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MASSARO (CSAIL): «RIVEDERE LE ACCISE DEL PETROLIO VAL D’AGRI»

  «Gli automobilisti italiani quando fanno il pieno di benzina o gasolio dovrebbero ricordarsi che il petrolio estratto in Val

 

«Gli automobilisti italiani quando fanno il pieno di benzina o gasolio dovrebbero ricordarsi che il petrolio estratto in Val d’Agri ha contribuito negli anni e contribuirà ancora alla ricostruzione delle aree terremotate di tutto il Paese». La Csail così commenta lo studio diffuso dalla Cgia di Mestre secondo il quale da settembre del 2016 fino al 31 gennaio di quest’anno gli italiani hanno versato all’erario 1,8 miliardi di euro interamente ascrivibili alle accise sui carburanti introdotte per finanziare la ricostruzione di 5 aree colpite da altrettanti terremoti avvenuti in Italia in questi ultimi 50 anni. «I cittadini-automobilisti pagano – dichiara Filippo Massaro, portavoce del Csail – perché dovrebbero finanziare i lavori del dopo-sisma del Belice (avvenuto nel 1968), del Friuli (1976), dell’Irpinia-Basilicata (1980) dell’Abruzzo (2009) e dell’Emilia Romagna (2012). E tra le altre cose, continuiamo a pagare le accise introdotte per la guerra di Abissinia (1935), per la crisi di Suez (1956), per il disastro del Vajont (1963), per l’alluvione di Firenze (1966), per la missione in Libano (1983), per la missione in Bosnia (1996) e per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri (2004)». «Visto che buona parte – prosegue Massaro – di queste ricostruzioni sono terminate da molti anni, “almeno in linea puramente teorica” , come afferma la Cgia, che per i primi interventi di messa in sicurezza e di avvio dei lavori di ricostruzione nelle aree del centro Italia colpite dal terremoto del 24 agosto scorso e dalle scosse che si sono abbattute successivamente, in soli 5 mesi gli italiani hanno versato nelle casse dello Stato 1,8 miliardi di euro». «E partiamo già da costi alti che a Viggiano, capitale del petrolio, nelle stazioni – protesta Massaro –  a logo Eni sono in media di 1,627 euro/litro per la benzina e di 1,527/litro per il diesel. Tra le più care d’Italia. Si badi bene: per numerosissimi cittadini della Val d’Agri che per ragioni di lavoro usano quotidianamente la propria auto magari per raggiungere Potenza la card carburante (ultima ricarica) è quasi esaurita e con essa l’ultimo beneficio riconosciuto». «È una situazione non più tollerabile che vede il Csail promuovere campagne – conclude Massaro portavoce Csail – periodiche di boicottaggio delle stazioni carburante Eni, Total, Esso, le compagnie presenti in Val d’Agri e nel Sauro, perché ogni volta che facciamo il pieno alla nostra autovettura 12 centesimi di euro al litro ci vengono prelevati per finanziare la ricostruzione delle zone che sono state devastate negli ultimi decenni da questi eventi sismici. Con questa destinazione d’uso gli italiani continuano a versare all’erario circa 4 miliardi di euro all’anno. Se, come dicono gli esperti, questi fenomeni distruttivi avvengono mediamente ogni 5 anni, è necessario che queste risorse siano impiegate in particolar modo per realizzare gli interventi di prevenzione nelle zone a più alto rischio sismico e per fronteggiare i primi interventi nelle zone appena colpite».

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