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MUORE UN 15ENNE ALL’UMBERTO I DI ROMA PER MENINGITE : NON ERA VACCINATO

La profilassi, ha reso noto l’assessorato alla Sanità della Regione Lazio, è stata estesa anche preso la scuola frequentata dal ragazzo ed è stato contattato il Miur per estenderla pure alle persone entrate in contatto con il giovane attraverso uno stage formativo svoltosi nei giorni scorsi.

Meningite, muore 15enne romano all’Umberto I: non era vaccinato

Fonte : Nuovo Quotidiano di Puglia

Aveva 15 anni ed era uno studente dell’Istituto alberghiero Amerigo Vespucci a Roma: colpito da meningite, il ragazzo è morto ieri nel reparto di terapia intensiva pediatrica del Policlinico Umberto I a poche ore dal ricovero.

Immediatamente sono scattate le procedure di profilassi per i familiari e gli amici che erano stati in contatto con lui. Cordoglio e vicinanza alla famiglia è stata espressa dal ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. 

Tra gli agenti batterici che causano la meningite – a causa della quale è oggi morto un ragazzo di 15 anni a Roma – il più temuto è Neisseria meningitidis (meningococco), oltre a Streptococcus pneumoniae (pneumococco) e Haemophilus influenzae. Del meningococco esistono diversi sierogruppi: A, B, C, Y, W135, X. Ma con la vaccinazione è possibile difendersi.

Ecco i consigli pubblicati sul sito dell’Istituto superiore di sanità (Iss): –
I BATTERI PIÙ AGGRESSIVI: il più aggressivo è il meningococco di sierogruppo C, che insieme al B è il più frequente in Italia e in Europa. Secondo l’ISS, nel 2015 si sono verificati in Italia quasi 200 casi di malattia invasiva da meningococco, la maggior parte dei quali causati dai sierogrupppi B e C. –

I PIÙ A RISCHIO: bambini piccoli e gli adolescenti, ma anche i giovani adulti, sono a rischio più elevato. Per quanto riguarda il sierogruppo B, la maggior parte dei casi si concentra fra i bambini più piccoli, sotto l’anno di età. –

I VACCINI A DISPOSIZIONE: esistono tre tipi di vaccino anti-meningococco: il vaccino coniugato contro il meningococco di sierogruppo C (MenC) è il più frequentemente utilizzato, e protegge solo dal sierotipo C; il vaccino coniugato tetravalente, che protegge dai sierogruppi A, C, W e Y; il vaccino contro il meningococco di tipo B, che protegge esclusivamente contro questo sierogruppo. –

OBBLIGATORI O RACCOMANDATI: alcuni vaccini sono già raccomandati ed offerti gratuitamente, ma non sono obbligatori. La scheda vaccinale attualmente in vigore prevede la vaccinazione anti meningococco C nei bambini che abbiano compiuto un anno di età, mentre è consigliato un richiamo con vaccino tetravalente per gli adolescenti. Il vaccino tetravalente coniugato anti-meningococco A,C,Y,W, è consigliato anche per gli adolescenti che non sono stati vaccinati da piccoli, e dovrebbe comunque essere somministrato a chi si reca in Paesi ove sono presenti i sierogruppi di meningococco contenuti nel vaccino. Il vaccino contro il meningococco B è attualmente offerto in alcune regioni nel primo anno di età. La vaccinazione contro il meningococco C è gratuita e prevede una sola dose a 13 mesi. Per il resto l’offerta vaccinale varia da Regione a Regione. –

NEGLI ADOLESCENTI VA FATTA LA VACCINAZIONE?: la vaccinazione contro il meningococco C, o meglio il vaccino tetravalente, è certamente consigliabile per gli adolescenti, in quanto rientrano tra le categorie a maggiore rischio di contagio, sebbene limitato rispetto ad altre malattie infettive molto più contagiose come influenza e morbillo. Per chi è stato vaccinato da bambino al momento non è previsto alcun richiamo, anche se è comunque consigliabile effettuarlo. In alcune Regioni il richiamo nell’adolescenza è già stato inserito in calendario e il vaccino è offerto gratuitamente.

La profilassi, ha reso noto l’assessorato alla Sanità della Regione Lazio, è stata estesa anche preso la scuola frequentata dal ragazzo ed è stato contattato il Miur per estenderla pure alle persone entrate in contatto con il giovane attraverso uno stage formativo svoltosi nei giorni scorsi.

Si attendono ora gli esiti degli esami per l’identificazione del sierotipo del meningococco, che saranno eseguiti all’Istituto nazionale per le malattie infettive Inmi-Spallanzani. Il ragazzo non risulta essere stato vaccinato per la meningite, malattia dovuta all’infiammazione delle membrane che rivestono il cervello (le meningi) provocando gravi sintomi neurologici che possono portare alla morte. Proprio gli adolescenti, sottolinea l’epidemiologo dell’Università di Pisa PierLuigi Lopalco, «sono una fascia a rischio per quanto riguarda la meningite da meningococco, ma sono disponibili vaccini per tutti i ceppi che sono efficaci e sicuri. Purtroppo in questa fascia di età il rischio c’è, anche se non è così alto come sembra, si parla di un caso ogni centomila abitanti, mentre nei bambini è più alto».     

