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NUOVO PADIGLIONE, SPERA COMMISSARIO PRENDE ATTO DEL FALLIMENTO DELLO SPERA DIRIGENTE E RUP

Ospedale San Carlo, incompatibilità e conflitti di interesse: 2a puntata di Cronache sull’“uno e trino” con l’appalto da 10milioni di euro

Tra incompatibilità, ovvero inconferibilità, e conflitti di interesse vari, il caso della nomina di Giuseppe Spera quale Commissario dell’Azienda ospedaliera regionale (Aor) San Carlo di Potenza è destinato a fare, in negativo, scuola. Quello di Cronache è un viaggio a tappe e prima di arrivare al nocciolo appalti, la questione è stata introdotta anche con la questione di Spera «responsabile tecnico della sicurezza antincendio», ma dal 2016 al 2018 senza requisiti: l’iscrizione, era stato depennato, al relativo albo Ministeriale. Se oggi si svolgesse un’udienza in Tribunale sull’esercizio abusivo della professione, ma non solo, Spera dovrebbe rappresentare sè stesso e difendersi dalle accuse avanzate dall’Aor e come Commissario rappresentare l’Aor contro sè stesso. Per meglio addentrarsi nei paradossi di Spera dirigente “uno e trino”, nonchè controllore e controllato, ecco venire in “soccorso” gli appalti. Tanti se ne potrebbero citare, tra questi, uno in particolare aderisce bene al merito del viaggio di Cronache. La gara milionaria, pescata dal “mazzo” è quella dei “Lavori di costruzione del nuovo padiglione per l’adeguamento delle degenze alle norme sull’accreditamento, Aor San Carlo di Potenza.

Gara che risale ad “Adamo ed Eva”, si potrebbe dire, al 2002, ma che non termina di fornire sorprendenti sorprendenti e clamorosi sviluppi ancora oggi. Premessa necessaria, il canto economico delle sirene degli incentivi. Nella funzione di dirigente del Settore tecnico del San Carlo, Spera ha avocato sulla sua persona, in una percentuale altissima in riferimento alla realizzazione delle opere pubbliche, la funzione del Responsabile unico del procedimento (Rup). L’appalto in questione è stato bandito nel 2008, valore stimato in 15milioni e 588mila euro, e prevedeva la conclusione dei lavori, come attestano i documenti di gara del “doppio” Spera, dirigente dell’Unità operativa “Gestione Tecnico Patrimoniale” e Rup, in mille e 200 giorni: tre anni e pochi mesi. L’opera, però, non è per nulla completata, come dimostra lo scheletro in acciaio e ferro visibile anche dalle foto della ditta che quei lavori avrebbe dovuto ultimarli.

Lo scheletro, le strutture di fondazione e la messa in opera degli isolatori, è così dall’aprile del 2015. Il Rup negli anni continuava a constatare che «a oltre tre anni» i lavori non risultavano ultimati, ma come fosse nulla di importante, tutto proseguiva nel non proseguire. Chissà quando mai, però, verrà completata perchè in qualità di Commissario, Spera ha come censurato sè stesso in qualità di Rup: sui lavori per l’adeguamento delle degenze, ha firmato ora la «risoluzione del contratto in essere con la società Gruppo Gedi Srl», che era subentrata proprio grazie a una già precedente rescissione contrattuale. Alla Gedi nel 2012, per la cifra di oltre 10milioni di euro, erano stati affidati i lavori, il contratto con l’Aor è stato firmato nel 2013, per il «completamento delle opere previste e non già realizzate dall’aggiudicatario originario». La musica sull’appalto infinito, causalmente o casualmente, è cambiata negli ultimi mesi: da quando, nell’ottobre del 2019, Spera è entrato in aspettativa poichè chiamato all’Asp dal Dg Bochicchio a fare il direttore amministrativo.

Il nuovo Rup vagliata l’annosa vicenda, subito fa partire nuove comunicazioni informando sia il San Carlo che Gedi di alcune cose che non vanno. Così si arriva alla segnalazione: «Considerate che il comportamento dell’appaltatore si configure come grave inadempimento e grave ritardo per cui è necessario procedure alla risoluzione del contratto in danno all’impresa esecutrice». Il 25 agosto scorso, il nuovo Rup, Canio Sileo, ha scritto all’ex Rup, Spera, nel frattempo nominato Commissario dal centrodestra lucano e dal governatore Bardi, per inoltrargli l’integrale «proposta di risoluzione del contratto» anche perchè «dal febbraio 2020 e a tutt’oggi l’appaltatore non si è più presentato in cantiere per dare corso all’esecuzione dei lavori». Il nuovo Rup, non è Spera e quindi rilevato «il comportamento dell’impresa», « il grave ritardo e la grave negligenza», tutti questi elementi che insieme ad altri, tra le altre cose, comportano «un insanabile ritardo», ha inteso scrivere la parola fine. Spera, «esaminata la relazione del Rup, ha «condiviso» e deliberato la rescissione contrattuale.

Lo Spera commissario, qui l’esplosione del paradosso, dovrebbe salvaguardare il San Carlo da risarcimenti milionari con probabile rivalsa sul dirigente dell’Ufficio tecnico, lo stesso Spera, sul Rup, ancora Spera, e sul direttore dei lavori qualora fosse dimostrata la negligenza dell’Aor. Gedi, come chicca conclusiva, aveva, inoltre, già inviato all’Aor San Carlo, nel maggio scorso, l’atto di citazione con la pretesa che gli vengano riconosciuti quasi 9 milioni di euro di danni. La Giunta regionale di centrodestra e il governatore Bardi hanno scelto Spera come Commissario «per le sue alte doti di professionalità e di conoscenza dell’ospedale San Carlo». Agevole terminare con similia similibus.

Questa seconda tappa non è l’ultima del viaggio di Cronache Lucane. Dal “mazzo” degli appalti gestiti dal “doppio” Spera, attualmente trasmutato in Commissario, altre carte ancora raccontano di una gestione avventata, per non dire disastrosa, del dirigente e Rup premiato a suon di tonfi.

 

 

 

 

Ferdinando Moliterni

3807454583

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