DOMANI IL “MAZZOLA DAY”
Il complesso sportiva di via Roma intitolato al mai dimenticato campione
DOMENICA IL “MAZZOLA DAY”
di Leonardo Pisani
Domenica 16 dicembre sarà il Mazzola Day a Potenza, tutto pronto per onorare il mito di generazioni di potentini e lucani. Rocco avrà intitolato un complesso sportivo, lui che quando iniziò a tirare di boxe, in una Potenza distrutta dai bombardamenti, non aveva una palestra, ma uno scantinato o una stanza offerta da una piccolo albergo.: senza docce, senza sacconi, senza riscaldamento Tutto in tempo record, a sei anni dalla scomparsa del campione italiano. Grazie all’impegno di una comunità e alla sensibilità del Prefetto di Potenza. Lo spiega uno dei protagonisti, il consigliere comunale Piero Calò. «Il tutto è nato da una chiacchierata con Tiziana (la figlia del grande Rocco Mazzola) davanti ad una tazza di caffè, dove mi diceva di fortemente volere ricordare il papà in qualche maniera!!da li parte l’idea di intitolazione di una palestra.. – spiega il consigliere comunale Piero Calò- Parlo con il Sindaco Dario De Luca che immediatamente accoglie con estremo piacere la mia proposta!! Attivo la macchina organizzativa: Presento una mozione come capogruppo del Partito “Popolari Uniti” e immediatamente sottoscritta dai colleghi Iudicello, Andretta, Scarano, Meccarielloe Sagarese ma condivisa dall’intero consiglio comunale. Il problema nasce quando non essendo trascorsi i 10 anni necessari per poter procedere, l’assessore Rocco Pergola ha provveduto a presentare la richiesta al prefetto che puntualmente l’ha autorizzata. [13:15, C’è un particolare che vorrei sottolineare: il 16 dicembre 2015 è iniziato il percorso, il 16 dicembre casualmente avviene L’intitolazione!! Un grazie all’assessore allo Sport Valeria Errico. E poi ringrazio te Leonardo, le tue interlocuzioni e il tuo impegno, sei stato un grande». La cerimonia domenica alle ore 11, con il Primo Cittadino Dario De Luca, presente la figlia Tiziana, il vice presidente del Consiglio regionale della Basilicata Michele Napoli, l’assessora allo sport Valeria Errico e il sottoscritto. Il complesso sportivo di via Roma si chiamerà Rocco Mazzola e una gigantografia lo mostrerà all’ingresso.
Ricordo una della ultime volte che l’incontrai, Il vecchio pugile mi guardò, e mi disse «In Germania me l’hanno fregato il titolo. Ancora oggi, quando ci penso mi viene da piangere». Dortmund, undici aprile 1959, sul ring per l’incontro principale valevole per il titolo europeo dei mediomassimi l’invitto campione Erich Schoppner, un vincitore del possente peso massimo Henry Cooper, quello che mise al tappeto Cassius Clay, e lo sfidante Rocco Mazzola, già campione italiano dei mediomassimi. L’italiano di Potenza era nettamente sfavorito, ma sul ring le cose andarono diversamente: dodici riprese combattute sino all’ultimo secondo, poi i verdetti dei giudici ed il teutonico rimane campione europeo. Basta guadare i filmati dell’epoca e notare lo sconcerto del pubblico, tutti tedeschi ovviamente: molti avevano visto Mazzola vincitore. Compreso un talentuoso pugile della nazionale tedesca dilettanti, Joschi Karoli. Ora l’anziano pugile abita a Bad Homburg, vicino Francoforte,parlando con Domenico Friolo, un potentino emigrato in Germania raccontò la sua ammirazione per Mazzola, dicendo che in quell’incontro il lucano avesse smesso di usare un braccio per attaccare, e pensò: parole sue, ad un infortunio taciuto. Per Umberto Branchini, il più grande manager italiano, Rocco aveva vinto,sulla stampa specializzata uscì un giudizio. l’italiano aveva perso per la troppa cavalleria, il tedesco invece boxe duro e “sporco”. Mazzola può essere considerato “campione morale d’Europa” ma ancor più il “Campione dei lucani”. Basta quel passaggio di “Rocco e i suoi fratelli” per comprenderlo: Come ti chiami ? chiede l’allenatore di boxe Cerri (Paolo Stoppa) Rocco risponde il giovane (Alain Delon) .- Come Rocco Mazzola; porta fortuna;sei lucano pure tu… Nella scena prima c’era proprio lui nella palestra il campione italiano mediomassimi e massimi in giacca e cravatta che da consigli ai giovani pugili, con la sua classica guardia destra. Visconti tra gli interpreti volle anche il campione potentino per tessere ancora di più il legame tra la Lucania ed il film, dove la boxe aveva un ruolo fondamentale . Rocco oggi avrebbe compiuto 86 anni, era nato a Potenza il 20 ottobre 1932. Ci ha lasciati il 18 marzo 2012; una bravissima persona sempre sorridente ed un ottimo pugile; da ricordare sempre . E Potenza, la sua città, la città che amava lo ricorderà con un gesto di amore e orgoglio. Finalmente Rocco Mazzola avrà intitolato un luogo pubblico, un plesso sportivo. La cerimonia domenica 