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COS’È CARTA ROMA ? 10 ANNI DOPO

Il manifesto è nato in seguito al fatto di cronaca conosciuto come la “strage di Erba”

Carta di Roma, 10 anni nella trincea della deontologia giornalistica

#10annidiCartadiRoma Quali progressi ha fatto il giornalismo italiano nel raccontare l’immigrazione polliticaly correct?

presso Consiglio Nazionale Ordine Dei Giornalisti

Il PARERE della Dott.ssa Anca A. Mihai in esclusiva per Roma Cronache Lucane 

Martedì, 2 ottobre, presso il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti è stata presentate l’edizione 2018 delle linee guida del codice deontologico Carta di Roma. Con l’occasione, il manifesto ha celebrato 10 anni di esistenza.
Cos’è Carta di Roma? Il manifesto è nato in seguito al fatto di cronaca conosciuto come la “strage di Erba”

Senza alcun fondamento indiziario e giudiziario, Azouz Marzouk (nazionalità tunisina) il marito di una delle vittime, era stato presentato dalla stampa come autore dell’intera famiglia (moglie, figlio, suocera e una vicina di casa), nella cittadina di Erba (Como). Da allora, un susseguirsi de episodi di cronaca hanno trasformato la nazionalità non italiana in una colpevolezza. Per questo motivo, alcune associazioni e numerosi giornalisti hanno sentito il bisogno di uno strumento aggiornato rispetto ai cambiamenti di concetti e luoghi che il racconto delle migrazioni oggi impone. Per i 10 anni della Carta di Roma l’impegno è, come sempre, di portare al centro dell’informazione la verità sostanziale dei fatti quando si parla di migranti, rifugiati e richiedenti asilo.

La conferenza stampa è stata moderata dalla giornalista Anna Masera, giornalista e garante dei lettori per La Stampa. In viaggio da Torino a Roma, ha sottolineato che «i migranti sono un argomento di attualità presente ogni giorno sui quotidiani, per questo è necessario andare oltre il concetto di “allarme” che dà sempre l’idea di emergenza e non aiuta ad informare, bensì diventa un amplificatore del panico».

il presidente dell’Associazione Carta di Roma, Valerio Cataldi, ha presentato ai giornalisti un video dove la nazionalità negli articoli dei giornali veniva sostituita, dimostrandone la differenza di impatto. «Prima gli stranieri erano i “marocchini”. Erano talmente marocchini che un giornale titolò “Morto un uomo e un marocchino”. C’è una tendenza, da oltrepassare, a disumanizzare le persone. Le parole non sono mai sbagliate. È l’uso che se ne fa che può esserlo» ha concluso Cataldi.

Carta di Roma, 10 anni dopo

Le nuovo linee guida sono state presentate da Paola Barretta, la coordinatrice dell’Associazione Carta di Roma,: «abbiamo inserito, tra le altre informazioni, un glossario su ricerca e soccorso in mare e, per quanto riguarda il macro argomento “razzismo”, abbiamo identificato i casi e le cornici, anche in ragione dell’importanza del tipo di linguaggio, che influenzano la percezione del fenomeno migratorio. Per quanto riguarda invece l’aspetto delle discriminazioni abbiamo approfondito il tema dell’hate speech, in particolare quello destinato ai gruppi minoritari per fornire strumenti per un giornalismo di qualità, non un giornalismo buono ma un buon giornalismo.

Tra i primi sostenitori del manifesto è la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, rappresentata dal presidente, Giuseppe Giulietti. «La Carta di Roma deriva dalla Costituzione italiana. Ci troviamo in una situazione imbarazzante, con l’introduzione addirittura del reato di solidarietà. In questo clima sono fondamentali le nuove linee guida. Sarebbe interessate se, d’intesa con l’Associazione Carta di Roma, si tentasse di realizzare un corso annuale per mettere al centro le linee guida della Carta di Roma, e farne uno strumento essenziale per la professione giornalistica, omogeneo a livello nazionale, ha sottolineato Giulietti invitando i giornalisti a leggere il Diritto dell’informazione e della Comunicazione (Autori Zaccaria Roberto, Valastro Alessandra, Albanesi Enrico).

La nazionalità come aggravante

Parlando dei diritti di cronaca e informazione da un lato e dei diritti civili dei migranti, così Daniela De Robert, Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, ha ricordato una vignetta che, nel 2008, si chiedeva se “la Romania fosse uno Stato oppure un aggravante”. Con i recenti fatti di cronaca, i romeni sono tornati sulle prime pagine dei giornali come “violenti nel DNA”, nonostante gli sforzi scientifici a dimostrare il contrario. «Le parole sono importanti, lavorare sul linguaggio per raccontare il reale è fondamentale, per tutti i cittadini, oltre che per i giornalisti. È il linguaggio che crea cultura, anche quella dei diritti, che non si può dare per scontata e va ogni volta ricreata –, che prosegue – E comunque ritengo che una parola come buonismo vada eliminata in quanto termine dispregiativo per definire chi esercita solidarietà”, ha concluso De Robert.

In sala si è presentato anche Roberto Natale, tra i promotori della Carta di Roma, rappresentante di Articolo 21,che ha sottolineato il ruolo della Carta di Roma in un paese come l’Italia, caratterizzato da una «ampia discrasia tra la percezione dei cittadini rispetto ad alcuni fenomeni e i dati relativi a quei fenomeni». Un deficit di conoscenza che rende indispensabile il rispetto dei principi di correttezza e completezza dell’informazione. L’Autorità garante delle comunicazioni (AgCom) avvierà un procedimento per monitorare i discorsi di odio che stanno inquinando il dibattito politico, ha annunciato il commisario Antonio Nicita. Dai dati dell’istituzione si evince che «nella fase elettorale, i minuti dedicati a criminalità, sicurezza, e immigrazione, con in testa il caso di Macerata, hanno superato il 50% della copertura mediatica pre-elezione. Lo straniero, migrante o rifugiato è vittima frequente di hatespeech, anche in ragione della polarizzazione del dibattito pubblico.”, ha concluso Nicita.

I vertici della deontologia giornalistica hanno concluso il bisogno di coinvolgere le Scuole di Giornalismo nella preparazione per affrontare il discorso immigrazione giornalisticamente corretto, sottolineando più che mai l’importanza dell’esistenza dell’Ordine dei Giornalisti, un altro tema caldo nelle agende politiche odierne.

Corrispondenza da Roma Anca A Mihai 

Domenico Leccese

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