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MARIA FEDOTA ASSOLTA

Sul dissesto del Comune di Potenza, De Luca incassa una pesante sconfitta

di Ferdinando Moliterni 

POTENZA. Un dialogo inedito sul dissesto di Potenza, i cui protagonisti sono il governatore lucano Marcello Pittella, il sindaco del capoluogo Dario De Luca, il segretario regionale del Pd, Mario Polese, e il consigliere regionale Aurelio Pace, riportato durante la trasmissione di Radio Potenza Centrale, “Comunicare per Cambiare”, da approfondimento politico si è trasformato anche in vicenda giudiziaria. Gli esponenti politici citati stavano discutendo sulle modalità con cui dichiarare il dissesto economico del Comune di Potenza. Tra i dettagli che emergono dalla conversazione c’è, per esempio, l’escamotage per far ricadere le colpe sull’ex sindaco Vito Santarsiero: «Dobbiamo evidenziare le colpe facendole ricadere su Santarsiero». Il discorso tra Pittella, De Luca e gli altri contiene questo e altri dettagli molto particolari che connotano la vicenda dandole contorni molo chiaroscuri. 
Era il dicembre del 2105. L’ex sindaco Santarsiero, attualmente presidente del Consiglio regionale, ospite negli studi di Radio Potenza Centrale ascoltò con sgomento crescente l’audio in cui i suoi
i suoi colleghi di partito, Pittella e Polese, seduti intorno allo stesso tavolo con De Luca, suo avversario politico, puntellavano le linee guida della strategia per prima costruire un capro espiatorio sulle finanze potentine e poi darlo in pasto all’opinione pubblica e non solo.
«Sono attonito» furono le prime parole di Santarsiero «il dissesto lo avete detto voi perchè è avvenuto».
La trasmissione fece così scalpore che nell’immediato da più parti del Consiglio comunale venne chiesto al sindaco di Potenza di dimettersi. Oppure di denunciare chi aveva diffuso la notizia. De Luca invece di affrontare politicamente le risposte alle scomode domande poste dal programma radiotelevisivo condotto da Giuseppe Postiglione e dal servizio giornalistico di Maria Fedota preferì, nell’ottica di una strategia dilatoria, denunciare per diffamazione Postiglione e Fedota. Rimandando la scoperta della verità al futuro. Ieri mattina presso il Tribunale di Potenza un importante pezzo di quella verità che De Luca avrebbe voluto sbandierare dinanzi ai suoi oppositori è emerso. E non è quella che il sindaco si aspettava. Maria Fedota, difesa dall’avvocato Donatello Cimadomo, nella consapevolezza delle veridicità piena dei fatti raccontati, ha optato per il rito abbreviato, rinunciando al dibattimento. Questa mattina è stata assolta dal Gup Verrastro con formula piena: «il fatto non costituisce reato».

Per il Pm: «Dialogo falso e offensivo per il sindaco Dario De Luca». Il Gup però smentisce: «Assoluzione»

POTENZA. Dalla denuncia del sindaco di Potenza Dario De Luca nei confronti di Giuseppe Postiglione e Maria Fedota, la Procura di Potenza ha aperto un fascicolo a carico dei presunti autori del reato, così come denunciato dal primo cittadino del capoluogo, per diffamazione in concorso. Secondo l’impianto accusatorio Postiglione e Fedota, il primo nella vesta di direttore editoriale dell’emittente radiofonica “Radio Potenza Centrale” e la seconda in qualità di giornalista dell’emittente, nella trasmissione del 18 dicembre 2015, denominata “Comunicare per Cambiare”, «offendevano la reputazione del Sindaco De Luca: in particolare Postiglione conducendo la trasmissione, introduceva Fedota che recitava, in forma dialogica, una discussione – rivelatasi falsa – avvenuta il 9 giugno 2014 in un magazzino o ripostiglio degli uffici della Regione Basilicata in cui De Luca e Pittell, presidente della Regione, avrebbero deciso di far ricadere le colpe per il dissesto finanziario del Comune di Potenza sull’ex sindaco Vito Santarsiero, condizione che sarebbe stata posta dallo stesso Pittella per fornire supporto finanziario e tencico al Comune di Potenza».
Il Gup Verrastro, però, ieri con la sentenza di assoluzione nei confronti di Maria Fedota ha dato un duro colpo alle fondamenta dell’impianto accusatorio facendo crollare il teorema dell’accusa.

