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L’OSPEDALE SAN CARLO “FAVORISCE” I FUMATORI

POTENZA. Polemiche con segnalazioni scritte viaggiano all’ospedale “San Carlo” di Potenza. Presso il nosocomio del capoluogo disattesa la legge che

POTENZA. Polemiche con segnalazioni scritte viaggiano all’ospedale “San Carlo” di Potenza. Presso il nosocomio del capoluogo disattesa la legge che prevede il divieto di fumare all’interno e nelle immediate vicinanze dell’ingresso dei reparti. Anzi, la direzione, sembra, per paradosso, favorirne la pratica, vietata dalla norma e, soprattutto, dal buon senso.
I fatti. Con il decreto legislativo numero 6 del 2016 il Ministero della Salute ha emanato nuove regole in materia di protezione dal fumo passivo, soprattutto per le fasce più deboli e, particolarmente, per minori e malati. Ciò al fine di assicurare un elevato livello di protezione della salute attraverso l’introduzione di maggiori restrizioni e avvertenze per dissuadere i consumatori e preservare i cosiddetti utenti “passivi”.
Tra le nuove restrizioni introdotte c’è quella del «divieto di fumo nelle pertinenze esterne delle strutture ospedaliere». Pesanti le sanzioni introdotte in caso di violazioni. Sono stati, infatti, aumentati del 10 per cento gli importi delle multe che erano già previsti in precedenza per casi analoghi. La norma, per quanto riguarda i controlli, prescrive che la eventuale violazione al divieto di fumo deve «essere rilevata dai delegati alla vigilanza sull’osservanza del divieto e dai pubblici ufficiali e agenti, ai quali competono l’accertamento e la contestazione dell’infrazione». Ed è qui che “casca l’asino”. Al “San Carlo” pare che non solo la norma non sia stata attuata, ma peggio. I controlli degli addetti lasciano a desiderare. E gli astanti possono fumare tranquillamente davanti agli ingressi dei padiglioni.
Ma c’è di più. Nonostante la direzione sanitaria sia stata informata, è stata protocollata una nota scritta al direttore, essa non ha dato nessun riscontro alle segnalazioni. Anzi, l’azienda sanitaria ha addirittura pensato bene di fare “cosa gradita” ai trasgressori munendo di enormi ceneriere gli ingressi dei padiglioni. Un assurdo paradosso: l’ente che dovrebbe vigilare sul rispetto della norma, non solo non lo fa, ma per un singolare “eccesso di garbo” fornisce anche “le comodità” per trasgredire. Anche di questa circostanza è stato avvisato per le vie scritte l’ufficio tecnico.
Ma, anche se si stenta a crederci, a oggi chi di competenza non ha provveduto alla rimozione quantomeno delle ceneriere.

LINA PATERNA

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