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QUEI CORSI ALL’UNIBAS CON PIÙ DOCENTI CHE STUDENTI ?

Ovviamente la mia può essere certamente letta come una visione di parte, ma vorrei che fossimo trattati con il giusto rispetto e con la giusta obiettività.
Per questo sarei felice di ospitarvi nel nostro ateneo, nelle due sedi di Potenza e di Matera, per un dibattito serio e approfondito, e affinché possiate rendervi conto della nostra bella realtà. Ma anche e soprattutto del grado di soddisfazione

In merito all’articolo pubblicato dal Corriere della Sera (versione cartacea e online)-“Quei corsi all’Unibas con più docenti che studenti”

Caro Direttore,

credo fermamente che una corretta informazione, mai come in questo particolare momento del Paese, debba essere, sempre e comunque, fondata su dati di fatto, contestualizzati e commentati senza preconcetti, anche involontari.

Il tema “università” è complesso, ostico per molti versi, e dunque richiede pazienza e attenzione per affrontarlo.

A discapito della complessità, in un breve articolo e in un titolo, si condensano forse idee già formate e preconcetti.

È evidente che titolare in prima pagina “quei corsi all’Unibas con più docenti che studenti” colpisce, fa certamente sensazione, ma indirizza verso un racconto molto parziale e, conseguentemente, distorto.

Il primo punto da chiarire e dunque correggere è che l’Unibas ha complessivamente circa 6.800 studenti iscritti e che in proporzione il numero di docenti è assolutamente in linea con quello degli altri piccoli atenei italiani, con un ottimo rapporto docenti studenti nei corsi di studio.

È innegabile che corsi con piccole numerosità esistano, però è altrettanto innegabile che il fenomeno sia presente anche in tante altre realtà. Questi corsi di laurea hanno una loro intrinseca necessità. Se ci si sforza, anche solo per un po’ di allontanarsi da una logica miope, di corto respiro, si converrebbe che essi rispondono a un impegno nazionale che deve promuovere anche corsi di studio che pur avendo una minore attrattività tra gli studenti sono irrinunciabili per il nostro sistema della conoscenza (penso ad esempio al piano nazionale lauree scientifiche).

Se anche l’intento dell’autore fosse stato quello di focalizzare l’attenzione su tali corsi, mi sarei augurata che si fosse considerata anche la loro incidenza percentuale rispetto al complesso dell’offerta formativa e al totale degli iscritti. Sarebbe emerso che i dati dell’Unibas sono in linea con quelli di molti altri atenei italiani.

È necessario inoltre precisare che tutti i docenti, anche quelli tecnicamente incardinati su un corso a bassa numerosità, insegnano anche in altri corsi di studio e svolgono numerose altre attività.

Mi creda, lasciar trasparire che si tratta di sprechi, in spregio agli sforzi che questo ci costa, lascia grande amarezza.

Il nostro Ateneo ha, come tutti, punti di forza e criticità. Non voglio enfatizzare gli uni e nascondere gli altri. Certo voglio qui sottolineare con la dovuta forza – proprio a riequilibrare l’impressione negativa presente nella titolazione del vostro articolo – che il nostro Ateneo recentemente è stato giudicato positivamente dall’Anvur e vede, quindi, accreditati tutti i propri corsi di laurea e di dottorato; che abbiamo un elevato tasso di found raising e acquisizione di progetti europei; che siamo al centro del sistema di sviluppo regionale per l’innovazione e la nascita di impresa (incubatori, trasferimento tecnologico, startup, dottorati industriali e contamination lab); che siamo parte integrante del progetto Matera-Basilicata capitale europea della cultura 2019.

Le nostre immatricolazioni sono cresciute costantemente più del 3% ogni anno negli ultimi quattro anni. Forse siamo cresciuti meno di quanto avremmo voluto, anche perché, nel rispetto delle norme vigenti – che per ogni corso di studio impongono precisi rapporti minimi tra corsi attivati e professori – abbiamo dovuto chiudere alcuni corsi di studio, riducendo così la nostra offerta. abbiamo provato a farvi fronte, cercando di rendere i nostri corsi più attrattivi, guardando alla qualità e attivando iniziative con altri atenei anche esteri.

Alto è il grado di soddisfazione degli studenti che ci pone tra i primi Atenei in Italia, come rilevato da AlmaLaurea.

In relazione ai finanziamenti, dal 2009 il nostro Fondo di finanziamento ordinario (FFO) è stato costantemente tagliato, contribuendo al massiccio spostamento delle risorse da Sud a Nord. Vorrei evidenziare che il metodo con cui l’FFO è stato distribuito, per la parte relativa al calcolo del costo standard è stato dichiarato incostituzionale da una sentenza della Corte; solo da quest’anno, grazie all’applicazione di un nuovo metodo di calcolo non abbiamo subito perdite, invertendo finalmente un processo che ci ha condotto al limite della possibilità di programmare. Resta il rammarico di non aver potuto chiedere il ristoro delle somme pregresse ingiustamente sottratteci.

Rilevante è anche la circostanza che in molti Atenei, soprattutto i più grandi, i tagli operati in questi anni siano stati assorbiti più facilmente, grazie ai pensionamenti di docenti e personale tecnico amministrativo, mentre nel nostro caso, Università di recente istituzione, e dunque debolmente interessata dai pensionamenti, non si è potuto beneficiare dei relativi risparmi. Ma ci siamo impegnati e abbiamo operato una spending review seria e consapevole e, grazie al contributo regionale, abbiamo un indice economico finanziario ancora sostenibile.

Ma sostenere e garantire le università è compito dello Stato, e su questo ci potremmo confrontare, se crediamo veramente in un sistema nazionale che tenga assieme forti e deboli, nell’interesse dell’intero Paese e non delle sue parti più avanzate, che garantisca a tutti gli studenti pari opportunità.

Forse anche per questo si sollevano tanti dubbi e si aggredisce l’ateneo sulla sua sostenibilità, si rilancia un metodo collaudato, denigrare in nome di una presunta efficienza, per tagliare o per chiudere.

Ovviamente la mia può essere certamente letta come una visione di parte, ma vorrei che fossimo trattati con il giusto rispetto e con la giusta obiettività.

Per questo sarei felice di ospitarvi nel nostro ateneo, nelle due sedi di Potenza e di Matera, per un dibattito serio e approfondito, e affinché possiate rendervi conto della nostra bella realtà. Ma anche e soprattutto del grado di soddisfazione dei nostri studenti.

AURELIA SOLE

Cordiali saluti.

Aurelia Sole – Rettrice

 

 

 

 

Domenico Leccese 

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