Per il responsabile editoriale disposto il rinvio a giudizio

di Ferdinando Moliterni 

POTENZA. Le strade di Maria Fedota e Giuseppe Postiglione per quanto unite dall’accusa di diffamazione in concoso nei confronti del sindaco di Potenza Dario De Luca, si dividono processualmente.
Anche se, lo si capirà di seguente, è inevitabile un nuovo reincrocio a livello giuridico.
Nell’udienza prelimanare di ieri, il Gup Verrastro si è pronunciata nel merito soltanto per Fedota. In quanto la stessa ha chiesto di essere giudicata con rito abbreviato.
Postiglione, difeso dall’avvocato Donatello Cimadomo, non ha avanzato uguale richiesta, prediligendo il rito ordinario.
Pertanto nei suoi confronti il Gup ha disposto il rinvio a giudizio. Per stabilire la verità dei fatti si farà un processo.In aula si è discusso pure di un difetto dell’imputazione in quanto Postiglione è stato citato in qualità di direttore editoriale dell’emittente radiofonica “Radio Potenza Centrale”.
Ruolo che non riveste e non rivestiva neanche il 18 dicembre del 2015 quando andò in onda la trasmissione “Comunicare per cambiare” con l’audio del “fattacio” sul dissesto economico di Potenza voluto dalle alte sfere della politica lucana, come il coinvolgimento diretto nei dialoghi diffusi del governatore lucano Marcello Pittella, in accordo con il sindaco del capoluogo De Luca.
Postiglione era solo il conduttore della trasmissione.
Al di là della questione tecnico giuridica, nella sostanza l’assoluzione di Maria Fedota non può non avere ripercussioni e riflessi anche sul prosieguo giudiziario di Postiglione.
Se sono cadute le accuse per chi avrebbe commesso la diffamazione, cosa che il giudice ha dichiarato non avvenuta, difficilmente il castello accusatorio potrà reggere contro chi riguardo la diffamazione, pur non essendone l’autore materiale, avrebbe dovuto impedirla controllando la veridicità della notizia.
In pratica se non c’è stata la diffamazione, come dichiarato dal Gup nel dispositivo di sentenza, vengono meno anche gli addebiti penali per il controllore che avrebbe dovuto ostacolare il compiersi del reato.
Niente reato e niente diffamazione, il controllore ha controllato.
Ad ogni modo la prima udienza del processo è stata fissata in data 6 novembre prossimo.

