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Esame di stato, analisi del testo – Maturità 2017, la poesia di Giorgio Caproni -“Versicoli quasi ecologici”

Chi era Giorgio Caproni, l’autore della prima prova alla maturità La traccia di analisi del testo della prima prova prevede

Chi era Giorgio Caproni, l’autore della prima prova alla maturità

La traccia di analisi del testo della prima prova prevede una poesia del poeta livornese, morto nel 1990

L’autore uscito per la traccia di analisi del testo alla prima prova della maturità è il poeta Giorgio Caproni.

La poesia di Caproni si intitola “Versicoli quasi ecologici” ed è contenuta nella raccolta postuma Res Amissa, uscita nel 1991.

Esame di stato, analisi del testo -Maturità 2017, la poesia di Giorgio Caproni – “Versicoli quasi ecologici”

Non uccidete il mare,

la libellula, il vento.

Non soffocate il lamento

(il canto!) del lamantino.

Il galagone, il pino:

anche di questo è fatto

l’uomo. E chi per profitto vile

fulmina un pesce, un fiume,

non fatelo cavaliere

del lavoro. L’amore

finisce dove finisce l’erba

e l’acqua muore. Dove

sparendo la foresta

e l’aria verde, chi resta

sospira nel sempre più vasto

paese guasto: Come

potrebbe tornare a essere bella,

scomparso l’uomo, la terra.

 

Caproni era nato nel 1912 a Livorno. Studiò a Genova, ma visse quasi tutta la sua vita a Roma. Fece la guerra (1939), partecipò alla Resistenza, fu per molti anni maestro elementare e collaborò con diversi giornali e riviste scrivendo poesie ma anche saggi, racconti e traduzioni, soprattutto dal francese e di opere molto importanti: Il tempo ritrovato di Marcel Proust, Bel Ami di Guy de Maupassant, I fiori del male di Charles Baudelaire, L’educazione sentimentale di Gustave Flaubert, tra le altre. Fu in contatto con alcuni dei principali intellettuali del Secondo dopoguerra come Pier Paolo Pasolini e Natalia Ginzburg.

Caproni iniziò a scrivere poesie e sonetti mentre frequentava le scuole magistrali inviandoli a varie riviste genovesi. Studiò anche musica, poi dovette rinunciare, e fu per lui una decisione molto sofferta. Nei lavori preparatori della raccolta postuma Res amissa alcune poesie furono trascritte direttamente sui righi di uno spartito musicale. Nei suoi versi Caproni parlò di Genova, della madre, del linguaggio e di Livorno: i Versi livornesi, ad esempio, sono contenuti nel suo libro forse più popolare, Il seme del piangere. Ancora in vita, ricevette numerosi premi e riconoscimenti diventando uno dei maggiori poeti del Novecento italiano.

Giorgio Caproni è stato un poeta, critico letterario e traduttore italiano. Nato a Livorno il 7 gennaio 1912, studiò a Genova, ma visse quasi tutta la sua vita a Roma. Combattè nella Seconda Guerra Mondiale e perse parte alla Resistenza. Dopo la guerra insegnò per molti anni nelle scuole elementari e collaborò con diversi giornali e riviste scrivendo poesie ma anche saggi, racconti e traduzioni, soprattutto dal francese e di opere molto importanti, di Proust, Maupassant, Flaubert. Studiò musica e compose poesie e sonetti già a partire dalle scuole magistrali. Scomparve a Roma il 22 gennaio 1990

Il testo della poesia scelta dal Miur: si intitola «Versetti quasi ecologici», ed è contenuta nella raccolta postuma «Res Amissa» (uscita nel 1991). Il suo libro più popolare è «il seme del piangere».

Il commento a caldo della Prof. Antonella Marinelli :

“LASCIAMO IN PACE IL MNISTERO E CAPRONI. L’esame di maturità è di per sé sporco e irripetibile. Sporco per l’imperfezione e la preparazione sbavata con cui si affronta (con o senza il plurale dei nomi in -ce), irripetibile per il carico emozionale che si porta dietro. Studio in comitiva,pranzetti-studio, post pranzetti-studio. Molti fingeranno di saper commentare i versi di Caproni,altri di saper svolgere funzioni e limiti.
Ma quello che di buono ancora conserva la Maturità è la prova orale, quando servendosi di una dialettica appiccicata a termini finto forbiti,i ragazzi possono finalmente dimostrare di vivere pienamente la loro epoca. Se sono in grado di raccontarsi nel presente è fatta! In bocca al lupo a voi.”

Maturità 2017, che cos’è il galagone?

Viene citato nella poesia di Giorgio Caproni alla maturità.
Ecco come è fatta questa scimmietta
Tutto parte da una traccia scelta dal ministero dell’Istruzione per la prima prova di italiano alla maturità 2017. Per l’analisi del testo, infatti, il Miur ha deciso di affidarsi a una poesia di Giorgio Caproni, Versicoli quasi ecologici, in cui compare il misterioso galagone.

Ecco lo scritto di Caproni in cui compare il galagone:
“Non uccidete il mare,
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento
(il canto!) del lamantino.
Il galagone, il pino:
anche di questo è fatto
l’uomo. E chi per profitto vile
fulmina un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro.
“L’amore
finisce dove finisce l’erba
e l’acqua muore. Dove
sparendo la foresta
e l’aria verde, chi resta
sospira nel sempre più vasto
paese guasto: Come
potrebbe tornare a essere bella,
scomparso l’uomo, la terra“.
Leggendola, ci si chiede immediatamente chi o cosa sia un “galagone“.

È presto detto: si tratta di una famiglia di piccoli mammiferi, primati per la precisione, che abitano l’Africa intertropicale. In sostanza, il galagone è una scimmietta di piccole e medie dimensioni, con una lunga e pelosa coda, oltre che arti posteriori molto più lunghi di quelli anteriori. Grazie a queste forti zampe riesce a compiere balzi poderosi. A guardarlo mette tenerezza: muso corto, occhi grandi e pelo morbidissimo.
La specie più conosciuta è il galagone minore, Galago moholi, un primate notturno che arriva fino a una lunghezza di 50 centrimetri, un peso di 200 grammi e che si nutre prevalentemente di insetti.

 

LUISA BETTY dichiara :

IO il caro Caproni lo conoscevo, e anche bene…sempre piu’ fiera di essermi laureata in Lettere, da sempre considerata “la facolta’ degli sfigati che non troveranno mai lavoro”.

 

 

 

Io invece l’ho trovato e mi piace pure…ed oggi sto constatando di essere molto piu’ felice e realizzata di tutti coloro che prendevano per i fondelli noi Letterati chiamandoci “falliti”, e che adesso si sono ridotti a lavorare alle casse dei supermercati e alle pompe di benzina (per carita’, massimo rispetto per ogni lavoro, ma credo converrete con me che per un Laureato sono lavori un po’ miserelli…) Proprio vero che il Tempo ti da’ ogni rivincita…basta saper attendere..

Domenico Leccese

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