SEXY SCANDALO, IL TRIBUNALE: «SALVIA NON PUÒ ESSERE PARTE CIVILE»
È stata respinta oggi dal Tribunale di Potenza la richiesta dell’ex assessore al Comune di Potenza, Giovanni Salvia, di costituirsi
È stata respinta oggi dal Tribunale di Potenza la richiesta dell’ex assessore al Comune di Potenza, Giovanni Salvia, di costituirsi parte civile, poiché ipotetica persona offesa, nell’udienza preliminare del cosiddetto procedimento “Sexy scandalo”.
Salvia fu protagonista nell’ottobre del 2015 di uno scandalo sessuale in quanto sarebbe stato ripreso in un video mentre si masturbava. Ciò nel periodo in cui era assessore allo Sport e alle Politiche Giovanili.
Grande fu il clamore mediatico da far nascere una indagine giudiziaria. Da lì a poco quello che all’epoca era di fatto il responsabile della comunicazione del partito di Salvia, Giuseppe Postiglione, venne accusato di aver estorto a Salvia le dimissioni per provare a calmierare gli effetti della notizia devastante per l’onorabilità dell’allora assessore.
Ipotesi a cui la Procura dette credito anche sulla base delle dichiarazioni di Salvia che riferì di essere in possesso a sua volta di una registrazione audio in cui Postiglione, anziché consigliarlo, come avrebbe dovuto fare per il ruolo rivestito nel partito, gli avrebbe imposto di dimettersi. Ipotesi, questa, che portò all’emissione di una misura cautelare per Giuseppe Postiglione e l’apertura di un fascicolo sul fratello Antonio Postiglione, coinvolto di striscio dalla vicenda.
Successivamente, però, la stessa Procura effettuò ulteriori ricerche per dare riscontro alle parole di Salvia. In particolar modo gli fu chiesto di poter accedere al telefonino sul quale aveva registrato l’audio incriminato. A quel punto Salvia dichiarò di averlo cancellato per far spazio nella memoria. A questo punto gli inquirenti disposero un doppio accertamento tecnico (in gergo irripetibile) per verificare se ciò fosse vero. La Polizia delle comunicazioni fu incaricata dal P.M. Natale di verificare se fosse vero che Salvia in quel dato giorno del 2015 avesse effettuato e poi cancellato la registrazione. Ciò anche al fine di recuperare l’audio. Con le nuove tecnologie, infatti, anche un audio cancellato può essere recuperato dagli inquirenti con un particolare software. Il riscontro degli inquirenti fece scalpore. Dalle risultanze dell’accertamento emerse che non c’era nessun audio da recuperare perché Salvia quella registrazione non l’aveva mai effettuata. Dopo questo fatto le indagini furono chiuse.
Oggi il Gup del Tribunale di Potenza, la dottoressa Petrocelli, chiamato a decidere sulla richiesta avanzata dall’avvocato Raffaele Roccanova di costituzione di parte civile di Giovanni Salvia, in quanto ipotetica persona offesa, ha deciso di dichiarare inammissibile l’istanza, accogliendo la tesi di uno dei difensori di Antonio Postiglione, l’avvocato Giovanni Rumma che aveva chiesto il rigetto di essa per mancanza di «petitum».
Per il resto delle decisioni il procedimento è stato rinviato al 17 gennaio 2018 per decidere, dopo la discussione della difese, se i fratelli Postiglione andranno definitivamente prosciolti oppure se la vicenda dovrà risolversi in sede dibattimentale.