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MURO-FCA, “IL VIAGGIO IMPOSSIBILE”

Lunghi tempi di percorrenza, il tratto per Castelgrande interrotto, qualcuno decide di andare con la propria auto

Torniamo a parlare di lavoratori dell’indotto SATA-FCA Italy, stabilimento di Melfi e questa volta lo facciamo da Muro Lucano dove uno dei lavoratori pendolari ci racconta le criticità a cui vanno incontro per quanto concerne la durata del viaggio: «Sono anni che facciamo richiesta per una corsa rapida, il percorso attuale è così strutturato: Muro Lucano (4 fermate), Castelgrande (2 fermate), poi prendiamo la Nerico usciamo allo svincolo di Pescopagano, prendendo la strada interpoderale, e qui vi lascio immaginare quando vi sarà la neve! Usciti da questa strada ci riconnettiamo alla SS7 ingresso Pescopagano, con le 4 fermate nel paese, proseguendo per la stessa strada fino allo Scalo. Non è finita, facciamo poi una fermata a Sant’Andrea di Conza, Rapone e Monteverde per arrivare infine alla FCA. Al ritorno -prosegue il lavoratore- partenza da FCA-ingresso B ore 06:20 ritorno del giro lungo, Ofantina, gli scali fino alla strada interpoderale per riprendere la Nerico arrivo a Muro alle ore 8:10. Abbiamo anche chiesto alternative, prospettando un tragitto diverso, ma nulla».

In effetti, basta digitare su google-maps e cercare la distanza Muro Lucano-Melfi, per rendersi conto che tra i vari percorsi possibili, il più corto -e suggerito- impiega 1ora e 12 minuti.

«Sarebbe già tanto avere due pullman diversi, uno da Muro e uno da Pescopagano -prosegue il nostro interlocutore- inoltre, non siamo certi che siano pullman di lunga percorrenza, e ci sembrano per lo più urbani, tant’è che hanno anche le maniglie al soffitto, ed è un unico pullman che va e torna».

A causa del lungo tempo impiegato «perché non è possibile fare 90 km in 2 ore, delle condizioni delle strade e della paura del contagio di questo virus, molti stanno viaggiando con le loro auto. Ciò che chiediamo è un incontro con i Vertici Regionali e con l’Assessore Merra, per discutere delle soluzioni di percorso che potremmo prospettare. Possibile che in Italia le cose si devono sempre complicare, invece che risolvere? Eppure noi l’abbonamento per il servizio di trasporto lo paghiamo, ed anche puntuali».

Tante sono state le segnalazioni da parte dei lavoratori, a seguito di un precedente articolo in cui Cronache trattava la questione della “tratta veloce” e delle condizioni dei pullman: “noi operai della FCA ormai siamo rassegnati a questo perché in 25 anni nessun politico che ci ha governato ha sposato la nostra causa e l’ha portata avanti per far sì che le cose migliorassero” ed ancora «la Regione acquista autobus nuovi e noi operai metalmeccanici non abbiamo una corsa rapida e si viaggia come sardine» o anche  «Muro non ha una corsa rapida ma soprattutto, da quando hanno chiuso il tratto di Castelgrande siamo costretti a fare un tragitto che mi piacerebbe sapere chi l’abbia autorizzato». Insomma, i commenti fioccano a valanghe, e non si tratta di una situazione creatasi di recente, le rimostranze vanno avanti ormai da anni.

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