16 dicembre alle ore 11. Rocco ne sarebbe contento, lui che iniziò a imparare la boxe senza una palestra, grazie al miracolo che l’allenatore Silvio Nocera fece in una Potenza post bellica quando dalla strada creò una delle più forti società di boxe italiane con campioni come Franco Blasi, Bonito, Finizio, Armento, i fratelli Messina e lui il gigante buono Rocchino Mazzola. Dal nulla ed in una stanza senza grandi attrezzature sportive. Rocchino è stato il campione delle genti delle Terre di Basilicata. «Leonà. il titolo europeo me l’hann fregat.» Me lo diceva spesso. Aveva ragione, una cosa non potranno togliere a Rocco Mazzola: era l’orgoglio di quei tanti lucani, umili, poveri, scappati dalla Basilicata per sfuggire alla miseria. Era un simbolo per loro, era uno di loro che ce l’hanno fatta. .Ed era un simbolo per chi era rimasto. Il campione che faceva parlare della Basilicata e di Potenza, con la potenza del suo sinistro. Siamo negli anni 50, Mazzola lascia il dilettantismo e emigra a Varese nella scuderia di Libero Cecchi, la guerra è finita da soli 10 anni, l’Italia sta risorgendo ma al Nord, il meridione è ancora più a sud del «Sud.» Mazzola merita quella intitolazione non perchè è passato alla storia della boxe nazionale per essere stato il settimo pugile italiano ad aver conquistato il titolo dei mediomassimi e massimi ; non perchè è stato uno dei più forti mediomassimi italiani della storia e ora sarebbe un campione mondiale. Mazzola merita una intitolazione pubblica perchè quegli anni del dopoguerra fu il simbolo di riscatto per tutti i lucani e per tutti i nostri emigranti. Fu un simbolo vero, un simbolo popolare, un uomo che anche nel suo massimo momento di gloria quando frequentava Tognazzi, Coppi, Visconti pensava sempre alla sua Potenza ed alla sua Basilicata. Sul pugile poi molto da dire, gli anni del Mazzola pugile erano formidabili con tanti campioni e tanti ottimi pugili e tanta concorrenza spietata : Rinaldi, Amonti, Baccheschi, D’Ottavio, Bacilieri, Cavicchi, Friso, Scarabellin, in Europa svettavano Erich Schoppner Bubi Scholz, erano i tempi di Archie Moore Harold Jonhson, nei massimi Marciano, Patterson, Ingemar Johansson e Liston. Non è poco, epoca di campioni nella boxe. Così lo ricorda l’immenso Sandro Mazzinghi, due volte mondiale dei superwelter quando chiesi di Rocco : «eccome se me lo ricordo, pugile di alto livello negli anni 50 io ero giovanissimo quando lui combatteva erano i tempi di mio fratello guido 1952/54/59 gran bel peso massimo io ero affascinato dalla boxe volevo diventare un campione come mio fratello guido e nella boxe vedevo la mia vita quindi seguivo tutti i migliori pugili dell’epoca come Mazzola che ricordo in un gran bel match nel 58 , incrociò i guantoni contro D’Ottavio a Saint. Vincent nel giugno del 1958…io ero li con mio fratello Guido, amico di scuderia di Rocco alla Ignis. Gran bel match grande campione con una tecnica e un movimento del tronco in scioltezza veramente ottima. Sono ricordi lontani di campioni di un passato che purtroppo nella boxe di oggi si stenta a vedere e ricordare». E nel mondo del pugilato anche i mancini non erano considerati bene; difficili da allenare, si cercava di mantenerli nella guardia ortodossa: si diceva che non piacevano al pubblico. Mazzola era un guardia destra e la sua boxe piaceva, tecnica fine e grande cuore; divenne un beniamino dei lucani e un pugile ammirato in Italia. Il valore del lucano si trova nel giudizio di Umberto Branchini, Il “Cardinale” considerava Mazzola quale il 9 mediomassimo italiano più forte mai esistito e lo descrive in questo modo: «Guardia Destra, abile e resistente, combatté anche fra i pesi massimi. Fu campione delle due categorie più pesanti, non conquistò il titolo europeo delle 175 libbre, perchè dovette incontrare il campione Schoppner in Germania», questo nel libro intervista l’Avventura curata da Mario Bruno. Raccontai questo giudizio a Rocco Mazzola, rimase colpito e commosso dal giudizio di un’autorità quale Branchini e un po’ amareggiato mi disse: «Il titolo europeo era mio». Emigrante anche lui, Rocco partì da pugile promettente, ma combatté sempre fuori casa- solo due volte a Potenza a fine carriera- dopo il pari con il bolognese Cavicchia Bologna, il pubblico tutto a favore dell’emiliano buttò bottiglie sul ring, a Roma contro il romano D’Ottavio al primo incontro per il titolo lo videro perdente i giudici, non il pubblico e la stampa specializzata. Mazzola giganteggia anche come sportivo corretto, compagno di scuderia all’Ignis del mediomassimo Calzavara, più anziano deve aspettare lunga trafila non potendo scavalcarlo . Calzavara, bel pugile ma inferiore a Rocco, vinse l’europeo. Mazzola no.