Cronaca

ORA PITTELLA CHIEDE LA LIBERTÀ

I legali del governatore, Cimadomo e Coppi, hanno pronta l’istanza per il Gip

Sono due i concetti chiave che emergono dalle 18 pagine della sentenza della Cassazione con la quale gli ermellini, pronunciandosi sul ricorso del governatore sospeso Marcello Pittella (difeso dai professori Donatello Cimadomo e Franco Coppi) hanno «annullato l’ordinanza impugnata con rinvio per nuovo esame al Tribunale di Potenza». In primis che il Riesame del capoluogo si è troppo “appiettito” sulle conclusioni del Gip di Matera racchiuse nella «genetica ordinanza» di Sanitopoli e in secondo luogo che l’accusa non ha fornito agli ermellini nella loro completezza tutti gli strumenti utili a valutare il «nesso eziologico» tra gli elementi probatori fino ad allora raccolti, perchè in quella fase le indagini erano ancora in corso e l’inchiesta era «in un fase magmatica», e la conferma dei domiciliari. Su tutti gli elementi che si possono enucleare dalle motivazioni della Cassazione uno emerge con più nitidezza: forse gli arresti domiciliari sono stati esagerati. Bastava il divieto di dimora a Potenza per far intervenire la Severino e far scattare la sospensione dell’incarico di governatore. Sulla reiterazione del reato la Cassazione dà una mano al Riesame e, pur accogliendo la censura della difesa di Pittella, in qualche modo lascia aperta la possibilità di una misura cautelare, anche se più blanda. I giudici di Potenza hanno «omesso di indicare gli elementi specifici dai quali desumere l’attualità del rischio di reiterazione dei reati nonostante la intervenuta sospensione dell’indagato dall’incarico ricoperto». Ad ogni modo i legali difensori del governatore in queste ore stanno valutando il deposito, che probabilmente verrà fatto in giornata, di nuova istanza al Gip, per chiedere la revoca del divieto di dimora, senza aspettare il Riesame. Che entro dieci giorni dal momento in cui riceve le carte da Roma dovrà pronunciarsi

Ferdinando Moliterni

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