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ZES JONICA VERSO LA NOMINA DEL COMMISSARIO

Sarà Giampiero Marchesi, dirigente dell’Agenzia di Coesione territoriale, esperto di investimenti pubblici e di progettazione europea

Sarà Giampiero Marchesi, dirigente dell’Agenzia di Coesione territoriale, esperto di investimenti pubblici e di progettazione europea, il commissario della Zes Jonica. La notizia è trapelata dagli uffici del ministro del Mezzogiorno Giuseppe Provenzano a cui spetta la candidatura da sottoporre alla presidenza del Consiglio. E’ destinata dunque a sbloccarsi la vicenda commissario.

L’ing. Alfredo Cestari – presidente Camera di Commercio ItalAfrica, impegnato  nel Progetto “Sud Polo Magnetico”, presentato ieri all’Ambasciatrice di Angola a Roma con la quale è stato sottoscritto un accordo – ricorda che la ZES Jonica, proiettata oltre che al Bacino mediterraneo anche ai Paesi dell’Africa centrale, potrebbe avere un impatto annuo sul Pil regionale della Basilicata tra l’1,1 e il 2 per cento (crescita cumulata in dieci anni 9,5 per cento) e sull’occupazione tra 1,4 e 1,7 per cento (crescita cumulata in dieci anni 4,6 per cento). Sono stime abbastanza prudenziali e – spiegano gli esperti del Gruppo di lavoro insediato dalla Camera ItalAfrica  – si fondano, in particolare, sulle seguenti ipotesi di lavoro: Una rapida riconversione dei flussi di merci verso il porto di Taranto;  Un aumento delle “esportazioni” verso altre regioni e Paesi dell’ordine del 15% a regime;  La sostituzione del 25% delle “importazioni” da altre regioni e Paesi con merci prodotte o lavorate all’interno della ZES; Un incremento del fatturato e dell’occupazione all’interno della ZES dell’ordine di quella registrata in analoghe occasioni nei Paesi dell’Est europeo subito dopo gli effetti dei primissimi insediamenti industriali; Una limitata delocalizzazione delle imprese tra resto della Basilicata e ZES; Un aumento della produttività complessiva nell’area della ZES (legata ad un migliore e maggiore utilizzo degli impianti e ad una riduzione dei costi di produzione) dell’ordine dello 0,7% l’anno.

Soddisfare le esigenze degli investitori sia italiani che stranieri che hanno interesse a  far ricorso in maniera più tempestiva ed efficace alla normativa di istituzione delle ZES come quella Taranto-Jonico-Metapontina-ValBasento – commenta l’ing. Cestari – continua ad essere  l’obiettivo centrale che ci siamo dati con un’incalzante iniziativa avviata da mesi per introdurre modifiche al decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91), recante: «Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno».

Di recente la Regione  la Puglia, oltre all’area retroportuale di Taranto, ha individuato tutta l’area al servizio dell’aeroporto Arlotta di Grottaglie, mentre per quanto riguarda la Basilicata, si continua a perdere tempo sulla ripresa dell’aviosuperficie di Pisticci lasciando cadere la proposta di Winfly (Gruppo Cestari) di  riaprire, in poco tempo, lo scalo in attesa del  bando di affidamento della gestione. Per le aree di sviluppo industriale della Valbasento (Pisticci/Ferrandina), e le altre aree lucane perimetrate nella ZES,  più prossime al Porto di Taranto, ancora un’opportunità persa. Le due aree, invece, potrebbero offrire importanti prospettive di sviluppo sia per la presenza di infrastrutture importanti (come l’aeroporto di Grottaglie con tutto il comparto dell’aerospazio che rappresenta, oggi, una vera e propria eccellenza in ambito internazionale) e l’aviosuperficie Mattei, sia per il know how che possono esprimere le aziende già insediate in molteplici comparti produttivi (come per esempio, per quanto riguarda l’area della Valbasento, nel settore della chimica fine, della lavorazione delle materie plastiche e dell’energia). Ma senza aeroporto investimenti ed export restano a terra.

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