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API-BAS, ECCO SPIEGATO IL NON VOTO DI BRAIA: «NÉ DATI, NÈ INFORMAZIONI»

Trasformazione Asi di Potenza in bad company, per il capogruppo di Italia viva in Regione, il centrodestra in Ia e IIIa Commissione ha approvato «al buio»

«Non siamo abituati a esprimere voti al buio». Così il giorno dopo l’approvazione del parere favorevole dalla Ia e IIIa Commissione consiliare, riunite in seduta congiunta, al Disegno di legge “Scioglimento del Consorzio industriale della Provincia di Potenza e costituzione della società aree produttive industriali Basilicata Spa”, il consigliere regionale Luca Braia (IV) ha motivato la propria decisione di non partecipare al voto: «Tante ancora le perplessità sul Ddl Api-Bas». Sul tema, nell’ultima audizione aveva espresso la propria contrarietà anche Confindustria Basilicata.

«Abbiamo chiesto altre audizioni e verifiche legislative ha spiegato Braia -, oltre che relazioni di sostenibilità sulle procedure di liquidazione immaginate, sulla gestione delle reti e degli impianti da affidare per il tramite di Egrib ad Acquedotto Lucano, su cui saranno ribaltati centinaia di migliaia di euro mensili di costi, senza nessun sostegno regionale.

Sul futuro del Consorzio Industriale di Matera, a dispetto delle rassicurazioni verbali, il processo di delegificazione che scatterà con la conclusione della liquidazione, prevede l’unificazione dei consorzi di Matera e di Potenza, su questo la maggioranza farebbe bene a parlare il linguaggio della verità». «Precisiamo, pertanto ha aggiunto il consigliere regionale di Italia viva -, che la nostra non partecipazione al voto non è una assenza strumentale ma la esplicita volontà di far notare a tutti che, solo dopo nostra insistenza, abbiamo finalmente avuto la possibilità di fare domande e di cominciare ad avere chiarimenti. Egrib ha dichiarato di non aver ancora ricevuto, ad oggi, dal Consorzio industriale l’elenco delle utenze servite e dei ruoli, nè i volumi dell’acqua erogata per area industriale o la quantificazione dei costi di gestione delle reti e degli impianti nel triennio precedente. Nemmeno il dettaglio del loro stato qualitativo. Egrib non può, quindi, immaginare costi di gestione e manutenzione che saranno ribaltati all’Acquedotto Lucano, per un periodo non inferiore a 12 mesi, tempo stimato per ricalcolare le tariffe».

«Continuano ancora ha lamentato Braia a non essere state trasmesse le più elementari basi informative e contabili oltre che la relazione del collegio dei revisori per il Consorzio di Potenza che dovrebbe andare in liquidazione. Acquisiamo, da quanto dichiarato dal commissario Pagano e dai suoi uffici, un attivo composto da patrimonio alienabile iscritto a bilancio di 4,4 milioni di euro e un credito verso le imprese morose di quasi 11 milioni. Insieme a una debitoria dichiarata sempre dal commissario Pagano di 40 milioni di euro. Eppure, dagli atti pubblici la debitoria supera i 70 milioni di euro: purtroppo questi numeri sono più da procedimento fallimentare che da gestione liquidatoria». «Nonostante le tante criticità ha rimarcato il capogruppo di Italia viva in Regione -, ci è stata respinta la richiesta di effettuare altre audizioni come quella di effettuare verifiche con l’ufficio legislativo e, di conseguenza, di avere il tempo per poter preparare emendamenti migliorativi della norma. Hanno deciso di procedere, a prescindere, con la solita presunzione mascherata da fretta. La stessa con cui si affronta una emergenza che non neghiamo esista ma che non è certo stata causata da noi». «L’emergenza ha concluso Braia non può portare all’approvazione di una legge regionale che, invece di essere migliorativa della situazione, rischia se non ben controllata di fare danni ulteriori alla Basilicata».

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