Criminologa Ursula Franco: Parti Civili? Non è tutto oro quello che luccica

L’ostentata superiorità morale delle parti civili spesso coincide con lo sprezzo della verità che non può che essere amorale e che è causa di errori giudiziari.

Dottoressa Franco, ha delle critiche da muovere alle parti civili nel processo penale?

Certamente, in molti casi le parti civili danneggiano i procedimenti penali di cui si occupano violando il diritto dell’imputato al giusto processo e ostacolando così il raggiungimento della verità. Le parti civili si pongono spesso su un piedistallo, mostrano di dare per scontata la colpevolezza di un imputato già da prima del processo e si spacciano ad un pubblico da soap opera e a coloro che dovrebbero tutelare come esseri moralmente superiori e paladini della giustizia. La loro ostentata superiorità morale però spesso coincide con lo sprezzo della verità che non può che essere amorale e che è causa di errori giudiziari. In altre parole “Non è tutto oro quello che luccica” e posso dirlo carte alla mano.

In che modo alcune parti civili danneggiano il procedimento penale?

Non voglio generalizzare ma spesso le parti civili non prendono in considerazione l’eventualità che una procura possa sbagliarsi e che quindi un errore giudiziario possa essere in agguato e appoggiano i PM come animali da soma, lo fanno soprattutto alimentando il processo mediatico per trascinare a sé l’opinione pubblica e i giudicanti, a volte perché irrimediabilmente accecati da quel fenomeno che si chiama Noble Cause Corruption, che è la prima causa di errore giudiziario, altre volte per vera e propria volontà criminale.

Dottoressa Ursula Franco ci spiega che cos’è la Noble Cause Corruption?

In pratica è estremamente frequente che un PM, invece di formarsi un’idea su un caso giudiziario sulla base delle risultanze investigative, cristallizzi la propria idea preconcetta nominando una serie di consulenti partigiani pronti a supportarla. Lo fa nella convinzione di essere un paladino della giustizia destinato a perseguire un importante interesse pubblico e proprio per questo motivo ritiene che l’inappropriata condotta, sua e dei suoi consulenti, sia giustificabile e non invece meritevole di una infamante condanna sul piano morale. E’ inutile aggiungere che questo modo di procedere di un PM rivela invece semplicemente incompetenza, superficialità e assenza di morale, da parte sua e dei suoi “prodi”. Ecco che cos’è l’abominevole fenomeno della Noble Cause Corruption, un fenomeno che può colpire non solo i PM e i loro consulenti partigiani ma anche le parti civili e i familiari delle vittime.

A che cosa porta questo modo di lavorare dei PM?

In caso di colpevolezza dell’indagato, lascia ampi margini alla difesa che può attaccare senza mezzi termini le consulenze farlocche dei partigiani del PM e di conseguenza ritarda o impedisce la condanna del responsabile del reato.
In caso di innocenza dell’indagato, conduce facilmente all’errore giudiziario con costi umani ed economici incalcolabili. Tra l’altro, in questo caso, non solo un innocente subisce una condanna ingiusta ma nessuno ha giustizia, né la vittima né i suoi familiari.

Dottoressa Franco vuole aggiungere qualcosa?

Voglio aggiungere che i tempi sono maturi per estromettere le parti civili dal processo penale e che certi giornalisti che organizzano convegni premendo per una riforma della giustizia invece di invitare chi per decenni si è adattato al sistema dovrebbero dare la parola a chi combatte giornalmente sul campo contro il processo mediatico e contro chi specula sul dolore di coloro che sono coinvolti nei casi giudiziari in prima persona.

Domenico Leccese 

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