La meningite è però prevenibile con la vaccinazione, che non è obbligatoria: in alcune regioni, spiega l’esperto, «è attiva l’offerta vaccinale gratuita anche agli adolescenti. Questo dipende dalla disponibilità economica delle singole Regioni. Se la propria regione non lo offre, si può comunque chiedere il vaccino al proprio medico di base e farlo privatamente». La scheda vaccinale attualmente in vigore prevede la vaccinazione anti meningococco C nei bambini che abbiano compiuto un anno di età, mentre è consigliato un richiamo per gli adolescenti. La meningite può essere provocata sia da batteri sia da virus: quella più temibile è quella batterica dovuta principalmente ai germi emofilo tipo B, pneumococco e meningococco. Può dunque essere determinata da germi assai vari che colpiscono in maniera episodica, difficilmente prevedibile, attraverso portatori sani, la cui identificazione è importantissima per sviluppare azioni di contenimento.

Ogni anno, in Italia si registrano circa 300 casi della tipologia più grave, mentre la letalità è di circa il 10% nei casi dovuti a pneumococco e del 12% nei casi da meningococco, che aumenta al 23% nel caso in cui il ceppo di meningococco sia il C. Il consiglio, afferma anche l’ex presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Walter Ricciardi, «è dunque quello di vaccinare sia i bambini sia gli adolescenti che non lo siano già. Come Iss ed io personalmente – rileva – avevamo suggerito l’obbligatorietà anche per il vaccino anti-meningite nell’ambito della legge sull’obbligo vaccinale per l’iscrizione a scuola. Così non è stato ma l’offerta di tale vaccinazione dovrebbe comunque essere attiva e gratuita in tutte le regioni, anche se nella pratica ciò non accade». La meningite, conclude Ricciardi, «resta una malattia endemica e va ribadito che, a livello individuale, è prevenibile solo con la vaccinazione»​

Sintomi della meningite, come riconoscerli subito
di Maria Novella Fabbri

E’ la malattia del sistema nervoso per antonomasia, ecco quali sono i sintomi della meningite, come riconoscerli subito. La meningite è tra tutte le malattie che conosciamo, forse quella che più spaventa e fa paura a noi genitori, soprattutto quando la stampa amplifica i decessi dovuti a questa infezione.

Purtroppo nei bambini la meningite provoco conseguenze più gravi rispetto agli adulti. La mortalità si aggira attorno all’8% e le complicazioni, con conseguenti danni permanenti sono del 35%. Ecco perché è importante la prevenzione. Riuscire a capire in poco tempo, che potrebbe non essere ad esempio una semplice influenza, salva la vita del bambino. Scopriamo insieme quali sono i sintomi della meningite, come riconoscerli subito.

Meningite

La meningite è una malattia causata da virus, batteri e funghi, che infiammano le meningi, membrane protettive di cervello e midollo spinale. Esiste anche la meningite non infettiva, ovvero una meningite causata ad esempio da farmaci. La meningite virale è la più comune e normalmente non ha gravi conseguenze, il soggetto colpito guarisce nel giro di 10 giorni.

La meningite batterica è fortunatamente quella più rara, ma anche quella più grave, che può portare anche alla morte del soggetto. Infine, quella causata da funghi è tipica delle persone con scarse difese immunitarie e per questi soggetti può essere mortale. Il batterio più temuto è il Neisseria meningitidis omeningococco, del quale fanno parte diversi sierogruppi A, B, C, Y, W135 e raramente X. In Italia i sierogruppi B e C sono i più frequenti. Anche lo Streptococcus pneumoniae o pneumococco può causare la meningite.

Come si trasmette la meningite? Tramite stretto e prolungato contatto con l’infezione, attraverso le goccioline di saliva o il muco. Il soggetto infetto tramite tosse o starnuti può infatti trasmettere la malattia, ma considerate che l’eventuale virus o batterio non supera i due metri. E non è detto che essere stati a contatto con questi patogeni, vuol dire meningite!

Sintomi meningite bambini

I più piccoli sono i soggetti più colpiti, ma questo non è valido per tutte le fasce di età, scopriamo quali sono e vediamo i sintomi della meningite bambini. La fascia più colpita è quella che va dal primo al quinto anno di età, con un picco massimo verso il primo anno. Poi c’è una seconda fascia legata all’adolescenza, tra i 15 e i 16 anni ed una terza tra i 24 e i 25.

I sintomi più comuni della meningite sono tre:

febbre alta

forte mal di testa

rigidità del collo

Accanto a questi più comuni, ce ne sono altri come nausea, vomito e stanchezza, che sono tipici di una comune influenza, ma che comunque se persistenti possono essere un buon campanello di allarme. In alcuni casi, i soggetti colpiti da meningite avvertono anche un fastidio alla luce e un battito cardiaco rallentato. Se la meningite è causata dal meningococco, sul corpo compaiono delle macchie di colore rosso. Nei neonati la fontanella al centro della testa, in caso di contrazione del virus, si gonfia.

Purtroppo oltre al vaccino, non esiste alcun tipo di prevenzione. Si può evitare di stare in spazi stretti con tante persone sconosciute e con poco ricambio di aria, bisogna lavarsi le mani spesso ed ovviamente in caso di soggetti malati prendere tutte le precauzioni. Tuttavia in caso di dubbio, mai aspettare, è altamente consigliato andare immediatamente dal proprio pediatra o in ospedale, in modo di effettuare una diagnosi precisa, ed eventualmente poter iniziare una tempestiva cura, per salvare la vita al soggetto.

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