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URSULA FRANCO : ANALISI CRIMINOLOGICA SULLA MORTE DEL MARESCIALLO LICIA GIOIA

La procura di Siracusa ha recentemente chiesto il rinvio a giudizio di Francesco Ferrari per omicidio volontario. Francesco Ferrari ha 45 anni ed è un poliziotto tuttora in servizio alla Questura di Siracusa.

Il maresciallo dei carabinieri Licia Gioia è morta nella notte tra il 27 e il 28 febbraio 2017 dopo essere stata attinta da un colpo d’arma da fuoco alla testa.

Licia Gioia si trovava nella camera della villetta di Contrada Isola che divideva con il marito, il poliziotto Francesco Ferrari.

La procura di Siracusa ha recentemente chiesto il rinvio a giudizio di Francesco Ferrari per omicidio volontario. Francesco Ferrari ha 45 anni ed è un poliziotto tuttora in servizio alla Questura di Siracusa.

Il Ferrari in precedenza era stato accusato di istigazione al suicidio e di omicidio colposo. Il caso è stato trattato dalla trasmissione Chi l’ha visto? ed alcuni giornali hanno pubblicato parte degli atti di indagine.

 

La Dott.ssa URSULA FRANCO sul caso “morte del maresciallo Licia Gioia” effettua una analisi criminologica

I RAPPORTI TRA I DUE CONIUGI

Il maresciallo Licia Gioia non era contenta della propria vita coniugale. Almeno tre soggetti lo hanno riferito ai giornalisti: un’amica di Licia, il vicino di casa dei coniugi Licia Gioia e Francesco Ferrari e la madre di Licia.

A) Un’amica della donna alla quale una giornalista di Chi l’ha visto? ha chiesto se Licia fosse cambiata da quando si era sposata ha detto: “Allora era cambiata, litigavano, li abbiamo visti litigare per strada eee… però era sempre lei molto agitata».

B) La stessa giornalista di Chi l’ha visto? ha intervistato un vicino. Di seguito lo scambio tra i due:

Vicino: “Loro litigavano e poi andavano a correre insieme”.

Giornalista: “Quindi era…”

Vicino: “Quindi non c’era …”

Giornalista: “… un rapporto burrascoso… intenso”.

Vicino: “Esatto… non c’era nulla che potesse far pensare a tutto quello che poi in realtà si è verificato”.

Giornalista: “Però litigavano… questo…”

Vicino: “E questo lo dicono tutti, potete girare ovunque, ogni giorno c’era una discussione”.

Giornalista: “Lui ci ha detto di no però… che non litigavano”.

Vicino: “Guardi, si sentiva solo lei, lui non si sentiva”.

C) Donata Gioia la madre di Licia durante la puntata di Chi l’ha visto? del 12 dicembre 2018 ha detto a Federica Sciarelli:

Madre: “Ma mia figlia… lui continua a dire che mia figlia era gelosa ma mia figlia non lo era gelosa, mia figlia lamentava il comportamento del marito che non era idoneo e consono per essere un marito…”

Padre: “C’era mancanza di rispetto”.

Madre: “… mancanza di rispetto che aveva nei confronti di mia figlia, questo lei lamentava. Lei proprio lamentava proprio il fatto che lui non avesse rispetto nei suoi confronti, non aveva un comportamento da marito, questo lamentava mia figlia”.

STRALCI DAI VERBALI DELL’ISPETTORE FRANCESCO FERRARI RESI PUBBLICI DAI MEDIA

Riguardo alla giornata del 27 febbraio 2017 Francesco Ferrari ha dichiarato: “Dalla mattina alle 8:00, quando di consueto ci siamo preparati per accompagnare il bambino a scuola e poi accompagnare mia moglie in ufficio, mia moglie si era turbata ed era iniziata una discussione a causa del fatto che io dovevo partecipare alle esequie del mio ex cognato che si sarebbero svolte nel pomeriggio. Preciso che questo fatto di avere rapporti, sia pure per motivi giustificati, con la famiglia della mia ex moglie turbava moltissimo mia moglie al punto che ripetutamente vi erano discussioni in famiglia perché lei era ossessionata dal fatto che non si era potuto recidere, a suo dire, il legame con la famiglia di sangue della mia ex moglie. Comunque siamo usciti di casa, abbiamo prima accompagnato mio figlio e poi siamo passati dalla caserma dove prestava servizio mia moglie. Preciso che per tutta la mattinata ci siamo scambiati messaggi su whatsapp il cui contenuto era sempre lo stesso, cioè che mia moglie pretendeva che io non avessi nessun rapporto diretto né con la mia ex moglie né con i suoi familiari”.

