«MERCATINI DI NATALE, OPPORTUNITÀ PER ARTIGIANATO ARTISTICO E TRADIZIONALE»
I mercatini di Natale diffusi sull’intero territorio regionale per le oltre 1.300 imprese dell’artigianato tradizionale ed artistico e il migliaio
I mercatini di Natale diffusi sull’intero territorio regionale per le oltre 1.300 imprese dell’artigianato tradizionale ed artistico e il migliaio di imprese dell’artigianato alimentare sono un’opportunità di vendita e promozione di prodotti che godono di unicità e qualità. Lo rileva Confartigianato Basilicata evidenziando il radicamento territoriale quale componente della identità dell’impresa artigiana e come dalla sua cultura e dalle sue tradizioni derivi un valore aggiunto per l’attività creativa che questi artigiani oggi sviluppano. Con riferimento agli orientamenti produttivi delle diverse aree, si segnala la più elevata specializzazione della Val d’Agri nel settore dei “prodotti in ferro”, dell’Alto Basento nel “legno e affini” e nella “ceramica”, della Montagna materana nel “restauro”, dell’area Bradanica nella “tessitura e ricami”, del Marmo-Platano nella “fotografia e design”, del Metapontino nelle “confezioni e maglieria”, nella “carta e stampa” e nel “marmo e pietra”, dei comuni capoluogo nelle “oreficerie e affini”, nel “vetro” e nel “cuoio e pelletteria”. Ma – avverte Confartigianato – ci sono attività che stanno scomparendo come quelle che si occupano quasi esclusivamente di prodotti natalizi della tradizione del presepe, dell’albero, degli addobbi per la casa: sono rimaste solo 16 le imprese di settore (13 in provincia di Potenza e 3 in quella di Matera). Per Confartigianato il requisito di unicità del prodotto costituisce il fattore primario di successo seguito dagli aspetti innovativi della lavorazione e dall’elevato valore estetico degli artefatti. L’artigianato – commenta Antonio Miele, presidente Confartigianato Basilicata – rappresenta una componente molto rilevante del sistema produttivo regionale, con un’incidenza sulle imprese complessivamente presenti in Basilicata che supera il 36%. Il mondo artigiano risulta, peraltro, estremamente complesso e articolato e, nello specifico, l’artigianato artistico lucano rappresenta una realtà relativamente “giovane”, sviluppatasi – in molti casi – al di fuori di tradizioni produttive territoriali specifiche. In effetti, sembra emergere un modello di artigianato artistico fondato più sul “nuovo” che sulla “tradizione”, dove il principale punto di forza è rappresentato soprattutto dalla “unicità” del prodotto mentre le aziende tendono ad “identificarsi” pressoché esclusivamente con l’artigiano artista; assai modesto, infatti, è il coinvolgimento di collaboratori (familiari e non). In prospettiva, tale situazione può creare problemi di “continuità” dell’attività imprenditoriale; tuttavia, l’ampia disponibilità degli artigiani artisti ad ospitare – nella propria bottega – giovani apprendisti e tirocinanti rappresenta un importante fattore su cui far leva per consolidare e radicare sempre più le produzioni artistiche nella nostra regione. Due le azioni di Confartigianato a breve-medio termine: creare un “ponte” tra l’hobbismo creativo e l’apertura di una vera e propria attività imprenditoriale, soprattutto grazie anche a nuove strategie come il co-working; estendere la protezione dell’indicazione geografica anche ai prodotti non agricoli. Per entrambe sono essenziali il rilancio dei centri storici dei capoluoghi come dei centri minori dove tenere mercatini settimanali o permanenti e la ridefinizione dei Piani di insediamento per l’insediamento dei laboratori e capannoni. A Potenza si ribadisce la volontà di ridare vita ai molti spazi vuoti del centro storico: non dimentichiamo che la maggior parte di essi un tempo erano per l’appunto botteghe artigiane. Quanto ai vantaggi dell’estensione delle Indicazioni Geografiche ai prodotti non agricoli sono numerosi. «Alle imprese – spiega Miele – offrirebbe maggiore visibilità sul mercato, un incremento delle vendite e un rilancio dell’occupazione nei tradizionali settori di nicchia che oggi rischiano di scomparire. Ai consumatori garantirebbe la certezza di acquistare prodotti di qualità e tipicità certificate dal marchio IG, mettendoli al riparo dai rischi della contraffazione. Dal marchio IG trarrebbero sicuri vantaggi anche i territori, con l’incremento del turismo grazie all’immediata identificazione di un prodotto con il luogo in cui è stato realizzato».