A novembre in aula Pittella Ma nella veste di testimone

POTENZA. La denuncia per diffamazione avanzata dal sindaco di Potenza Dario De Luca nei confronti di Giuseppe Postiglione e Maria Fedota, rei per il primo cittadino di averlo offeso con notizie non fondate andate in onda su Radio Potenza Centrale nel dicembre del 2015, ha degli evidenti riverberi che dal piano giudiziario si propagano su quello politico dal quale la controversia penale ha avuto origine.
L’assoluzione arrivata col rito abbreviato nell’ambito dell’udienza preliminare per Fedota pone una cornice fondamentale, a distanza di anni dal fatto, che aiuta a meglio inquadrare la vicenda nella sua complessità.
Qust’ultima cornice, però, non è la sola. Il tema politico è il dissesto, politico – ideologico o reale e inevitabile, del Comune di Potenza.
A riguardo, in aggiunta all’assoluzione di ieri, va citata anche quella da parte della Corte dei Conti di Basilicata per emessa nei confronti dell’ex sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, e di altri venti tra ex amministratori e dirigenti comunali di Potenza in carica o in servizio tra il 2006 e il 2014.
La magistratura contabile aveva chiesto oltre 18 milioni e mezzo di risarcimento per danno erariale. Ma il collegio giudicante non riscontrando che l’operato di Santarsiero e degli altri allora imputati avesse causato alcun danno non ha condannato nessuno. Era il dicembre dell’anno scorso. E di dicembre in dicembre, andando a ritroso negli anni, si giunge a quello del 2015.
A questo punto il tema va affrontato in un ottica politica.
Secondo l’audio diffuso durante la trasmissione “Comunicare per cambiare”, quello sul quale De Luca ha basato le sue accuse verso Fedota e Postiglione, il dissesto comunale non rientrava nella sfera degli eventi inevitabili visto il corso degli amministrativi adottati dai predecessori dell’attuale sindaco.
È stato, stando a quanto emerso in trasmissione, voluto e pianificato.
La vicenda vede regista e manovratore di fili l’attuale governatore lucano, sospeso perchè agli arresti dal 6 luglio scorso per l’inchiesta Sanitopoli, Marcello Pittella. Che come racconta l’audio, rassicurava De Luca sull’operazione “Salva Potenza”, dettagliando le tappe che avrebbero condotto al buon esito della manovra. Aggiungendo anche che le «colpe» sarebbero dovute ricadere su Vito Santarsiero, l’ex sindaco.
Alla questione già due considerazioni si possono aggiungere. Il vero diffamato, nell’ottica accusatoria di De Luca, che ha subito un crollo dopo l’assoluzione di ieri, sarebbe dovuto essere proprio il governatore Pittella, non lui.
Ma Pittella non ha denunciato nessuno.
Lo stesso non smentì nei giorni che seguirono la trasmissione l’incontro e il tema della discussione, il dissesto economico di Potenza. Ebbe da ridire sulla ricostruzione che sarebbe avvenuto in un simil magazzino e non in un ufficio della Regione e, ovviamente, sui temi.
Il parlamentare lucano del Pd, Salvatore Margiotta, aggiunse che se il fatto era vero, allora il quadro che emergeva del Pd era mellifluo.
Per De Luca da più parti del Consiglio comunale si alzò il coro: dimissioni.
Il sindaco dinanzi al terzium non datur, o rispondeva nel merito del contenuto dell’audio o denunciava gli autori della notizia, preferì la seconda.
Il tempo è trascorso. Il punto è che ora  
il caso rovente è tornato tra le mani di De Luca.
Dato che di fronte alla richiesta di dimissioni non più sventolare una querela, sarebbe che incominciasse a rispondere su cosa e perchè è accaduto col dissesto di Potenza da lui dichiarato.
Oppure negare nuovamente il responso, dimettendosi però.
Versioni costituite per una metà da mezze verità e per l’altra da tanti silenzi non possono più essere ammissibili.
Anche perchè, e non è un dettaglio secondario, De Luca ha denunciato una cittadina del Comune che amministra.
Il reato dall’altra parte non è stato commesso e sulla discussione per il sindaco «falsa