Francesco Ferrari: “Preciso che mia moglie aveva manifestato oltre a qualche gesto autolesionisti, del tipo sbattere la testa al muro, aveva più di una volta minacciato di suicidarsi sempre con il gesto della pistola, in un caso addirittura nella pubblica via ebbi modo di filmare un breve video con il cellulare nel quale si vedeva lei prostrata a terra con gli occhi sgranati, con la pistola che io le avevo sottratto e nascosto con la mano dietro la mia spalla, con una mossa che era stata notata da alcuni bambini che erano scappati. Preciso che io feci questo filmato con l’intento di farlo visionare a Licia quando fosse ritornata in sé per rendersi conto di come si riduceva in qualche episodio”.

Francesco Ferrari: “Mia moglie mi ha mandato una foto inquietante che ritrova lei stessa in una posizione tale da fare ingenerare la possibilità che si potesse gettare da una scogliera… in quanto nella foto si vedevano i piedi di mia moglie e il dirlo a mare con i flutti… io mi sono preoccupato e mi sono premurato di andare verso il luogo dove poteva trovarsi…”.

Se i racconti del Ferrari venissero confermati da eventuali testimoni o dai dati informatici, nei comportamenti del maresciallo Licia Gioia si potrebbe riconoscere un quadro denominato Attention Seeking Behavior.

Generalmente un Attention Seeker è un soggetto immaturo con una bassa autostima. A volte è la gelosia a scatenare questi comportamenti, comportamenti manipolatori che possono divenire estremi.

I FATTI RELATIVI ALLA NOTTE TRA IL 27 E IL 28 FEBBRAIO 2017

La giornalista di Chi l’ha visto? ha riferito che la sera del 27 febbraio 2017, Licia Gioia e Francesco Ferrari comprarono dei panini per cena ma che Licia, dopo che i due coniugi giunsero a casa, rimase in auto e non cenò con il marito. Un comportamento che, se confermato, rientrerebbe nell’ambito dell’Attention Seeking Behavior e sarebbe pertanto compatibile con la successiva minaccia di suicidio.

LA MORTE DI LICIA GIOIA

Il racconto che Francesco Ferrari ha fatto riguardo alla dinamica della morte di Licia Gioia è sostenuto in toto dalle risultanze medico legali.

Poco dopo la mezzanotte, Licia Gioia si è puntata l’arma alla testa e ha minacciato di suicidarsi e mentre il marito, Francesco Ferrari, cercava di disarmarla, sono partiti due colpi, uno dei quali, quello mortale, l’ha attinta alla testa e l’altro al gluteo. Il fatto che il colpo non sia stato esploso a bruciapelo, ma da circa 25 cm di distanza, prova che il Ferrari tentò di allontanare l’arma dalla testa della moglie e che proprio in quel frangente partì il primo colpo, cui seguì un secondo colpo circa dieci secondi dopo. Il secondo colpo ci conferma che quei due colpi partirono in una situazione concitata, il Ferrari è infatti un poliziotto abituato a maneggiare armi e se l’arma fosse stata nelle sue mani non sarebbe partito nessun secondo colpo.

Vista la dinamica dell’incidente è pertanto chiaro che quando Licia Gioia è stata attinta dal colpo mortale “non era in una posizione usuale per un soggetto che intenda suicidarsi ma era in una posizione scomoda e innaturale”, così come affermato dal medico legale, non perché il marito l’abbia uccisa ma perché il colpo è partito mentre il Ferrari stava cercando di disarmarla. Lo provano la ridotta distanza dalla quale è stato esploso il colpo e le analisi dei tamponi usati per rilevare tracce di polvere da sparo che sono stati eseguiti sulle mani dei due coniugi e che hanno dato esito positivo in entrambi i casi. Questa dinamica spiega anche la presenza di polvere da sparo sulla mano sinistra della Gioia, la donna infatti cercò di allontanare il Ferrari che intendeva disarmarla con l’unica mano libera, la sinistra, in quanto nella destra impugnava l’arma.

Dai verbali di Francesco Ferrari: “Subito dopo, sarà passato mezzo secondo, un tempo molto ristretto, io ho cercato di togliere la pistola dalle mani di mia moglie portandola via dalla testa e in quel momento è partito il secondo colpo che ha colpito me e alla gamba mia moglie. Preciso in sede di verbalizzazione che il colpo è partito quando ho posizionato la pistola ancora nelle mani di mia moglie, sul letto. Ritengo che materialmente a spingere il grilletto sia stato il dito di mia moglie, anche perché la mia mano sinistra era posizionata sopra il carrello mentre la mia mano destra era libera”.

