Qualche problema c’è. E non si tratta di problemi irrilevanti. I problemi, che potrebbero sembrare di natura completamente diversa, alla fine ho paura che possano essere tutti ricondotti a una generale superficialità, un discreto pressappochismo e una sostanziale mancanza di responsabilità, se non peggio, cosa del tutto possibile. Mi riferisco all’ultima tornata di fatti che hanno colorato, per dire, le nostre ultime giornate, dove per nostre intendo di noi lucani. Al Comune di Potenza, con una crudeltà senza pari, si continuano ad abbattere o mutilare splendidi e storici alberi da sempre parte essenziale di un arredo urbano di per sè già scadente. E il bello è che non si sa neanche chi sia il boia. Al Comune fanno a scarica barile senza che il responsabile abbia il coraggio di farsi avanti e spiegare almeno le sue ragioni, ove mai immaginabile che ci siano giustificazioni. Alla regione scrivono bilanci che, al di là della severa bocciatura, devono aver procurato matte risate per la loro evanescenza contabile. Non bastasse, una pala eolica decide di crollare, udite udite, per il forte vento, quasi stesse lí a prendere il sole e non a raccogliere energia proveniente, appunto, dal vento (chissà, si darà trattato di una sbornia di vento). Come dicevo, il comune denominatore dei tre episodi è la leggerezza amministrativa, la faciloneria nel prendere decisioni, l’approssimazione nell’eseguire i lavori che, sia chiaro, presuppongono progetti, collaudi e controlli continui. E magari finisse qui. Il problema è che da oggi a qualche mese potremmo trovarci un altro albero secolare abbattuto, un altro bilancio fantasioso, per non dire falso, e un’altra pala eolica sgretolata con la speranza che continuino ad avere, le pale eoliche, il buon gusto di non fare seri danni.

E perché non si dica che a parlare sono bravi tutti, valga il vero:

  • Prima di abbattere un albero secolare ci vogliono ragioni serie, molto serie, rese magari pubbliche, il tutto in un contesto di piano del verde urbano che, a quanto se ne sa, al comune non sanno neanche cosa sia.
  • I bilanci devono essere fedeli alla realtà, non inventati. Le leggi devono avere una copertura. Se determinate somme hanno una specifica destinazione, ebbene, va rispettata. Ma non lo dico io, lo dice la legge. E se qualche politico vuole forzare la mano, i tecnici che redigono il bilancio devono accompagnarlo fuori della porta, senza sceneggiate di dimissioni a babbo morto e immediatamente e scontatamente respinte.
  • Una pala eolica non è un box in lamiera o legno, che, se cade, non fa danni. È un gigante che per essere installato necessita di progetti, autorizzazioni, sondaggi geologici, verifiche di compatibilità, e poi periodici controlli. E poi ci vuole chi controlla i controllori. Perché se una pala cade su una abitazione o su una strada, dopo non ci resta che celebrare funerali con tanto di TV e delegati del governo a raccontarci che non succederà più e che lo stato è vicino alle vittime, oppure che i responsabili saranno puniti, e slogan del genere. Vero è che in Italia non siamo capaci di limitare i danni per i fenomeni naturali, come tereemoti o esondazioni, figuriamoci se per le opere dell’uomo possiamo avere garanzie di lavori perfetti e non fregature colossali (vedi crollo di ponti e varie altre). Insomma hanno squillato tre campanelli d’allarme, in Basilicata, per usare i soliti ottimistici eufemismi, e occorre che più di qualcuno si renda conto che non si gioca sulla pelle degli altri, intesa come bene della vita e diritto a una vita dignitosa, dall’esecuzione capitale di un albero, ai lavori di realizzazione di una pala eolica, passando per i bilanci di un ente così importante. Invece, addirittura si sentono giustificazioni subito innaffiate da buonismo da parte di tutti, media compresi. Ma attenti, gli Stati Uniti insegnano: i media, i sondaggisti, i critici, l’intellighenzia, non penetrano l’umore della gente, vivono in un acquario tutto loro. La vita è altro. Non vorrei che ci svegliassimo un domani prossimo con qualcuno più incazzato del solito e rimanere pure sorpresi.
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