realMENTE COSA C’È DIETRO I GILET GIALLI ?
L’obiettivo è infatti sempre quello delle elezioni europee di maggio 2019. Un obiettivo al quale tutte le forze politiche sovraniste e reazionarie del continente guardano con evidente bramosia e sete di potere.
MANUELA MANDELLI :
“Quanto è accaduto ieri a Parigi è di una gravità senza precedenti. La violenza espressa dai ‘casseurs’ ovvero da chi si è infiltrato nel movimento dei gilet gialli ed ha provocato distruzione, feriti, due morti e disordini senza precedenti senza tuttavia essere allontanata da chi invece protestava ‘pacificamente’, segna un punto di svolta nella protesta, giustificata o meno, di chi si sente deluso dall’establishment e dallo staus quo di quel Paese.
Ma è assurdo pensare che tutto questo abbia come unica causa l’aumento del prezzo del carburante deciso dal governo Macron. Qui si tratta, a mio parere, di ben altro; ovvero di un piano ben definito e organizzato da forze politiche antisistema che usano queste recriminazioni per abbattere l’attuale struttura degli Stati democratici europei e della stessa Europa.
L’obiettivo è infatti sempre quello delle elezioni europee di maggio 2019. Un obiettivo al quale tutte le forze politiche sovraniste e reazionarie del continente guardano con evidente bramosia e sete di potere.
Guardando le immagini dei disordini a Parigi pensavo alla assurdità di quanto vedevo: dai tempi degli attacchi terroristici in cui la solidarietà del mondo intero nei confronti della Francia era totale, una difesa senza se e senza ma di quei valori nati con la rivoluzione francese e che oggi sono alla base delle democrazie europee, ‘Libertè, Egalitè, Fraternitè’, si è passati alla dissoluzione rabbiosa, violenta, per nulla solidale di quegli stessi valori, alla profanazione vergognosa dei simboli stessi espressi da quelle parole.
No, tutto questo è permettetemi di dirlo, schifoso ed è da arginare a tutti i costi. E un giorno , quando questa ventata di follia che sta invadendo l’intero continente sarà passata, chi sta provocando questo degrado mentale e culturale della nostra gente dovrà renderne assolutamente conto.”
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Gilet gialli: un morto, oltre 100 feriti e 400 fermi. Governo pensa a stato d’emergenza
La vittima è un automobilista coinvolto in un tamponamento provocato da un blocco stradale. Vertice tra Macron, il ministro dell’Interno e il premier. Il presidente ha visitato la zona dell’Arco di Trionfo per rendersi conto dei danni
La guerriglia sugli Champs Elysees
Parigi, guerriglia gilet gialli: fermi e feriti. Macron: “Non accetterò mai la violenza”
Nuovi scontri tra facinorosi e polizia nella capitale francese, dove migliaia di persone hanno protestato intorno agli Champs Elysee. Incendiate diverse auto e un palazzo. Sono 110 i feriti e più di 200 i fermati. Alle fiamme anche una prefettura dell’Alta-Loira
Chi sono e per cosa protestano I tafferugli sugli Champs Elysees
Scontri, auto in fiamme, fermi e feriti nel giorno della terza protesta dei gilet gialli in Francia, contro il caro carburante
Gli scontri a Parigi sono iniziati in mattinata, intorno agli Champs Elysees, per poi dilagare in altri quartieri della città. Nelle strade intorno all’Arco di Trionfo le auto sono state incendiate e rovesciate. Un palazzo è stato dato alle fiamme da un gruppo di “casseur” che l’ha preso d’assalto. Incendi anche a rue de Rivoli e sui Grands Boulevards, dove sono state distrutte agenzie bancarie e saccheggiati negozi. Evacuati i grandi magazzini su boulevard Haussmann. Intanto l’ultimo bilancio della prefettura parigina parla di 110 feriti (14 tra le forze dell’ordine) e più di 200 fermati. In tutta la Francia i manifestanti sono stati sono stati 75.000, di cui 5.500 a Parigi. Da Buenos Aires, dove è impegnato per il G20, il presidente francese Macron intanto ha fatto sapere che non accetterà mai la violenza: “Quello che è avventuo oggi non ha nulla a che vedere con l’espressione pacifica di una legittima rabbia”, ha detto.
Macron: “Vogliono il caos”
“Nessuna causa giustifica” quanto è successo, ha aggiunto il presidente sottolineando che i colpevoli “vogliono il caos. Tradiscono le cause che affermano di voler servire. Saranno identificati e considerati responsabili delle loro azioni davanti alla giustizia”. Macron ha aggiunto che già domani mattina, al suo ritorno a Parigi, avrà una riunione con il primo ministro, il ministro dell’Interno ed altri responsabili del governo.
Manifestanti spaccati in due
Nel corso delle proteste, i manifestanti intorno agli Champs Elysees si sono spaccati in due. Da una parte qualche centinaia di persone – circa 200 secondo il ministero degli Interni – che hanno accettato di farsi perquisire alle barriere dalle forze dell’ordine per manifestare in modo pacifico e rumoroso (gridando slogan contro il caro carburante, le tasse e il presidente Emmanuel Macron). All’esterno, per lo più sulla piazza dell’Arco di Trionfo, invece, un altro gruppo che non ha accettato di essere perquisito e che ha dato vita a scontri con la polizia, cercando di forzare i blocchi. Per la prefettura, “i 1.500 rimasti fuori dalla zona di sicurezza sono arrivati con il chiaro intento di scontrarsi” con gli agenti. Mentre il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, ha espresso la sua “indignazione” e la sua “grande tristezza” per le violenze.
