La replica di Matteo Renzi alle accuse di Luigi Di Maio
“GENOVA. Grazie a chi sta lavorando senza sosta da due giorni. Le qualità dei soccorritori italiani sono straordinarie. E ovviamente
“GENOVA. Grazie a chi sta lavorando senza sosta da due giorni. Le qualità dei soccorritori italiani sono straordinarie. E ovviamente un pensiero alle vittime e alle famiglie straziate dal dolore. Morire così è assurdo. Fare giustizia è un dovere per queste famiglie, ma anche per ciascuno di noi.
Nelle prime ore abbiamo chiesto a tutti di NON fare polemiche. Un Paese civile davanti a una tragedia del genere si unisce, non si divide. Confermo l’impegno. Tuttavia le parole di queste ore di alcuni membri del Governo impongono una puntuale replica su cinque punti. Su questi cinque punti va fatta chiarezza, altrimenti sembriamo complici.
1. Chi come Luigi Di Maio dice che il mio Governo ha preso i soldi da Benetton o Autostrade è tecnicamente parlando un bugiardo. Se lo dice per motivi politici invece è uno sciacallo. In entrambi i casi la verità è più forte delle chiacchiere: il mio Governo non ha preso un centesimo da questi signori, che non hanno pagato la mia campagna elettorale, né quella del PD, né la Leopolda. Utilizzare una tragedia per attaccare gli avversari, mentendo, dà il senso della caratura morale e politica del Vicepresidente del Consiglio.
2. Chi ha sbagliato deve pagare fino all’ultimo centesimo. Dire: “Revochiamo la concessione” fa aumentare i Like e fa esultare chi non conosce le carte. Ma governare è più complicato che scrivere post su Facebook: se revochi la concessione paradossalmente fai un regalo ad Autostrade. Perché devi pagare un sacco di soldi per revocare la concessione e perdi le opere pubbliche che servono e per le quali loro sono impegnati.
Già, perché quello che è chiaro è che va rifatto il Ponte Morandi, certo, ma va fatta anche la GRONDA. Ed è un preciso impegno di Autostrade. Si scelgano gli avvocati migliori per andare al contraddittorio con Autostrade. Si vada fino in fondo all’azione giudiziaria senza guardare in faccia nessuno. Chi ha sbagliato paghi tutto. Autostrade oggi ha il compito di pagare tutto, fino all’ultimo centesimo, a cominciare dalla Gronda: revocando la concessione, invece, Autostrade incassa e non paga. Fare la Gronda coi soldi destinati all’edilizia scolastica (come ha ipotizzato l’altro vicepremier, Salvini) sarebbe un autogol e un danno per tutti i Comuni. La Gronda va fatta SUBITO e va fatta con i denari di Autostrade.
3. Per favore: non facciamoci ridere dietro da mezza Europa. I vincoli dell’Unione Europea non c’entrano nulla. Il ponte crolla in Italia, non a Bruxelles. Le opere pubbliche in Italia sono bloccate dai ritardi della burocrazia e dai veti di chi dice sempre no, dalla comitatite. La flessibilità per fare le opere pubbliche c’è già. Bisogna fare ciò che è progettato e per i quali progetti i soldi ci sono già. A cominciare dalla Gronda, ma proseguendo con tutti gli impegni già presi dalla Tav agli aeroporti, dalle strade siciliane alle ferrovie calabresi. Da quando Toninelli è ministro tutti i grandi progetti sono stati bloccati. Se si bloccano i progetti, l’Italia crolla. Ed è ridicolo che il Movimento Cinque Stelle si affanni a cancellare dal web (impossibile, peraltro) ogni traccia delle proprie contraddizioni. Dicevano NO alla Gronda e definivano l’ipotesi del crollo del Morandi una FAVOLETTA. Non è una FAVOLETTA, è una Tragedia. Lo capite che adesso siete al Governo, non più al Vaffa Day?
4. Genova, già Genova. Vengono in mente le poesie di Caproni e le canzoni di De Andrè. Ma qui oggi servono solo i progetti. Immediati. Genova è in difficoltà da tempo e il Ponte Morandi rischia di essere il colpo di grazia. Per Genova servono INNANZITUTTO i lavori sul Bisagno (partiti con noi, stanno andando avanti anche con gli amministratori di un altro colore politico, bene!), gli investimenti sul Porto sbloccati da Delrio, il Terzo Valico e la Gronda. I soldi ci sono. Le opere vanno fatte. Punto.
5. Le prime scelte di questo Governo ci preoccupano: un Governo NoVax, NoTav, NoJobs. Qualcuno persino NoEuro. Almeno sulle Opere Pubbliche chiediamo di cambiare direzione. Continuare a dire NO a tutto non ci renderà un Paese più sicuro. Il nuovo Governo ha abolito le Unità di Missioni sul Dissesto Idrogeologico e sull’Edilizia Scolastica. Vi prego, RIPENSATECI: ve l’ho chiesto
anche in Aula, al Senato. Non è questione di destra o sinistra. Quelle strutture servono al Paese. Tra poco riaprono le scuole, tra poco arriva l’Autunno. Il progetto Casa Italia, sulla base di un’intuizione di Renzo Piano, era bipartisan. Rimettete in piedi SUBITO le Unità di Missione. Mettete chi volete voi a dirigerle, chiamatele come volete, ma fatelo subito. Saremo i primi ad applaudirvi pubblicamente.
Penso che quando ci sono dei momenti difficili tutti debbano collaborare. Noi oggi siamo opposizione ma in un momento come questo diamo la massima disponibilità a aiutare il Governo e tutte le Istituzioni. Si parta dalla verità, però, non dalle Favolette. E si vada avanti tutti insieme. Noi ci siamo.” {Cit. Matteo Renzi}
Umberto Del Basso De Caro: “Non sono annoverabile tra i sostenitori di Autostrade per l’Italia ma annunciare un provvedimento di revoca della concessione autostradale senza uno straccio probatorio e nemmeno indiziario delle cause del crollo del ponte di Genova mi pare non degno di uno Stato di diritto. Ed è grave che ad annunciarlo non sia solo il Ministro Toninelli ma anche il Presidente del Consiglio che dovrebbe essere un giurista. L’accertamento delle responsabilità, nell’attuale ordinamento, compete certamente alla Magistratura ma il Governo potrà svolgere senza indugio qualsiasi accertamento parallelo utile a condurre, in caso di grave inadempienza, alla revoca della concessione. Sui morti di Genova a nessuno deve essere consentito di speculare perché la Giustizia non è uno spot ed il Governo del cambiamento non può attribuire responsabilità senza un incisivo approfondimento, all’esito del quale chi ha sbagliato deve pagare un prezzo altissimo come è giusto che sia. Il popolo ha bisogno di certezze e non di giustizia sommaria.”
Domenico Leccese