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PROGETTO EOLICO “DIFFICILMENTE CAMUFFABILE”

Un Muro d’Amare: “Tonnellate di cemento” in un territorio che produce latte, carne e prodotti agricoli

Anche sul progetto eolico “Monte Raitiello” arriva il carteggio delle Osservazioni a cercare di vietare l’installazione degli aerogeneratori e delle opere annesse. Partiamo dall’impianto, che prevede «16 aerogeneratori per una potenza complessiva di 80 MW da installare nella parte nord-Occidentale di Muro Lucano, 16 cabine di trasformazione, 16 piazzole di montaggio 50×55 m e 16 di stoccaggio 16x75m, nuova viabilità per circa 9,3 Km, interventi di allargamento carreggiata su altri 22 km, un’area cantiere di 3000mq, un cavidotto interno di oltre 24 Km e uno esterno di oltre 10km, una stazione elettrica, una cabina di consegna e un anemometro». 

Dove ricadrà tutto ciò si legge nero su bianco nelle Osservazioni prodotte dall’associazione “Un Muro d’Amare”: «Il progetto verrà eseguito soprattutto in una zona a forte vocazione agricola e pascoli, dove numerosi sono i campi destinati alla coltivazione di patate su cui il comune di Muro Lucano sta costruendo un importante indotto produttivo con la certificazione DECO della patata. I territori agricoli che circondano il centro abitato rappresentano un unicum di paesaggio storico, vocato alla produzione di qualità, legato allo sviluppo di aziende locali.

Quest’area montana vede una ulteriore eccezione a livello nazionale e cioè la presenza di circa 16.000 capi ovi-caprini, dai quali ne scaturisce un indotto lattiero-caseario che rientra nella D.O.P. del Pecorino di Filiano e vendita di carni, non trascurabile per l’economia del paese, oltre che l’allevamento semibrado di podoliche e cavalli.

La realizzazione di un progetto eolico di tali dimensioni, difficilmente camuffabile, le cui fondamenta contengono tonnellate di cemento armato e delle opere connesse, quali strade e cavidotti, in una zona agricola produttiva, causerebbe la devastazione del paesaggio agrario con danni alle economie locali e gravi impatti negativi sulle valenze storico- ambientali-paesaggistiche» inoltre «molte particelle, interessate dal progetto sono interessate da “usi civici” dove non è possibile apporre il vincolo preordinato all’espropriazione».

E l’Associazione provocatoriamente chiede: «cosa racconteremo ai nostri figli che dalla finestra vedranno i crinali di montagne e colline infestate da foreste d’acciaio? La Regione Basilicata ha già superato la quota di “burden sharing” stabilita dal decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, confermando che, oramai, l’effetto saturazione è stato raggiunto.

Come nelle peggiori storie, la piccola Basilicata, senza un Piano Paesaggistico di Tutela, si ritrova in pochi anni ad ospitare sul proprio territorio il più alto numero di pali d’acciaio (circa 1500) rispetto a tutte le altre regioni italiane e numerosi altri progetti in via di approvazione. Un “effetto cumulo” che deve necessariamente essere preso in considerazione.

In Basilicata si è già arrivati ad una situazione di “saturazione territoriale degli impianti eolici”, ed una ulteriore proliferazione di eolico industriale rischierebbe di compromettere le qualità della regione in maniera forse irreversibile».

 

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