Un diritto violato per una persona è un diritto violato per tutti.

Ieri hai dichiarato che il Decreto Sicurezza crea un grave danno occupazionale. Perché?
Ieri sul posto c’erano anche i 107 lavoratori della cooperativa Auxilium che dal primo di febbraio si troveranno senza lavoro. Io credo che anche questo sia un tema di riflessione da parte di Governo e Mise. Smontare un sistema significa farsi carico delle conseguenze. Tra queste ci sono i lavoratori che si trovnao disoccupati. Rispondere con il refrain delle coop rosse che sfruttano i migranti è ridicolo. Questi signori sono cittadini italiani che svolgono un lavoro regolare sulla base di un capitolato fornito dal Ministero dell’Interno. Fanno quello che il Ministero ha chiesto loro.

Adesso cosa pensa di fare?
Sicuramente faremo un’interrogazione parlamentare. Ci siamo poi attivati con le associazioni, in primo luogo Difesa Donna, ActionAid e A Buon diritto per accompagnare e aiutare queste persone. La cosa per noi più importante è che ci sia visibilità su tutto questo. la più grande sconfitta è che queste persone diventino invisibili a norma di legge.

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