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IOVANNI: “NON VENGO INFORMATA DI NIENTE»

Sarà un “Ospedale dotato di nulla”, contenitore di letti”. La Sindaca guarda anche al dopo emergenza e si difende dagli attacchi social


Si fa sempre più calda la questione venosina, tra l’aumento dei casi Covid positivi e la battaglia per il nosocomio locale, che vede impegnata l’Amministrazione in difesa di un presidio territoriale importante ed imprescindibile per tutta l’area. A Cronache la Sindaca di Venosa Marianna Iovanni fa il punto della complicata circostanza.

 

Qual è ad oggi la situazione nel suo Comune? «Con gli ultimi positivi saliamo a 124 casi Covid di cui 38 sono gli anziani ospiti della casa di riposo, che rappresentano al momento la situazione più delicata per la loro condizione fragile: parliamo di ultra ottantenni con patologie pregresse. La loro salute e la loro situazione ci sta molto a cuore. Questa mattina ho inviato una Pec all’attenzione del Presidente della Regione, dell’Assessore alla Sanità e della Direzione Sanitaria perché dobbiamo trovare delle strutture ospedaliere idonee, non possiamo permettere che si verifichi un improvviso peggioramento delle condizioni cliniche degli ospiti della Rsa e dobbiamo evitare il peggio, almeno per gli anziani più gravi. Al momento nella struttura si avvicendano infermieri volontari (che hanno già il loro lavoro) e che anche in questa occasione ringrazio di cuore per il gesto di grande responsabilità e abnegazione. È commovente da togliere il fiato.

Per quanto concerne invece gli altri positivi (esterni alla casa di riposo) abbiamo due ricoverati al San Carlo di Potenza, gli altri sono asintomatici e paucisintomatici. Purtroppo parliamo di contesti familiari, come stiamo ripetendo da giorni ormai: alla positività di un primo, diventa quasi consequenziale il contagio all’interno della famiglia. Poi ci sono i dipendenti della Fiat di Melfi ed i lavoratori che si spostano». 

 

Torna sul tavolo la questione “ospedale Covid”. Quali sono i problemi legati a questa decisione?  «L’annosa questione. Da marzo scorso ben 18 sindaci dell’intero Vulture Alto Bradano, chiedevano alla Regione una soluzione alternativa, perché il POD-Presidio Ospedaliero Distrettuale di Venosa, solo da maggio ad oggi ha erogato ben 116.000 prestazioni, non solo ai venosini, ma ai cittadini dell’intera aera. All’interno del POD ci sono 22 pazienti in dialisi, ci sono i pazienti dell’Alzheimer, ci sono i pazienti della lungodegenza. Ora scopro che i dializzati verranno portati a Rionero, vi lascio immaginare ad esempio per i pazienti di Genzano, quanto diverrà lungo questo viaggio quotidiano, con tutti i problemi annessi per il dializzato, sia di salute che di viaggio. Il disagio sarà altissimo».

 

Il nosocomio di Venosa vanta attività sanitarie geriatriche e polispecialistiche ambulatoriali, cosa si prospetta ora?«Di tutto ciò non è stato tenuto conto. Per i malati di Alzheimer io non so come garantiranno l’assistenza domiciliare, così come ci hanno annunciato. Con questo non diciamo di non comprendere lo stato di emergenza sanitaria, ma proprio forti di questa coscienziosità chiediamo: perché non decongestionate la lungodegenza piuttosto che la Geriatria di Potenza e Matera, portandola da noi, dove per questi reparti c’è già personale con formazione ed esperienza pluriventennale, che non necessita quindi di adeguata formazione come per il Covid? Non sappiamo.

Questa è la prima domanda che ci hanno declinato senza alcuna spiegazione. Noi al momento non conosciamo il protocollo Covid per l’“Ospedale Covid” di Venosa. Anche su questo chiediamo: è pronto? La formazione è già stata fatta al personale? Interrogativi insoluti.

Seconda questione: Ospedale di Pescopagano. Lì c’è già una terapia intensiva, e lo stiamo ripetendo da mesi. Il peggioramento improvviso dei pazienti Covid necessita della presenza di una Terapia intensiva in un ospedale dedicato. Anche Pescopagano non è stata accettata: la motivazione è che il Presidio sarà utilizzato come extrema ratio nel momento in cui la terapia intensiva di Potenza, piuttosto che quella di Matera dovesse collassare.

Come se non bastasse, in ultimo, il Consigliere regionale Gianni Leggieri aveva proposto di compartimentare Dialisi e Alzheimer per mantenere almeno questi servizi estremamente necessari per il Distretto Alto Bradano. La Direzione sanitaria non si è assunta questa responsabilità perché ci sarebbero state troppe interferenze ed i pazienti sarebbero stati a rischio nell’Ospedale Covid, per cui queste compartimentazioni non si sarebbero assolutamente potute creare.

