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LA STORIA DI MAX, IBIS EREMITA

“Dopo 7 mesi dalla fuga e aver compiuto un viaggio di oltre 800 Km l’Ibis eremita è arrivato a Bella”

L’Ibis eremita (Geronticus eremita) è un uccello migratore un tempo diffuso in Europa, Medio Oriente e Nord-Africa.

Oggi purtroppo è in via di estinzione. A raccontarci la sua storia, il documentarista di Bella, Carmine Lisandro: “il suo declino è iniziato da diversi secoli ed è peggiorato a causa dell’alterazione dell’habitat e per i bracconieri che, purtroppo, negli ultimi sei anni, hanno ucciso a fucilate ben 22 esemplari di Ibis che erano stati reintrodotti in Natura, di cui 7 nel solo 2020″.

Era l’11 aprile 2018, in seguito alla segnalazione di un’amica che, in un prato, aveva notato un uccello nero mai visto, Carmine si reca sul luogo per verificare di che specie si trattasse e, con suo grande stupore, assistite ad una scena meravigliosa, riuscendo a fotografare e filmare un Ibis eremita.

Nei giorni seguenti, grazie all’anello che riportava il n. 048 e alle informazioni ricevute, ci racconta Lisandro,“ho saputo che l’Ibis si chiamava Max e che a metà settembre 2017 era fuggito, insieme ad altri 23 coetanei, dall’Oasi naturalistica Dei Quadris, gestita dal Comune di Fagagna (UD) e dai volontari dall’Ass.ne Amici dell’Oasi che, da anni allevano in cattività e in semilibertà gli Ibis eremita. Inoltre hanno una convenzione con il Dipartimento di scienze agroalimentari, ambientali e animali dell’Università di Udine che invia studenti con il compito di imprintare gli ibis appena nati, per meglio studiare il loro comportamento al fine di scongiurare l’estinzione della specie”.

“Max, rispetto agli altri nuovi nati, ha avuto solo dopo alcuni giorni dalla nascita la sua “madre adottiva”, Kamila per cui l’imprinting non è stato completo e nonostante sia stato allevato in buona salute e con cura, è rimasto semi-selvatico.  In seguito è fuggito dall’Oasi e, dopo ben 7 mesi dalla fuga e aver compiuto un viaggio di oltre 800 Km è arrivato a Bella, dove per oltre 20 giorni” – incalza il naturalista lucano che l’ha immortalato con foto e video fino a quando, verso la prima settimana di maggio non l’ha più visto.

“In questi giorni, nel visionare delle foto è capitata quella di Max e, qualcosa mi ha spinto a cercare di avere notizie -incalza il documentarista- per cui ho contattato Dima, Volontaria dell’Oasi la quale mi dice che dopo quasi un anno, Max è tornato”.

Una notizia che Carmine ha accolto con un tuffo al cuore per cui, ha voluto raccontare la storia di Max non prima di ringraziare Dima e Kamila, persone cortesi disponibili che hanno messo amore e passione nell’allevamento degli Ibis tant’è che Kamila ha sentito il bisogno di tornare all’Oasi per incontrare Max il quale, a distanza di tre anni, in un primo momento si è mantenuto sulle sue, per poi ripagarla con alcune effusioni.

 

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