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LA CASTA SI TAGLIA UN PO’ LO STIPENDIO

POTENZA. I consiglieri regionali hanno votato, nel Consiglio di ieri, a favore dei tagli alle loro indennità. Sembrerebbe una buona

POTENZA. I consiglieri regionali hanno votato, nel Consiglio di ieri, a favore dei tagli alle loro indennità. Sembrerebbe una buona notizia, eppure consequenzialmente alla decisione, si è diffuso, proprio tra gli stessi votanti, il malcontento. Bisogna addentrarsi nel dettaglio per comprendere la questione. Il nodo cruciale è sull’entità del taglio ai costi della politica. Per alcuni, in primis il consigliere Giannino Romaniello (Mdp) che ha proposto l’emendamento, la riduzione è troppo piccola. Di certo, in aggiunta, non corrisponde a quella originariamente proposta. Nello specifico l’approvazione della proposta di legge comporta un taglio del 10 per cento delle indennità di carica dei consiglieri regionali. Le quali passano, così, da 6 mila e 600 euro a 5 mila e 940 euro lordi al mese. Romaniello, pertanto, non può essere soddisfatto. Perchè se i consiglieri si fossero attenuti alla sua proposta si sarebbero decurtati le indennità non di 600 euro, ma di mille e 600 euro. Ciò perchè il criterio indicato per rimodulare le somme era diverso. Ci ha provato il consigliere a farlo notare un’ultima volta prima della votazione. Ma nulla. Romaniello ha approfittato degli istanti che hanno preceduta la schiacciata del bottone, sul si o sul no al taglio, per spiegare il “sabotaggio fatto all’articolo uno della sua proposta di legge. «La proposta da me avanzata – ha detto nella circostanza Romaniello – intendeva riqualificare l’indennità lorda dei consiglieri sulla base dell’indennità che percepisce il sindaco della città capoluogo. Ciò anche in coerenza con quanto dichiarato, in occasione del referendum del 4 dicembre, dalla stragrande maggioranza dei partiti, e soprattutto dal Pd». «L’indennità del sindaco di Potenza – ha specificato Romaniello -, mi risulta essere di 5 mila euro lordi. Oggi (ieri, ndr) si propone invece una riduzione del 10 per cento della indennità lorda. Riduzione solo di 660 euro». E così è stato. Hanno fatto notare al consigliere anche che il testo da lui redatto sarebbe stato manchevole di una precisazione: quale capoluogo? Non c’è bisogno di aderire politicamente all’operato di Romaniello, per concordare con lui sul fatto che l’eccezione è quantomai superflua. Tanto più che ognuna delle altre Regioni, nel decidere su analoghe proposte, ha fatto riferimento al proprio capoluogo di regione e non a quello di altri. «Le mie proposte – ha dichiarato Romaniello dopo la votazione – andavano nella direzione di una maggiore riduzione dei costi della politica regionale, attraverso una ulteriore diminuzione degli emolumenti dei Consiglieri regionali, sia in relazione all’indennità di funzione che all’indennità di carica». «Ma soprattutto – ha specificato il consigliere – prevedevano che i risparmi realizzati fossero totalmente destinati al sostegno di politiche di inclusione. Ho, tuttavia deciso di votare ugualmente la proposta di legge nel suo complesso in quanto rappresenta comunque un miglioramento in termini di risparmio». «In particolare – ha spiegato Romaniello -, il risparmio complessivo annuo, che avevamo stimato in circa 685.080 euro, sarebbero stato destinato ai portatori di handicap con particolari patologie disabilitanti, dando priorità all’acquisto di strumenti tecnologici innovativi per favorire l’accesso al sapere e alla partecipazione alla vita sociale, culturale e ludica. Faremo, nei prossimi giorni, il calcolo di quante risorse in più avremmo avuto a disposizione con la nostra proposta rispetto a quella approvata. Si poteva avere più coraggio ma un altro passo in avanti è stato comunque fatto». Ad ogni modo la visione complessiva delle riduzioni votate ieri è che: ci sarà un taglio del 10 per cento delle indennità di carica dei consiglieri regionali, delle indennità di funzione, che in base alle diverse funzioni andavano da 300 a 2.700 euro e ora saranno compresi fra 270 a 2.430 euro, e che porta da 1.500 a 1.950 euro la quota dei rimborsi spese, 4.500 euro, che ogni consigliere dovrà destinare ai contratti per i propri collaboratori. Sulla scia polemica tracciata dal consigliere regionale Romaniello, ci sono i cinque stelle. Perrino e Leggieri etichettano la riduzione di ieri come «un taglietto» «Non ci siamo sottratti al voto favorevole della proposta – hanno dichiarato Perrino e Leggieri – anche se questa non era totalmente allineata a quella da noi presentata. Anche grazie a noi e alle nostre continue spinte, il Consiglio ha dovuto affrontare il provvedimento: si è concluso lo stucchevole ping-pong messo in piedi dalla maggioranza e da alcuni improvvisati alleati della minoranza». Di diverso tenore sono state le affermazioni del presidente del Consiglio, Franco Mollica. «No al populismo e alla demagogia – ha dichiarato Mollica -, perché il funzionamento della democrazia ha un costo che deve essere riconosciuto in maniera trasparente e le istituzioni devono essere messe nelle condizioni di svolgere le loro funzioni nell’interesse della comunità. E naturalmente no all’autoreferenzialità di una classe politica che in alcuni casi non ha saputo dare una buona prova di sé». «La legge approvata – ha concluso Mollica – apporta nuovi tagli alle indennità dei consiglieri regionali e comporta un ulteriore contenimento delle spese del Consiglio regionale. La Basilicata si conferma Regione virtuosa».