», avvenuta tra Pittella e De Luca, alla presenza dell’attuale segretario regionale Mario Polese e del consigliere regionale Aurelio Pace, come detto in trasmissione, il Gup ha apposto una sentenza di assoluzione.
Penalmente la vicenda potrebbe proseguire con De Luca dall’altro lato della diffamazione. Non del diffamato, ma di colui che diffama, sapendo di una querela falsamente fondata ha denunciato. È un’ipotesi, ma non è il ribaltamento giudiziario che ora interessa.
Ciò che conta è che il rovesciamento sia soprattutto politico.
Per la città e per il ruolo che rappresenta, De Luca dovrebbe chiarire. I mezzi silenzi che riempono le mezze verità possono essere anche mezze menzogne. Arrivare a completare il mandato con una possibile mezza menzogna, su una tematica così importante quale il dissesto finanziario del Comune, non può apparire dignitoso a un rappresentante delle Istituzioni.
Ciò sul versante potentino. Su quello regionale, Pittella, Polese e Pace anche potrebbero fornire finalmente una versione completa.
Pittella se comparirà a processo, qualora venisse chiamato a deporre, parlerà o no? La prima udienza è i 6 novembre prossimo. Pittella, ai domiciliari dal 6 luglio scorso, non si sa se per quella data sarà libero o ancora in esilio forzato. In quel periodo la campagna elettorale per le regionali sarà nel vivo.
Se Pittella dirà che la notizia è falsa smentirebbe se stesso, non avendolo negato all’epoca. Se lo ammetterà creerà un terremoto all’interno del Pd.
L’assunzione di responsabilità di essere il “sicario” politico di Santarsiero sarebbe una bomba destinata a far implodere un partito già attualmente in difficoltà.

Ecco la trascrizione di quanto andato in onda circa le indicazioni di Pittella a De Luca

«Devi dichiarare il dissesto ai professionisti ci penso io»

POTENZA. Di seguito il servizio andato in onda il 18 dicembre 2015 durante la trasmissione di Radio Potenza Centrale, “Comunicare per cambiare”.
Intro Maria Fedota: Lo stratega dell’operazione è il Presidente della Regione Marcello Pittella, che fin dal primo giorno in cui si è insediato insieme al fido Mario Polese e al consigliere di opposizione (ma non troppo) Aurelio Pace, ha lavorato in fatti a questo risultato. Il giorno dopo il ballottaggio, Potenza ha il nuovo Sindaco da poche ore, De Luca, accompagnato dai due Consiglieri Regionali e dal suo candidato di punta al Consiglio Comunale, incontra in segreto Pittella in una stanza riservata presso gli uffici Regionali, ma non nel suo ufficio. È una stanza che ha quasi le sembianze di un magazzino per quanto è piena di faldoni, però c’è un tavolo rotondo e quattro sedie, e tanto basta per far sedere e ragionare i presenti.
L’lng. salito al soglio comunale per un errore del destino è impaurito, chiede aiuto a Pittella, gli dicono che i conti del Comune versano in cattivissime acque.
Marcello Pittella: l’ho detto mille volte a Vito (riferendosi all’ex Sindaco Santarsiero) devi fare l’uomo, Dichiarare il dissesto, ma non mi ha mai voluto dar retta
A quel punto De Luca è ancora più preoccupato, ma Pittella lo rasserena.
Marcello Pittella: dobbiamo evidenziare le colpe facendole ricadere su Santarsiero. Se vuoi il mio aiuto devi dichiarare il dissesto e seguire le mie indicazioni. Nomina una “task force” che certifichi l’irreversibilità dei conti, se hai difficoltà ad individuare i professionisti giusti ci penso io a indicarteli, poi vediamo come pagarli non direttamente dal comune.
Dopo la dichiarazione di dissesto poi spazio al lavoro di Polese e Pace, il Presidente da precise indicazioni
Marcello Pittella: Mario tu hai il compito di lavorare alle relazioni con i colleghi Consiglieri, per far votare quello che chiameremo “salva Potenza”, soprattutto in modo che a non votarlo ci sia Gianni Rosa. Tu Aurelio devi fare un po’ di rumore, io come Presidente pure dovrò fare un po’ di baccano, inizialmente dovrò dirmi contrario per salvaguardare la posizione anche con tutti gli altri Comuni in difficoltà, ma tu devi sostenere l’importanza del ruolo del capoluogo per l’intera regione
Sul viso di De Luca torna il sorriso, quasi non gli pare vero, si alza, e con ritrovato vigore stringe la mano, quasi abbassando il chino, ed esclama
Dario De Luca: Grazie Presidente, sono entrato in questa stanza molto preoccupato, me ne vado rincuorato
Marcello Pittella: Vai Dario
Lo saluta Pittella, con un ultimo monito guardando uno dei presenti
Marcello Pittella: e su questa operazione mi raccomando alla comunicazione
Passato un anno e mezzo il piano sembra riuscito alla perfezione, o quasi. Anche alla luce di questo è cosi peregrina l’affermazione che vorrebbe il dichiarato dissesto politico-ideologico?

