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BONIFICA EX MATERIT: «SI NOMINI UN COMMISSARIO»

Amianto, problema sorto oltre 20 anni fa. Con l’appalto azzerato, tutto riparte daccapo: l’ipotesi di Ambiente e Legalità

Bonifica del sito ex Materit a Ferrandina: «La giostra ricomincia a girare di nuovo, il Ministero intervenga e si nomini un Commissario per procedere direttamente». L’ipotesi lanciata da Pio Abiusi, componente dell’associazione Ambiente e Legalità, oltre a non essere inusuale nel panorama italiano, in plurime circostanze il Governo ha nominato un Commissario straordinario per la bonifica ambientale, appare aderente alla cronologia dei fatti che connotano l’annosa vicenda lucana. Come ha spiegato Abiusi, per l’ex Materit «sono passati circa 25 anni da quando si iniziò a parlare del problema, 13 dalla caratterizzazione, 6 dal bando che è stato annullato ed alla fine siamo al punto di partenza». Ma non è tutto, perchè «dalle considerazioni fatte da Ispra appare anche che le risorse messe a disposizione risultano essere insufficienti». Questi e altri fattori, per Abiusi conducono ad una inequivoca conclusione: «Il timore è che possano passare altri moltissimi anni fino a quando il sito verrà bonificato, forse». La governance regionale di centrodestra è subentrata al centrosinistra nell’ultimo tratto di un iter procedurale d’appalto rivelatosi improduttivo. Al di là dei buoni propositi, per ora con l’azzeramento del pregresso e col recente l’Avviso pubblico per arrivare al conferimento dell’incarico «di redazione del piano di caratterizzazione e di progettazione e coordinamento della sicurezza in fase di progettazione degli interventi di messa in sicurezza e di bonifica del sito ex Materit nel Sin Val Basento», il dubbio prevalente permane: quando verrà ultimata la bonifica? Impossibile rispondere, soprattutto perchè ammesso che i tempi per la messa in sicurezza del sito siano rispettati, sulla bonifica vera e propria aleggiano 2 incognite rilevanti: la dotazione finanziaria, stimabile in ben oltre 10milioni di euro, e l’appalto. Col Commissario e con l’affidamento a Invitalia, più di qualche garanzia, al contrario, si potrebbe ottenere. Buoni o non buoni propositi del centrodestra, il punto focale non è politico, ma ambientale: l’ex Materit è come una bomba ecologica. Lo stesso Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, nel rispondere a settembre scorso alla Regione Basilicata, non poteva non far notare determinate circostanze allarmanti. Tra queste, per esempio, che «il sito è rimasto abbandonato e soggetto ad intrusioni per lunghi anni e per un lungo periodo», e che «il sito, per molti anni, è stato oggetto di abbandono di rifiuti di genere e la loro tipologia e stato a oggi non è nota». Oltre all’amianto, l’ex Materit è diventata una discarica illegale di rifiuti pericolosi e non. Burocraticamente il fatto che la giostra ora riprenda a girare perchè il precedente appalto è stato annullato dopo anni di ricorsi e controricorsi alla Giustizia amministrativa, tutte e quattro le partecipanti, infine, escluse, è tutt’altro che un buon segno e rappresenta, in più, la prova provata che la gara per la bonifica, al di là della futura indizione, potrebbe contenere “sorprese” di ogni sorta tali e tante da allungare a dismisura i tempi. Anche sotto questo profilo col Commissario e con l’affidamento a Invitalia, più di qualche garanzia, al contrario, si potrebbe ottenere. Con la burocrazia “ordinaria” le storture, poi, sono dietro l’angolo. A seguito dell’ennesima sentenza del Tar di Basilicata, questa del maggio scorso, che ha accolto il ricorso della Teorema, disponendo l’annullamento dell’affidamento d’appalto alla Rti Simam-La Carpia Domenico, con velocità inaudita la Regione nel giro di pochi giorni ha comunicato che «la società Teorema Spa risulta l’unica ditta rimasta in gara alla quale si procederà ad aggiudicare i relativi lavori di messa in sicurezza». Già da anni, però, sui lavori gravavano dubbi fondamentali. Ad ogni modo, a giugno lo scandalo giudiziario che ha travolto Teorema per vicende calabresi in “odor di mafia” e a luglio l’interrogazione parlamentare del deputato Palazzotto di Leu che, tra le altre cose, chiedeva lumi al ministro dell’Ambiente Costa circa «l’opportunità di affidare a Teorema, alla luce delle inchieste in corso, i lavori di bonifica della ex Materit». I cari aggiornamenti degli ultimi mesi, se valutati attentamente portano anche a ritenere che le note e i pareri di Inail e Ispra alla base dell’annullamento dell’appalto del 2014, siano come una pezza per porre fine a qualcosa che già disastrata poteva finire ancor peggio. Per dirne una, certamente l’Inail non ha scoperto ora, nell’autunno del 2020 che «il piano di caratterizzazione è obsoleto ed incompleto, in quanto realizzato nel 2007». Dopo un fallimento sostanziale, al di là delle responsabilità politiche, che si snoda lungo decenni, il Commissario per la bonifica dell’ex Materit appare non solo la conseguenza naturale degli eventi, ma anche la soluzione più credibile

Ferdinando Moliterni

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