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CARLO AZEGLIO CIAMPI, UN PRESIDENTE INNAMORATO DELLA BASILICATA

di Leonardo Pisani Un anno fa ci lasciava Carlo Azeglio Ciampi, un Presidente della Repubblica sui generis, quando fu eletto

di Leonardo Pisani
Un anno fa ci lasciava Carlo Azeglio Ciampi, un Presidente della Repubblica sui generis, quando fu eletto non iscritto a nessun partito. La sua candidatura fu fortemente voluta dalla intera coalizione dell’Ulivo e che ottenne il consenso anche del centrodestra di Silvio Berlusconi . Il 13 maggio 1999 Ciampi venne eletto alla prima votazione, con una larga maggioranza (707 voti su 1010). Ciampi ha avuto sempre ha avuto sempre un rapporto stretto con la Basilicata a partire dagli accordi per le royalties del petrolio dove si prodigò per fare ottenerle, venne a Potenza e Matera nel 2001; l’ elogiare l’utilizzo dei fondi europei da parte della Basilicata essendo un europeista convintissimo ; da presidente del Consiglio, a inaugurare lo stabilimento Fiat-Sata di Melfi, Ciampi profetico nel prevedere un futuro per Matera e i suoi Sassi, lui a nominare senatore a vita, nel 2003, Emilio Colombo. La sua attività istituzionale si incrocia – spesso anzi sempre con quella di Romualdo Coviello, senatore nei momenti cruciali della attività di Carlo Azeglio Ciampi. In occasione della scomparsa, il 16 settembre 2016 ne parlai con il senatore Coviello, il quale mi decrisse di un Ciampi che credeva nel Sud e credeva nella Basilicata. «Aveva grande considerazione della nostra regione e da economista credeva che anche le aree interne potevano avere sviluppo a differenza di Manlio Rossi Doria o della Fondazione Agnelli. Le sue visite da noi lo hanno ampiamente dimostrato. Ciampi è stato il presidente di tutti e che lavorato affinché il senso istituzionale ed i valori della nostra Costituzione diventassero sempre più un sentimento nazionale. Ricordiamo che alla fine del suo mandato presidenziale sia il centro destra, sia il centro sinistra, lo ringraziarono e lodarono per il suo operato super partes e di garante istituzionale». Già dalla breve esperienza di Ciampi come presidente del Consiglio quando giurò dal Presidente della Repubblica Scalfaro, Romualdo Coviello era senatore in quella XI Legislatura : «Ciampi era uomo di lettere diventato poi un grande economista per la esperienza alla Banca D’Italia – sottolinea Coviello – ed inoltre una formazione culturale di straordinario spessore. Ciampi credeva nel Sud Italia e e nella Basilicata, a differenza per esempio della Fondazione Agnelli che reputava la nostra una regione “inesistente” non capace di poter reperire proprie risorse. Anche Manlio Rossi Doria la pensava in questo modo. Ciampi invece no; già da Presidente del Consiglio comprese la potenzialità della Basilicata. Del resto dopo la straordinaria esperienza di Verrastro; dopo il sisma del 1980 dove tutta la classe dirigente lucana dalla maggioranza alle opposizioni diede prova di senso delle Istituzioni con una eccezionale risposta all’emergenza, la Basilicata ha continuato anche dopo Verrastro in quel percorso riuscendo a diventare una regione capace di sfruttare le risorse europee. Ciampi apprezzo questo». Il rapporto tra il senatore Coviello e Carlo Azeglio Ciampi diventa più stretto nella XII Legislazione quando Prodi chiama Ciampi nel suo governo al dicastero del Bilancio e programmazione economica.

Il parlamentare lucano in quella legislatura ottiene il prestigioso incarico di presidente della commissione bilancio del Senato e si trova a collaborare con il ministro Ciampi per l’ingresso nell’euro nel lavori di commissione . Ricorda il senatore Coviello :  «Romano Prodi chiamò Ciampi a  quel ministero in una fase delicatissima per la politica italiana perché si stava andando verso l’Euro e c’era bisogno di una personalità che avesse oltre ad una grandissima competenza tecnica anche relazioni e autorevolezza internazionale. La Germania non considerava l’Italia pronta per l’euro – rimarca Coviello – quindi oltre alla strategia ci voleva anche consenso in Europa ed anche  poi un rapporto solido tra la lira e la futura moneta unica. Il parlamentare lucano in quella legislatura ottiene il prestigioso incarico di presidente della commissione bilancio del Senato e si trova a collaborare con il ministro Ciampi per l’ingresso nell’euro nel lavori di commissione . “ L’Italia entrò nel l’euro  e si impose sullo scetticismo tedesco- ricorda Coviello – Ciampi ebbe un incontro a Francoforte  alla presentazione delle euro volle che nella delegazione fossimo presenti il sottoscritto e Gavino Angius  presidenti delle commissioni bilancio e finanze del Senato. Ricordo un episodio al ritorno mi diede  mi diede un passaggio in auto;  Ciampi   prese posizione  alla sinistra e instette che io prendessi posto alla sua destra e mi disse “lei senatore tu rappresenta  in questo momento i cittadini italiani e le istituzioni ed io devo  portarle rispetto….  Alla fine divenne un rapporto affettuoso tra noi due».  Il 13 maggio 1999  Ciampi venne  eletto alla prima votazione, con una larga maggioranza (707 voti su 1010), decimo presidente della Repubblica. «Per la corsa alla Presidenza della Repubblica – ricorda il senatore Coviello – c’era in corsa anche Franco Marini; vedi all’epoca noi ex democristiani dopo la fine del partito ci trovavamo in tutte e due gli schieramenti ma Ciampi dava una garanzia di equilibrio e imparzialità superiore a tutti. Ciampi non voleva però portare rotture nel centrosinistra, si informava sempre. Una volta gli telefonai di notte per dargli notizie e mi chiese di Marini. Gli risposi che si era tirato indietro per dare la possibilità di una più ampia maggioranza. E così fu».

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