«Mai venduto alcun pc al consigliere regionale Aurelio Pace». È questo uno dei clamorosi aggiornamenti del processo “Scontrinopoli”. Nel maxi faldone dell’inchiesta “Scontrinopoli” sulle spese pazze, tra il 2011 e il 2012, alla Provincia di Potenza gli investigatori hanno inserito come documento sospetto anche un giustificativo presentato dall’attuale consigliere regionale Aurelio Pace, riportante la cifra di 350 euro. Teoricamente, l’avverbio non è casuale, quei soldi sarebbero stati spesi per l’acquisto di un computer. A Pace viene contestata l’illegittimità del rimborso in quanto, come da impianto accusatorio, al consigliere è stato rimborsato con soldi pubblici un personal computer mai comprato. La fattura in questione è del marzo del 2012. Il pm Soave ha incassato punti con semplici domande chirurgiche senza neanche troppo incalzare i testimoni. Pace si era rivolto a Computer Point, estranea alle accuse, per richiedere un «preventivo per la fornitura di computer». Preventivo che gli è stato prodotto e che alla voce costo prevedeva la spesa di 350 euro. Come è stato ribadito in aula dal negoziante «non c’è stata però nessuna fornitura reale di pc, ma solo l’emissione di un preventivo». Non è tutto, vi è dell’altro. In quanto nella stessa udienza si è approfondito il tema di un’altra fattura sospetta riconducibile al consigliere  Aurelio Pace di contrada Dragonetti. È quella del marzo del 2011 per mille e 80 euro. Soldi rimborsati forse per un comizio in località Carciuso frazione di Filiano. Uno dei titolari della società che gestiva il ristorante Tiger Music non ha però saputo giustificare il documento. Anche perché la ditta aveva chiuso due anni prima dell’emissione della fattura. Gli altri gestori del locale avvicendatisi negli anni hanno, invece, proprio disconosciuto il documento. Oltre Aurelio Pace gli altri imputati sono: i due attuali sindaci di Venosa e San Fele, rispettivamente Tommaso Gammone e Donato Sperduto, il  sindaco di Pignola, Gerardo Ferretti e infine Giuseppe Di Leo.

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