NIENTE VOTO: PACE RESTA A MANI VUOTE 

Rinnovo della presidenza del Consiglio regionale: nuova puntata, stesso risultato. Non si è votato per mancanza del numero legale, o meglio l’argomento non è stato proprio affrontato. Il consigliere Aurelio Pace che ambisce, ormai da mesi, a sedersi sulla poltrona attualmente occupata da Franco Mollica dovrà attendere. Eppure il suo “collega” Napoli (FI) ci ha provato a dargli una mano. Ha chiesto di anticipare la votazione. Varie le intemperanza che l’annuncio ha sollevato tra i partecipanti all’Assemblea. Tra tutte, degna di nota quella del consigliere Giuzio che dopo aver fatto notare che non era il caso, ha lasciato l’aula ed è stato seguito a ruota da altri. Nei suoi ripetuti tentativi di scalare fino al vertice del Consiglio, Pace, però un risultato l’ha ottenuto. Dopo le tante volte in cui non si è proceduto al voto, per via dell’assenza del numero legale, l’ultima volta ha ottenuto, finalmente, una preferenza. Proprio dalla persona alla quale vorrebbe succedere: Franco Mollica. Quest’anno, teoricamente ci sarebbe ancora un’altra chance per Pace. Ci sarà, tra natale e capodanno, un altro Consiglio regionale. Chissà se le feste porteranno in dono al consigliere il regalo tanto agognato.

LA FACILE PROFEZIA DEL “ROMA”, GIULIANO SMENTISCE SE STESSO

Dati gli elementi messi in campo da il “Roma”, al Garante Giuliano non rimaneva altra scelta che dissociarsi da se stesso. Ed è quanto si è vericaficato: «Per evitare strumentalizzazioni false e tendenziose, su profili social che non sono a me riconducibili, comunico che da oggi 19/12/2017, cancello anche la pagina Facebook personale». Vi è di più. Perchè è quanto avevamo annunciando, mostrando una particolare propensione alla profezia. Non casualmente il “Roma”, nell’edizione del 15 dicembre scorso: «C’è chi giura che il Garante si dissocerà anche dal suo stesso profilo Facebook». Seguendo le prove lungo il percorso della vicenda impeachment Garante la conclusione era chiara già allora. Giuliano continua, da parte sua, a non entrare mai nel merito. Persegue, al contempo, nella sua volontà di non rassegnare le dimissioni. Perseverando in entrambe le scelte citate, ne deriva un impoverimento morale della questione e l’assenza di una spiegazione chiara e, soprattutto, valida. C’è, però, un importante aggiornamento. I consiglieri regionali, Romaniello (Mdp) e Santarsiero (Pd), presenteranno ufficialmente nel prossimo Consiglio, tra natale e capodanno, la mozione di sfiducia. Sembra che al testo al quale stanno lavorando manchino solo dei puntellamenti. La vicenda, pertanto, ora passerà completamente nelle mani della politica. L’Assemblea dovrà vagliare il contenuto del “dossier” redatto dai due consiglieri. Il corposo documento punta in primis luogo a smontare la presunta efficacia dell’operato del Garante, e in secondo luogo a far emergere l’inopportunità di una serie di azioni intraprese da Giuliano durante il suo attuale mandato. In effetti, come detto, lo stesso non ha mai chiarito sui finanziamenti pubblici con i quali più volte è stata già ampiamente foraggiata la sua attività di scrittore. Per una cifra di circa dieci mila euro. Alla quale Rocco Positino, assessore di Satriano, paese da Giuliano amministrato per un ventennio, voleva aggiungere altri 3mila e cinquento euro per comprare 500 copie da portare ai conterranei che vivono a Montevideo, in Uruguay. Così come Giuliano non ha mai risposto in merito alla sua attestata partecipazione alla gestione dei profili social dell’associazione dei “Liberi e forti di Basilicata”. Ne è stato l’amministratore, anche dopo il 2014, anno della sua nomina. Risulta tale fino al 2 dicembre scorso. Solo l’11 dicembre scorso, per fare un esempio tra i tanti, ha aggiunto un suo amico. Nella fattispecie Del Duca.

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