A questo punto, dopo tutti questi no, poiché loro hanno creato solo un contenitore di letti, noi ci chiediamo quali pazienti Covid farete ricoverare qui? Ci aspettiamo allora quelli in via di guarigione per decongestionare Potenza e Matera? Non sappiamo nulla.

Ed è quando non si sa nulla, quando le cose non si conoscono che aumenta la paura nella comunità. Con l’attuale personale potrebbero portare qui al massimo 15 pazienti Covid, a fronte di 100 posti letto. Chiediamo pertanto che siano più trasparenti e chiari nelle loro decisioni. Stando i fatti così, necessiteremmo di nuovo personale medico, infermieristico e Oss. Arriveranno? Quando? Qual è il vostro piano? Ditecelo!»

Lei Sindaca è determinata e non si arrenderà? «Io oggi so per vie traverse che alla Dialisi è stato ordinato di andar via. Parlo sempre di “voci non ufficiali” perché non vengo informata dalla Direzione sanitaria. Quando ci convocarono il 3 novembre scorso fummo stupiti, perché poco prima il Presidente Bardi aveva dichiarato Irsina e Genzano zone rosse, senza il coinvolgimento dei Sindaci -Vale la pena ricordare che il Sindaco è autorità sanitaria locale. In questa veste, ai sensi dell’art. 32 della legge n. 833/1978 e dell’art. 117 del D.Lgs. n. 112/1998, può anche emanare ordinanze contingibili e urgenti, con efficacia estesa al territorio comunale, in caso di emergenze sanitarie e di igiene pubblica- Noi abbiamo creduto, abbiamo sperato fino alla fine che ci avessero convocati per poter ragionare ed aprire un dialogo, in realtà fu solo per chiederci la disponibilità a mediare con la comunità per far comprendere ai nostri cittadini che era l’unica via possibile, e dovevano accettarla per quella che era. Ora il dado è tratto, però per salvare il salvabile, dotassero il “cosiddetto Ospedale Covid di Venosa” di protocolli adeguati. Portassero qui pazienti che possono essere curati, a cui possano essere prestate le terapie che presuppone un “ospedale dotato di nulla” né di Terapia intensiva né di altro, insomma, pazienti in via di guarigione. Inoltre dotassero di tutti i dispositivi di protezione e della formazione necessaria ed adeguata il personale che si trova ad iniziare da un giorno all’altro, ciò che non hanno mai fatto, altrimenti si causa un ulteriore disastro nell’emergenza».  

La paura è anche correlata al fatto che poi, dopo lo smantellamento, l’Ospedale rimanga una scatola vuota? «Su questo poi sono disposta a trascorrere l’intero mandato per farci restituire ciò che ci stanno togliendo. Perché l’intento è univoco. Ovviamente il collegamento è diretto con Leggieri, come con il Senatore Lomuti. Questo sarà il primo passo subito dopo la pandemia e l’emergenza sanitaria»

Qual è l’umore dei suoi cittadini? «La preoccupazione è tanta, come Amministrazione siamo stati costretti ad attivare misure più restrittive rispetto alle misure adottate dal Governo sulla zona arancione. La mia comunità si è contraddistinta per un grande senso di responsabilità nell’ambito della disponibilità, collaborazione e supporto all’emergenza della casa di riposo. Sono stati toccati i nostri anziani, e con loro la nostra memoria storica. Il cuore della nostra comunità, le nostre radici. Oggi pensiamo a loro. L’emergenza c’è, la viviamo sulla nostra pelle».

In un videomessaggio ha asserito che “Facebook è diventato il megafono di voci molto pericolose”, a cosa si riferiva? «Le polemiche sterili, inutili e strumentali non devono esserci; dovrebbe sopraffare la voglia di andare uniti verso la risoluzione del problema. Da diversi mesi però, soprattutto nell’ultimo periodo, ci sono “voci particolari” sui social, sono sempre gli stessi a scrivere commenti infelici e postare dirette Facebook in cui l’Amministrazione comunale viene incolpata di ogni singolo respiro. Nelle stesse dirette social, questa estate ad esempio, si accusava l’Amministrazione di pensare che solo a Venosa vi fosse il Covid, per le misure restrittive applicate, come la mancata organizzazione di spettacoli per gli eventi estivi. Dopo tali accuse, ora siamo incolpati di non aver messo in campo tutte le azioni possibili di prevenzione. È un vero accanimento. Siamo arrivati ad accuse malsane contro l’Amministrazione colpevolizzata di tutto e del contrario di tutto, finanche a lanciare minacce contro me, contro il Vicesindaco e il Medico coordinatore dell’USCO di Lavello. Ho dovuto richiamare quindi il senso di unità e responsabilità della mia comunità per non dare adito e lasciare alcuno spazio a queste voci pericolose».

Infine un appello… «vista la particolare e delicata situazione, invito la mia comunità a rispettare le norme, ad uscire solo ed esclusivamente per le reali necessità. Ricordo inoltre, di usare sempre e comunque la mascherina». 

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