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REGIONE BASILICATA: NO DIGITAL DIVIDE

Infrastrutture, banda larga e scuola digitale, l’intervento di Nicola Coluzzi

Infrastrutture a banda larga e scuola digitale

Assistiamo da tempo ad una informazione giornalistica che denuncia carenze della Regione Basilicata in materia di infrastrutture a banda larga nonché sulle scuole lucane prive di tutto il necessario per una didattica innovativa. Quotidianamente escono studi da parte di organizzazioni, esterne alla regione, che con numeri impietosi, disegnano il nostro territorio come quello abitato da individui che si collegano ancora mediante modem analogici e che ancora utilizzano penna e calamaio, peraltro a cui tocca una classe politica e amministrativa ingrata e fannullona. Concedeteci la possibilità di portare qualche numero reale proveniente dall’interno dei palazzi regionali

Molte sono ancora le criticità esistenti ma tante sono le azioni fatte dalla Regione Basilicata che, attraverso la sua struttura competente, l’Ufficio Amministrazione Digitale ex ufficio Società dell’Informazione, ha realizzato interventi e azioni che, negli ultimi anni, hanno rivoluzionato le infrastrutture e le tecnologie del territorio. Sul fronte delle infrastrutture a banda larga e ultra larga Il percorso è lungo e parte dal 2010 quando attraverso il Piano strategico regionale “No Digital Divide”, sono stati censiti circa 70 comuni lucani in digital divide di prima generazione, cioè dove la banda disponibile era al di sotto dei 2 Mbps. Pertanto, l’Amministrazione Regionale ha inteso programmare una serie di interventi volti ad assicurare la disponibilità di servizi a banda larga a tutta la popolazione, le imprese e le sedi della Pubblica Amministrazione sul territorio regionale.

L’obiettivo è quello di garantire un livello di servizio tale da poter consentire la fruizione di servizi ad alto livello di interattività già in corso di attivazione nei settori dei servizi socio-sanitari, della scuola e formazioni professionale, nonché quelli dedicati alle attività professionali, economiche e produttive. Sono così partiti, una serie di interventi volti a coprire il gap infrastrutturale esistente, grazie ad accordi di programma quadro sottoscritti con il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) che hanno interessato circa 20 aree in digital divide. Subito dopo, a seguito dell’individuazione, da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, di quelle che erano le aree bianche cioè a fallimento di mercato, è stato pubblicato nel 2012 un avviso rivolto agli operatori di telecomunicazioni fornitori di servizi di connettività a banda larga finanziato sia con fondi FEASR che con fondi FESR. I lavori previsti sono stati affidati alla ditta Fastweb, vincitrice del bando, che con fondi pubblici e cofinanziamento privato, ha impegnato circa 28 Milioni di euro, prevedendo la diffusione di servizi di connettività avanzata sul territorio di circa 50 Comuni. La rete garantisce collegamenti con una velocità fino a 20Mbps.

Alla fine del 2015 si è raggiunto quindi, l’eliminazione del digital divide di prima generazione, al netto delle case sparse e dei comuni considerati in aree grigie cioè dove almeno un operatore di telecomunicazione aveva dichiarato di intervenire direttamente e quindi non a fallimento di mercato. La sfida della Basilicata si è spostata quindi verso l’obiettivo della banda ultralarga, prefiggendosi di portare al territorio entro il prossimo 2022, grazie ad un importante finanziamento regionale, una infrastruttura telematica capace di offrire una banda di almeno 30 Mbps per tutti ed addirittura una banda di 100 Mbps per il 50% della popolazione. Il primo gruppo di 64 comuni è stato già completato (per 25 di essi la scadenza dei lavori è stata fine 2015 per i restanti 39 giugno 2017); il costo dell’intero intervento è di circa 23,0 M€ a valere sui fondi FESR a cui si aggiunge un cofinanziamento dell’operatore di telecomunicazione che si aggiudicato i lavori, Telecom, pari a circa 10,0 M€ . Con il secondo accordo sottoscritto con il Ministero dello Sviluppo Economico (luglio 2016) si è proceduto a definire i lavori per i restanti 65 comuni, oltre al completamento dei primi 64 e alla realizzazione delle opere anche per alcune località particolarmente remote della città di Potenza e Matera che risultavano in aree bianche.

È garantito un finanziamento complessivo di circa 33 M€ di cui circa 14 M€ a valere sul FESR 2014-2020, circa 3 M€ a valere sul FESAR 2014-2014, circa 11 M€ sul PON Impresa e competitività e circa 5 M€ sui fondi FSC. I lavori relativi al secondo accordo sono partiti all’inizio dell’anno 2018 e sono realizzati dalla ditta appaltatrice, Open Fiber. Per diversi comuni è già aperto il servizio da parte degli operatori di telecomunicazione e, in ogni caso, entro il 2021 sarà realizzato il 75% dei lavori previsti mentre il restante 25% sarà completato nel 2022. Sul fronte scuole Con gli interventi infrastrutturali citati in precedenza, tutte le scuole della Basilicata sono o saranno nel breve periodo raggiunte dalla fibra ottica. Alcune hanno provveduto direttamente ad attivare i collegamenti a banda ultralarga ma, grazie all’intervento del governo nazionale, tutte le restanti scuole saranno collegate alla fibra ottica.

Il bando pubblicato da Infratel Italia, su incarico del ministero dello sviluppo economico, in data 16 ottobre 2020, avrà proprio questo compito. Il bando scade il 23 novembre prossimo e la Basilicata è sicuramente avvantaggiata avendo già collegato fisicamente la maggior parte dei plessi attraverso i suoi interventi. Per quanto riguarda i device alle scuole, ancora una volta la Regione Basilicata non è stata inerte, in completa collaborazione e sintonia con l’USR di Basilicata, sono stati attivati due interventi che si sono succeduti, uno concluso nel 2016 e l’altro nel 2019, per una spesa complessiva di circa 15 milioni di euro, attraverso i quali sono state realizzate oltre 1000 classi 2.0 (un device per ogni allievo) e circa 20 scuole 2.0 (scuole con tutte classi 2.0). Sono stati consegnati alle scuole di Basilicata, direttamente o attraverso un finanziamento specifico dedicato: oltre 1000 schermi interattivi o LIM e circa 20.000 notebook/tablet oltre ad aver garantito la sicurezza delle reti LAN interne a quasi tutte le scuole. Va aggiunto poi una prima formazione degli “animatori digitali” sulla didattica digitale e diversi dispositivi e attrezzature per il coding. In un momento di grande emergenza e confusione come quello che stiamo vivendo, riteniamo utile riportare questa informazione che a nostro parere dà merito all’amministrazione regionale di essere intervenuta in maniera adeguata alle sfide che le tecnologie ci ponevano, e forse la principale mancanza che si può addebitare agli uffici regionali è di non aver comunicato adeguatamente le azioni fatte. Errore gravissimo in un momento in cui la comunicazione viene anche prima dell’azione, ma su questo riconosciamo di essere “d’altri tempi”.

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