Attualità

DISASTRI AMBIENTALI: “RITORNI IL BUON SENSO”

Ciro Sabia di Tito invita gli amministratori a maggiori riflessioni

Ambiente, precipiatazioni e vittime sono ancora tre parole legate tra loro quano si parla di “disastri ambientali”. Il dottor Ciro Sabia di Tito, invita ad “eliminare incomprensibili pratiche burocratiche e ristabilire il buon senso”, e lo fa con una lettera, che ripropone a distanza di qualche anno, intitolata al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, agli Assessori Luca Braia e Fulvio Bonavitacola, di cui vi riportiamo alcuni stralci rimandando all’edizione cartacea del Roma il testo integrale: “Non posso  non pensare come strani concetti del governo del territorio e la burocrazia siano la causa di danni maggiori di quelli che gli intenti del legislatore pensavano di prevenire. […]Ho ereditato da mio nonno piccoli appezzamenti di terreni lungo il fiume Noce (affluente del Platano), una volta orti lussureggianti ora suoli abbandonati. Mio nonno ogni primavera provvedeva a sistemare i bordi del fiume, puliva gli argini […] Come lui anche tutti gli altri proprietari lungo il fiume. Ogni anno, quindi, c’era una manutenzione straordinaria a primavera e un’ordinaria nel corso della stagione estiva ed autunnale a costo zero per la pubblica amministrazione.  Era mia intenzione continuare le attività manutentive ma per poterlo fare, ora, è indispensabile presentare un progetto […], però, non la fa neanche l’ente pubblico con il risultato che ad ogni ingrossamento del fiume tutti i detriti diventano pericolose masse devastanti. Non credo di aver illustrato niente di eccezionale –si avvia a concludere Sabia- ma spero, qualora qualcuno dei destinatari legga la mia nota, di contribuire ad indurre chi ha potere decisionale, ad una piccola riflessione circa l’opportunità di eliminare incomprensibili pratiche burocratiche e di ristabilire il buon senso. ll pubblico non provvederà mai ad effettuare le ordinarie manutenzioni degli argini fluviali, per i costi, per la frequenza di cui esse hanno bisogno e, forse, per tante altre ragioni ma i proprietari dei suoli, che sono tanti, lo farebbero nel loro interesse ognuno per la propria quota”.

 

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