Durante l’incidente Francesco Ferrari si trovava di fronte alla moglie e provò a disarmarla con la mano sinistra, per questo motivo non solo non riuscì nel suo intento ma fece partire un secondo colpo che attinse Licia al gluteo e lui al ginocchio.

Quel secondo colpo, in accordo con le risultanze medico legali, è stato esploso quando Licia era ormai morta, quindi dopo “non meno di dieci secondi” dal primo. La prova che Licia fosse ormai morta quando è stata attinta dal secondo colpo ce la forniscono la mancanza di vitalità delle ferite provocate dal secondo colpo, infatti, sempre in accordo con le osservazioni del medico legale “il gluteo e la parte di pigiama corrispondente della Gioia presentavano scarse tracce ematiche”.

Se l’arma fosse stata nelle mani del Ferrari non sarebbe partito nessun secondo colpo, essendo il Ferrari un soggetto abituato a maneggiare una pistola ma soprattutto il proiettile non avrebbe avuto quella traiettoria.

Pertanto le risultanze medico legali permettono di escludere il suicidio vero e proprio e confermano il racconto del marito, Licia Gioia è morta in seguito ad un incidente, l’unica alternativa al suicidio non è infatti l’omicidio volontario.

Peraltro il Ferrari non aveva alcun motivo di desiderare la morte della moglie mentre la Gioia non era contenta del proprio matrimonio e quella stessa sera si era trattenuta in auto e non aveva cenato con il marito, un comportamento compatibile con la successiva minaccia di suicidio.

Il fatto che Francesco Ferrari sia risultato positivo al tampone (stub) per la ricerca di residui di polvere da sparo significa che dopo l’incidente non si lavò le mani, un dato che ci conferma che l’ispettore ha detto la verità. Se infatti l’omicidio fosse stato volontario la prima cosa che avrebbe fatto il Ferrari sarebbe stata lavarsi ripetutamente le mani prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. La casistica insegna.

 

 

L’ARMA USATA

L’arma da cui sono partiti i colpi era la pistola in dotazione al maresciallo Licia Gioia, non quella in dotazione all’ispettore Francesco Ferrari, pertanto si può logicamente inferire che sia stata proprio la Gioia a tirar fuori la pistola e a puntarsela alla testa.

Se il Ferrari avesse ucciso la Gioia in un momento di rabbia avrebbe usato la propria arma e non si sarebbe certo servito di quella della moglie che peraltro, da quanto è trapelato, la donna era abituata a tenere scarica. In ogni caso, a prescindere dalle abitudini del maresciallo Licia Gioia, l’ispettore Francesco Ferrari non poteva sapere se quella sera la pistola fosse carica o meno.

Le due foto inviate dal maresciallo Licia Gioia al marito Francesco Ferrari poche ore prima della sua morte: nella prima foto – come si legge nella relazione del Nucleo Investigativo Telematico – si vede la pistola di ordinanza, una Beretta calibro 9 parabellum, con il cane armato e priva di sicura e si legge: “Stronzo addio”; nella seconda foto si vedono un precipizio a strapiombo sul mare e un piede sospeso nel vuoto e si legge “Ho due opzioni” (SIRACUSAPOST)

Dopo l’incidente il Ferrari chiamò la sua ex moglie perché prelevasse il loro figlio minore, questo atteggiamento protettivo del Ferrari nei confronti del bambino ci permette di escludere che sia stato lui a tirar fuori l’arma in dotazione a sua moglie Licia Gioia.

I COMPORTAMENTI TENUTI DA FRANCESCO FERRARI DOPO L’INCIDENTE NON HANNO UNA SPIEGAZIONE UNIVOCA

– Il fatto che il Ferrari abbia un’altra compagna non prova certo che non amasse sua moglie né tantomeno lo rende un sospetto.

– Il Ferrari non parla con i suoceri semplicemente per il fatto che gli stessi hanno messo in dubbio la sua ricostruzione delll’incidente.

Di seguito uno scambio tra la giornalista di Chi l’ha visto? e il Ferrari:

Giornalista: “Loro (i genitori di Licia) sono molto delusi, sai”.

Francesco Ferrari: “Sì, anche io sono molto deluso perché io pensavo chee… facessero squadra intorno a me in questo momento, come io voglio fare intorno a loro, insomma, quindi non… siamo più o meno nella stessa… situazione”.

Infine non sono certamente di supporto all’ipotesi omicidiaria né il fatto che la Gioia avesse cucinato una torta alla cioccolata per il Ferrari e suo figlio né che il maresciallo si fosse lavata i denti o si fosse messa la crema né che avesse predisposto un programma settimanale delle proprie attività, estetista, massaggi e una cena. La casistica relativa ai suicidi docet.

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