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GRECO ASSOLTO DALL’ACCUSA DI CALUNNIA

SALERNO. Francesco Greco (in foto), attualmente Pubblico ministero presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Lagonegro, è stato prosciolto

SALERNO. Francesco Greco (in foto), attualmente Pubblico ministero presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Lagonegro, è stato prosciolto dall’accusa di calunnia, dal Tribunale di Salerno. Il Gup Indinnimeo ha sentenziato per lui l’assoluzione con la formula: «Perché il fatto non costituisce reato». Greco, è un magistrato noto anche alle cronache nazionali per essersi occupato dell’inchiesta sulla Jolly Rosso, giornalisticamente definita “la nave dei veleni”, al centro di un caso di trasporto via mare di rifiuti tossici e materiale radioattivo. L’ipotesi dell’accusa era che Greco, come recita l’imputazione coatta che fu disposta nei suoi confronti, aveva calunniato due persone: Vincenzo Oliva e l’avvocato calabrese Battista Greco. Le dichiarazioni al vaglio del giudice erano state proferite dal pm Greco durante due interrogatori fatti nell’ambito di un procedimento penale scaturito a seguito dell’aggressione subita da Battista Greco il 27 giugno del 2010 sul lungomare di Diamante. Il pm era, all’epoca, imputato, poi venne assolto, in qualità di «istigatore e determinatore della condotta illecita nel pestaggio», stando alle accuse, commesso da Aligia, ex assessore Pd di Diamente, Bruno, suo cognato, Vidiri, ex dipendente comunale e Casella, suocero dell’ex sindaco Pd del comune cosentino, Ernesto Magorno, ora deputato. I due interrogatori in questione risalgono al 2014. Nel suddetto processo penale per il pestaggio citato, Oliva costituiva fonte di prova a sostegno dell’accusa avendo dichiarato, tra le altre cose, che circa 15 giorni prima dell’aggressione all’avvocato Battista Greco, transitando sul lungomare di Diamante, aveva visto il pm Francesco Greco discorrere con Biagio Casella e che aveva udito il primo dire al secondo: «Sta rompendo i co… con questo fatto della piscina, spaccategli la faccia altrimenti non la finisce più». Francesco Greco da parte sua, interrogato in aula disse, per esempio, di Oliva: «È persona nota, anche in paese, quale truffatore e non gode di stima collettiva». In più riferì, sempre agli inquirenti, ma in altra circostanza che Oliva, un anno e mezzo prima, lo aveva avvicinato riferendogli che era stato contattato dall’avvocato Greco per sapere se era disponibile a fare una falsa testimonianza nei suoi confronti, nonchè incolpando Greco di «utilizzare testi compiacenti per introdurre ex post elementi di prova falsi pur di ottenere il suo illecito risultato coerente al disturbo paranoide dal qual risulta affetto». Per l’accusa frasi di questo tenore avevano fatto si che l’allora imputato travalicasse il suo diritto a difendersi anche ricorrendo alla menzogna. Da qui la calunnia. Per il Gup la prova di colpevolezza non è emersa al di là di ogni ragionevole dubbio. Agli atti, per il giudice, non si è potuto dimostrare che l’incontro tra Greco e Oliva sia falso. L’avvocato Battista ha dichiarato alla nostra redazione: «Prendo atto della sentenza, valuterò la trasmissione della stessa al Csm per l’eventuale apertura di un procedimento disciplinare. Personalmente ritengo che vi siano i presupposti per adire quantomeno l’azione civile presso il Tribunale competente».

DI FERDINANDO MOLITERNI

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