I tafferugli a Parigi
I primi fumogeni contro il cordone di polizia sono partiti alle 8.45 dal gruppo di alcune centinaia di gilet gialli. L’uomo che li ha lanciati è stato messo a terra dagli agenti e subito fermato. L’episodio ha dato il via ai primi tafferugli. Gruppi di gilet gialli sono fuggiti nella direzione opposta, verso l’Arco di Trionfo, con il volto coperto per proteggersi dai gas lacrimogeni lanciati dalla polizia. Altri manifestanti hanno iniziato a lanciare fumogeni verso l’Etoile, la piazza che è l’ultima zona aperta alla circolazione prima del blocco sugli Champs Elyeees. Gli scontri sono proseguiti per tutta la giornata e solo verso sera la polizia è riuscita gradualmente a prendere il controllo di Parigi che però, in alcuni quartieri, appare devastata dalle violenze.
Manifestazioni anche in altre città. Prefettura a fuoco nell’Alta-Loira
Oltre che a Parigi, diversi manifestanti sono stati segnalati in vari punti del Paese, soprattutto sulle autostrade. Come nelle altre occasioni, numerosi i blocchi a Nord e a Sud. Nell’Alta Loira, a Puy-en-Velay, è stata data alle fiamme anche una prefettura, ma l’incendio è stato “circoscritto”. I manifestanti hanno “lanciato proiettili infiammabili di tipo molotov” che hanno scatenato le fiamme nella prefettura e in altri uffici amministrativi vicini, ha spiegato un portavoce.
Chi sono i gilet gialli e perché protestano
Il movimento è nato sui social network e poi ha organizzato manifestazioni in strada. Al centro delle proteste ci sono l’aumento dei prezzi del carburante e un risentimento verso le politiche governative
Un movimento spontaneo di protesta, nato dal basso e arrivato nelle strade di centinaia di città francesi. È quello dei “gilet gialli”, cittadini in rivolta contro l’aumento dei prezzi del carburante che hanno scelto come simbolo il giubbino indossato all’esterno delle auto in caso di incidenti. Il messaggio è chiaro: questi cittadini rivendicano visibilità e lamentano di non essere abbastanza considerati dalle politiche governative. In particolare, si tratta della Francia rurale, delle campagne, che si sente abbandonata dallo Stato, si legge su Le Monde.
La nascita della protesta
L’iniziativa è nata sui social network dove una signora fino a poco tempo fa sconosciuta, Jacline Mouraud, ha postato un video che ha totalizzato sei milioni di visualizzazioni. Nel video Jacline chiede a Emmanuel Macron “quando il governo la smetterà di accanirsi contro gli automobilisti”, facendo riferimento all’aumento delle accise sulla benzina. Mouraud, che vive in un paesino della Bretagna e utilizza la sua auto diesel per spostarsi ogni giorno, ha poi lanciato una provocazione che contrappone i ricchi cittadini ai francesi che abitano nelle campagne. “Voi potenti che siete nelle città la fate facile, tanto siamo sempre noi a pagare”, dice. A risponderle ci ha pensato Emmanuelle Wargon, sottosegretaria ai Trasporti, con un video su Twitter. “Non c’è nessun complotto del governo contro le auto!”, ha scritto nel post.
Le critiche al governo
Nel Paese, a partire dal primo gennaio prossimo, le tasse sul gasolio dovrebbero aumentare di 6,5 centesimi al litro e quelle della benzina di 2,9 centesimi. Aumenti che manterranno comunque la Francia tra i Paesi Ue con i prezzi più bassi. Ma a questo fatto si aggiungono critiche ulteriori da parte degli automobilisti, come la diminuzione della velocità a 80 chilometri orari sulle strade statali, l’incremento dei controlli e dei pedaggi, l’inasprimento dei requisiti per i collaudi. Inoltre, la protesta partita dai social si è allargata a una più generale critica al governo per il costo della vita e il calo del potere d’acquisto. I cittadini che vi aderiscono sono scesi in piazza per manifestare il proprio risentimento che va al di là delle accise sulla benzina.
Le manifestazioni
Dai social la protesta è passata alla strada il 17 novembre 2018, quando il movimento si è dato appuntamento per le manifestazioni in circa 600 città francesi. A sostenere la protesta anche Marine Le Pen e Jean-Luc Mélenchon, leader della destra e della sinistra francese. La mobilitazione è iniziata con un evento tragico, quando una donna è stata uccisa da un’auto che ha forzato un blocco stradale in Savoia, nel sud del Paese.
Francia sotto choc dopo il sabato nero di Parigi per la guerriglia innescata dai Gilet gialli (CHI SONO)
Il presidente Emmanuel Macron, rientrato dal G20 di Buenos Aires, ha visitato la zona dell’Arco di Trionfo per rendersi conto dei danni prima di un vertice per fare il punto sulla situazione. Il bilancio aggiornato è di 412 fermati con 378 persone ancora sotto custodia e 133 feriti. Un manifestante sarebbe in condizioni molto gravi, mentre un automobilista è morto in un tamponamento provocato da un blocco stradale dei manifestanti su una strada provinciale.
Gilet gialli, il day after di Parig: Arco di Trionfo imbrattato, auto carbonizzate e vetri rotti
E qualcuno a casa nostra fa il tifo per i Gilet Gialli. Io invece credo nella democrazia, nelle forze dell’ordine, nella legalità. Io sto dalla parte del Ministro dell’Interno francese Christophe Castaner, non di chi porta la violenza nel cuore di Parigi.
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