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A COSA SERVE L’ORGOGLIO DURANTE UNA PANDEMIA?

Lettere lucane

Brutta bestia, l’orgoglio. Come tutti sanno, la sanità lucana è in grande difficoltà. A un’insufficienza storica si somma l’inesperienza della nuova classe dirigente, che però in questo frangente non è opportuno aggredire politicamente, perché quando si è in emergenza bisogna essere uniti e remare tutti nella stessa direzione. Ma in emergenza tutti dovremmo mettere da parte un po’ di orgoglio. La sanità è nel caos e l’assessore Leone è in affanno; eppure, nonostante questo, la Regione non ritiene opportuno – per orgoglio, appunto – di nominare un commissario straordinario che affianchi l’assessorato in questo momento difficile. Sono mesi che associazioni, cittadini e io stesso, nel mio piccolo, chiediamo di utilizzare le competenze e l’esperienza in materia di gestione sanitaria di Michele Cannizzaro, che in un momento difficile come questo darebbe un contributo fondamentale per rendere più efficiente la sanità regionale. Niente, alla Regione ci si ostina a rimanere in silenzio, e a tenere fuori tutte le migliori menti della Basilicata dai processi decisionali, anche quando è evidente a tutti che la Regione arranca ed è nel caos. Ripeto, durante una pandemia bisognerebbe mettere da parte l’orgoglio e far prevalere il bene collettivo, evitando eroismi improbabili e ostinazioni dannose. Tutte le Regioni più avanzate hanno chiesto l’aiuto di figure manageriali e mediche di alto profilo, perché una Giunta, per quanto efficiente, difficilmente riesce a far fronte a una simile emergenza. In Basilicata, invece, prevale un orgoglio figlio dell’insicurezza, perché solo chi è insicuro del proprio operato non permette a nessuno di affiancarlo. La Regione però ha il dovere di pronunciarsi su Cannizzaro; e, se decide di non utilizzarlo sul campo in questa guerra, deve spiegare perché, assumendosene la responsabilità.

diconsoli@lecronache.info

 

 

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