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IL PUNTO DI PETRULLO. REGIONE BASILICATA: NEL 2017 ANCORA SI USA LA CENSURA

Storie di ordinaria follia, amministrativa, è bene aggiungere. Insomma questa testata giornalistica ha scoperto che una società si è dichiarata

Storie di ordinaria follia, amministrativa, è bene aggiungere.
Insomma questa testata giornalistica ha scoperto che una società si è dichiarata esclusivista dei diritti pubblicitari delle emittenti radiofoniche lucane e ha ottenuto un affidamento diretto di seimila euro per la messa in onda di spot della festa del capodanno rai dando la notizia come da regola.
Il fatto, in sé, è sconvolgente, perché se è vero, come pare, che questa società non ha l’esclusiva delle emittenti e ciononostante ha ricevuto l’appalto, e se, come andrebbe verificato, gli spot non sono andati in onda come da affidamento, e cioè da parte di tutte le emittenti radiofoniche, ci troveremmo di fronte a un grave episodio di cattiva gestione delle risorse pubbliche, causato da una dichiarazione non vera, senza che nessuno si sia premurato di verificarla.
Ma finisse qui, saremmo di fronte a uno dei tanti “assalti alla diligenza”, con o senza palo, con o senza complici e nulla più.
Ma il bello deve ancora venire.
Infatti il giorno stesso, cioè ieri, nel quale viene pubblicata la notizia, questa testata viene esclusa dalla quotidiana rassegna stampa regionale, chissà se in via definitiva o soltanto giornaliera.
Perbacco, ci mancherebbe che l’informazione attraverso la rassegna stampa non sia una scelta discrezionale dell’Ente, per quanto una esclusione sia sempre opinabile; la concomitanza fa pensare che non si tratti di pura coincidenza. E qui entra in ballo la libertà di stampa e la censura.
In molti ritengono che in Italia esista una vera e propria stampa di regime che passa alcune notizie e altre no. In questo caso sarebbe stato applicato un filtro, dagli organi interni alla regione, per non diffondere una notizia evidentemente non gradita e chissà a chi.
Per fortuna che un giornale può ancora pubblicare le notizie che intercetta, ma, francamente, visto l’andazzo c’è da chiedersi chissà per quanto tempo ancora sarà possibile, ma l’avvenimento è pericoloso.
La censura può avvenire in mille maniere e oscurare un quotidiano in una rassegna stampa è un modo come un altro per provare a nascondere le notizie. Il fenomeno, ora sappiamo, può accadere anche dalle nostre parti e denota un primato della burocrazia politica su tutto. Facile immaginare come identici filtri, contro i non allineati, siano possibili in qualsiasi campo; diventa difficile credere a una amministrazione libera per uomini liberi. Più facile pensare a una amministrazione potente per un popolo che si vuole suddito, da considerare in occasione delle regalie che il potere dispensa attraverso forme più o meno complicate di iter burocratici politicizzati.
Questa è la Basilicata 4.0 che ci viene propinata e che ci sta (s)governando. Un grave attacco all’informazione attraverso uno dei metodi più oscuri che sia mai stato immaginato dall’uomo: la censura.
Credevamo che fosse uno spauracchio del passato invece è vive e vegeta e, mi vien da pensare, chissà quante volte applicata facendo selezione o solo condizionando i comportamenti futuri.
Da esserne orgogliosi, perbacco.
Rimane però lo sconcerto di fronte a un’altra considerazione: se la Regione nella fattispecie ha operato in maniera trasparente, perché oscurare la testata in rassegna?
Magari presto leggeremo una risposta che ci tranquillizzerà, speriamo, ma una cosa è certa: questa testata rimarrà libera di pubblicare le notizie riferite a chiunque, padroni del vapore inclusi.

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