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I SOCIAL NETWORK HANNO MIGLIORATO LA DEMOCRAZIA?

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Forse è arrivato il momento di fare un bilancio politico sui social network, anche in una piccola realtà come quella lucana. Si tratta cioè di chiedersi se Facebook e Twitter hanno contribuito oppure no a migliorare il livello del dibattito pubblico, la democrazia nel suo insieme, la qualità dei contenuti politici, la civiltà del confronto, ecc. Ovviamente non mi sfugge il fatto che social network come Facebook e Twitter sono anzitutto strumenti e dunque, come tali, neutri. E tuttavia la loro struttura, la loro conformazione, il tipo di interazioni che stabiliscono sono non soltanto    strumenti neutri, ma nuove forme di espressione. La democrazia nel suo complesso ha tratto giovamento dai social network? Mi càpita di chiedermelo leggendo i commenti agli scritti non conformi al senso comune di intellettuali, cittadini e politici. Insulti, offese personali, minacce, parolacce, illazioni: insomma, veri e propri linciaggi pubblici. Si dirà: è la democrazia. Beh, avrei qualche dubbio. Ma se le cose stanno davvero così – democrazia è anche essere impunemente insultati e offesi da migliaia di persone per una posizione non condivisa – allora io dico che una persona serena e sana non ci entra nemmeno, in un simile territorio. E, di conseguenza, rimane in silenzio, si ritaglia spazi sempre meno visibili al Grande Occhio Globale, si ritira, evita la scena pubblica, non esprime più opinioni se non privatamente, nella cerchia ristretta degli amici e dei parenti. Le obiezioni, i dissensi e le critiche sono il sale della democrazia; ma non sono così sicuro che questi continui linciaggi facciano bene alla democrazia, perché da un lato allontanano tante persone perbene e serie dal dibattito pubblico, e dall’altro inducono troppi al conformismo, ad adeguarsi alla corrente dominante per non essere annientati dal bullismo social.

diconsoli@lecronache.info

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