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“RECOVERY FUND E BASILICATA: EVITIAMO DI COMMETTERE GLI ERRORI DEL PASSATO”

“Piuttosto pensiamo realmente ad ottimizzare l’utilizzo di queste risorse per esaltare tutte le potenzialità inespresse di una regione come la Basilicata che, pur essendo in una posizione geograficamente favorevole, è stata tagliata spesso fuori dalle grandi direttrici di sviluppo”

Il dibattito sull’utilizzo dei finanziamenti previsti dal cosiddetto “Recovery fund” è sbarcato anche in Consiglio Regionale. Occorre subito dire che la discussione non sembra poggiare su basi solide perché le schede presentate dalla Regione Basilicata appaiono, a prima vista, poco dettagliate ed impostate al rialzo. La Giunta della Regione Basilicata ha già inviato alla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome nell’ambito del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) una lista per la spesa che ammonta a circa 13 miliardi di euro.

 

Lo stesso Presidente Bardi ha dichiarato in aula che si punta ad ottenere fondi per circa 3 miliardi di euro. Da più parti si è ribadito che il processo di pianificazione è in una fase embrionale visto e considerato che anche a livello europeo si fatica a trovare una quadra tra i 27 stati dell’Unione.

Per effettuare una razionale, equilibrata e ponderata valutazione sulla strategia e sulle priorità della Giunta Bardi occorrerebbe esaminare ogni singola scheda, anche per escludere o, almeno attenuare, il rischio che i fondi del PNRR (emulando in negativo i fondi strutturali europei) vadano ad alimentare filiere viziose e progetti inutili (o addirittura dannosi) per gli interessi della comunità lucana. In mancanza di tale analisi qualitativa, il riscontro quantitativo non può che essere positivo per la missione 2 (“Rivoluzione verde e transizione ecologica”) – anche alla luce dell’accordo raggiunto sul Green Deal europeo  che prevede la riduzione delle emissioni entro il 2030.

Grosse perplessità sorgono per le missioni 4 (Istruzione, ricerca e cultura), 5 (Equità sociale e di genere) e 6 (Salute) per le quali appare evidente l’esiguità degli stanziamenti. La lezione impartita dal Covid 19 non è stata compresa o sufficientemente capita e analizzata? Parrebbe, purtroppo, proprio così.
Leggendo le schede relative alle priorità progettuali ai fini dell’inserimento nel PNRR, in particolare MISSIONE 4 – Istruzione, formazione, ricerca e cultura (in allegato) emerge che su ben 324.218.000,00 siano stati indicati diversi progetti, nessuno dei quali riferito alla ricerca in ambito universitario con il coinvolgimento dell’Università della Basilicata.

A livello nazionale si parla di 19,2 miliardi (inclusa la ricerca) da declinare a livello di regioni.   Prendiamo per buone le dichiarazioni di Bardi sulla possibilità di modificare in divenire le priorità sulle quali investire per il futuro della nostra regione.

Ad oggi la battaglia più impellente è quella di canalizzare al sud la parte più importante delle risorse tenendo conto del fatto che tra le finalità del Recovery Fund vi è proprio quella di azzerare l’annoso gap tra settentrione e meridione.

Da più parti si favoleggia sulla svolta epocale rappresentata da questa montagna di soldi in arrivo dall’Europa. Sono molti gli interessi in ballo e in tanti vedono questa opportunità come un grande buffet ‘all you can eat’. Oggi come oggi il mantra dovrebbe essere quello di volgere per qualche istante gli occhi al passato e riflettere sugli errori commessi, per evitare di ritrovarsi al punto di partenza. Gli interessi particolari, i campanili e gli appetiti clientelari devono essere completamente accantonati per favorire esclusivamente una visione collettiva di sviluppo. Evitiamo di trasformare questa grande opportunità in una grande battaglia a chi accaparra di più. Piuttosto pensiamo realmente ad ottimizzare l’utilizzo di queste risorse per esaltare tutte le potenzialità inespresse di una regione come la Basilicata che, pur essendo in una posizione geograficamente favorevole, è stata tagliata spesso fuori dalle grandi direttrici di sviluppo.

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