Le manovre sul dissesto di Potenza di De Luca e Pittella

POTENZA. Una «strategia» per far dichiarare il dissesto del capoluogo all’amministrazione De Luca, addossarne le colpe all’ex sindaco, e poi “salvare Potenza” dalla Regione. Liberando il primo cittadino dall’abbraccio dei suoi sostenitori di Fratelli d’Italia.
A delinearla sarebbe stato il governatore in persona, Marcello Pittella, secondo la clamorosa ricostruzione di un incontro che sarebbe avvenuto all’indomani della vittoria di De Luca al ballottaggio delle scorse amministrative. A lanciare lo scoop Radio Potenza Centrale. L’emittente radiofonica che si è sempre occupata, tramite la trasmissione “Comunicare per cambiare”, di attualità, politica e cronaca regionale e nazionale. Il 18 dicembre 2015 nella trasmissione condotta da Giuseppe Postiglione venne trasmesso il retroscena nell’ultima puntata di “Comunicare per cambiare”. In studio era presente l’ex sindaco Vito Santarsiero, attuale presidente del Consiglio regionale di Basilicata, che si è detto «sconcertato» da quanto sentito. Quindi ha chiesto a De Luca di dimettersi o di denunciarne gli autori, a cominciare dal patron di Radio Potenza Centrale Giuseppe Postiglione, e della giornalista Maria Fedota autrice del servizio radiofonico.
De Luca, quasi come da consuetudine, prese tempo prima di decidere il da farsi. Rilasciò quasi immediatamente delle dichiarazioni in cui subito precisò che era «tutto falso», come riportiamo di fianco interamente, e poi su “pressioni” politiche decise di denunciare. Ma per il Gup, come abbiamo riportato nelle prime pagine, «il fatto non costituisce reato».
La scelta di procedere per vie legali per un episodio smentito solo dal sindaco poteva sicuramente essere ponderato meglio. C’è da dire che Radio Potenza Centrale aveva più volte fatto emergere, nel corso di diverse inchieste, una gestione non proprio trasparente dell’amministrazione De Luca. Dall’inchiesta sul trasporto pubblico locale affidato alla Trotta Bus con il Durc non in regola e con l’assenza del certificato antimafia. Fino alle “cartelle pazze” inviate da Assoservizi nel novembre 2015 che chiedeva soldi non dovuti ai cittadini, con buona pace del Comune. E così via.
Sicuramente il racconto di Radio Potenza Centrale sulla richiesta di «aiuto» del primo cittadino al presidente della Regione, date le voci sullo stato critico delle casse comunali sarà stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Troppe inchieste una dietro l’altra riportate poi dall’emittente più ascoltata in regione e al sud d’Italia. Sicuramente rappresenta una “cattiva pubblicità” per una amministrazione che si era presentata come il cambiamento assoluto rispetto alla gestione del Pd.
Aver fatto emergere i retroscena del contributo di viale Verrastro «necessario come il pane» al Comune a detta di qualcuno, sicuramente non mostrano il lato “trasparente” che la politica dovrebbe avere.
Il sì ed il no dei 34 milioni di euro necessari all’amministrazione De Luca nel 2015 più che collegata alle scelte economiche è stata stretta alle volontà politiche. Di Marcello Pittella e di tutto il Consiglio regionale. Facendo ricadere colpe su un compagno di partito (Vito Santarsiero ndr.), che non è mai stato un fedelissimo di Marcello Pittella.

 

 

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