castelluccio«Da Matera il boy scout di Firenze non ha detto che la riforma centralizza molte materie che il vigente Titolo V aveva devoluto alle Regioni e che quindi le regioni, come la  nostra, non potrebbero più contrapporsi in alcun modo alle trivellazioni, in quanto materia di esclusiva responsabilità dello Stato centrale».  E’ il commento del consigliere regionale Paolo Castelluccio (Fi) aggiungendo:  «Se dovesse vincere il Si, il settore energetico dovrebbe fare i conti con la legislazione nazionale. Sappiamo bene cosa significherebbe per la nostra Regione dove è forte il sentimento anti-trivelle in terra ferma come in mare. La mobilitazione di Comuni e popolazioni della costa metapontina contro ricerche ed estrazioni nel Golfo di Taranto e quindi a poche miglia dalle spiagge subirebbe un colpo durissimo». «Da consigliere regionale – continua Castelluccio – rifiuto l’idea di un nuovo Senato che è una sorta di doppio lavoro dei consiglieri regionali, per altro solo uno in rappresentanza della Basilicata, riducendone fortemente il peso politico e il rischio del ritorno alla sciagurata idea delle macroregioni con lo smembramento della nostra “piccola”. Inoltre, il Senato “riformato” non è una camera di compensazione tra legislatori regionali e legislatori nazionali: non ha competenza sulla materia regionale e sarà composto di consiglieri regionali che una volta eletti senatori non rappresenteranno le rispettive Regioni bensì i partiti che li hanno eletti. Ancora: l’esistenza di due tavoli – il Senato e la Conferenza Stato Regioni – è inevitabilmente foriera di complicazioni e conflitti,  la materia concorrente resta confusa , il sistema delle autonomie non viene riordinato. Le competenze che erano delle Provincie non sono assegnate con chiarezza, le Regioni sono ancor più sospinte nel limbo: non più istituzioni “irresponsabili”, ma non certo dotate di una loro autonoma responsabilità come si sarebbe voluto fare attraverso il federalismo fiscale. Pensare ad un Senato in cui siano centrali le Regioni, senza peraltro definire in che modo si realizza questa rappresentanza, mentre al tempo stesso delle Regioni è depotenziato il significato a prescindere, appare schizofrenico. Ed è proprio ai nostri figli – conclude Castelluccio – che bisogna pensare se abbiamo a cuore il loro futuro. E a chi dice che la sanità è pessima perché è gestita dalle Regioni ed occorre cambiare il titolo V poiché “oggi non c’è lo stesso diritto per ciascun cittadino, in qualunque regione, di accedere allo stesso tipo di cure, ad esempio, per malattie molto gravi come il tumore o di vaccini”, rispondiamo che si scaricano sulla Costituzione le indecenze del sistema sanitario nazionale».

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