AttualitàEventi e Cultura

Consideri l’informazione e la formazione strumenti di prevenzione?

Conosci le differenze tra il bullismo e il cyberbullismo. E le loro cause? Quali sono i social network più utilizzati?

Conosci le differenze tra il bullismo e il cyberbullismo. E le loro cause?

Quali sono i social network più utilizzati? che tipi di materiale condividono i ragazzi e con chi?

Sapresti individuare e affrontare una situazione difficile?

Ti rivolgeresti ai tuoi genitori?

Quali sono le caratteristiche principali delle vittime?

E dei carnefici?

 

Come genitori e docenti possono aiutare i minori?

Consideri l’informazione e la formazione strumenti di prevenzione?

Questi alcuni degli argomenti trattati dai Lions Potenza Duomo questa mattina all’Istitituto Agrario G. Fortunato grazie al prezioso contributo del Dirigente Scolastico Rocco Garramone, il Questore di Potenza Alfredo Anzalone, Nicola Paciello, Rosanna Benedetto, Angelo Lucano Larotonda.
Nell’era della comunicazione digitale L’obiettivo dei LIONS è quello di prevenire e sensibilizzare sui rischi del mondo digitale.

La Presidente Avv. CARMEN CELI: Grazie a tutti i ragazzi dell’Istituto per l’attenzione e l’interesse dimostrato.

Il bullismo é un fenomeno in costante aumento

I genitori, le Istituzioni, gli insegnanti, devono aiutare gli alunni a diventare responsabili perché le classi e le amicizie sono le prime piccole “società” nelle quali gli alunni possono fare le loro esperienze e crescere.

– PIANIFICAZIONE: il bullismo è un comportamento aggressivo pianificato. Il bullo sceglie attentamente la vittima tra i compagni più timidi e isolati per ridurre il rischio di possibili ritorsioni,

– POTERE: il bullo è più forte della vittima, non per forza in termini fisici, ma anche sul piano sociale; il bullo ha un gruppo di amici-complici con cui agisce, mentre la vittima è sola, vulnerabile e incapace di difendersi.

PAURA: sia la vittima che i compagni che assistono agli episodi di bullismo hanno paura, temono che parlando di questi episodi all’adulto la situazione possa solo peggiorare, andando incontro a possibili ritorsioni da parte del bullo. Meglio subire in silenzio sperando che tutto passi.

Fortunatamente, la politica si é mossa con l’approvazione della legge n. 71 del 29 maggio 2017 recante disposizioni sulla tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo.
Tra le novità previste dalla legge, spiccano la definizione del fenomeno e la possibilità, per il minore (anche senza che il genitore lo sappia) di chiedere direttamente al gestore del sito l’oscuramento o la rimozione della “cyber aggressione”. Nel caso in cui il gestore ignori l’allarme, la vittima, stavolta con il genitore informato, potrà rivolgersi al Garante per la Privacy che entro 48 ore dovrà intervenire.

E stabilisce la “procedura di ammonimento” come nella legge anti-stalking: il “bullo” over 14 sarà convocato dal Questore insieme a mamma o papà e gli affetti dell’ammonimento cesseranno solo una volta maggiorenne. Ogni scuola dovrà inoltre individuare tra i prof un addetto al contrasto e alla prevenzione del “cyberbullismo” che potrà avvalersi della collaborazione delle Forze polizia.

Al preside spetterà di informare le famiglie sui eventuali minori coinvolti in atti di bullismo.

Oltre al pericolo del bullismo c’è il pericolo della rete.
Nell’era di internet, poi, il problema ha trovato nei social network la sua cassa di risonanza, tanto da spacchettarsi in un sotto-fenomeno: il cyberbullismo. Sono dinamiche che sfuggono al controllo degli adulti e che spesso si solidificano fuori dagli orari scolastici. Ma la scuola non deve per questo sentirsene estranea.
La rete é un veicolo di diffusione potenzialmente universale che può anche diventare un modo per raggiungere in un attimo milioni di persone ma anche un mezzo per diffondere stereotipi, meccanismi discriminatori e intolleranze.

Le cronache purtroppo ci raccontano sempre più spesso storie, a volte drammatiche di giovani, minoranze, donne, personaggi pubblici che sono vittime di insulti, diffamazione, persecuzione attraverso il web.
Purtroppo sempre di più ciò che è virale é vero, e non importa se la notizia sia vera, verificata o attendibile.
L’importante è che che sia verosimile e che venga veicolata tramite i canali giusti.
Un esercito di creatori di notizie false di fake news volte a far crescere la rabbia e il pregiudizio nelle persone.

Nell’era della comunicazione digitale il dibattito di oggi rappresenta un punto di partenza ma quello che ê assolutamente necessaria é un’ attività di prevenzione ed educazione che parta dalle istituzioni, scuole, giuristi, che devono garantire la sicurezza in rete attraverso un processo educativo che possa insegnare agli utenti e ai ragazzi in particolare modo, che sono si nativi digitali ma che ancora mancano del pensiero riflessivo, su come usare la rete nel rispetto del diritto di tutti e sulla consapevolezza sui rischi del mondo digitale.

È purtroppo se non si mette al centro il rapporto con l’altro e il rispetto della dignità umana le conseguenze purtroppo saranno devastanti.
Perché internet permette di amplificare il messaggio di odio, un messaggio che diventa persistente perché non possiamo cancellarlo.
Perché stampa, politica e religione usano l’odio per muovere il consenso , perché dietro il web una persona si sente più disinibita, dietro il web si cambia.
La necessità é trovare un equilibrio anche sulla rete tra tutela della libertà di espressione e salvaguardia dei diritti umani,

Ritengo che Educazione, conoscenza delle leggi a supporto di queste temi sono il modo migliore per fronteggiare queste tematiche molto gravi.
Allora il mio auspicio é che il dibattito di questa mattina possa essere l’inizio di un percorso che porti ad intraprendere una rivoluzione culturale su questi temi che coinvolgono un po’ tutti.
Perché quello sul web è un odio che non si vede. L’interlocutore può celarsi dietro ad uno schermo e può addirittura non avere un volto, ma le parole possono ferire non meno di una vera aggressione e lasciare delle cicatrici indelebili.

La missione della scuola dovrebbe essere questa: crescere studenti, non arroganti, Ma che credano nelle lori capacità.

Gli altri relatori hanno messo in evidenza i profili giuridici, psicologici e antropologici del fenomeno.

Domenico Leccese

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti