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SETARO SCRIVE A COSTA, PER ARGINARE L’EOLICO SELVAGGIO

“Da padre, cittadino e Sindaco le dico: così concepito, l’eolico compromette le programmazioni dei territori, il turismo e l’agricoltura”

È una missiva lunga quanto accorata quella del Sindaco di Muro Lucano Giovanni Setaro, indirizzata al Ministro Sergio Costa:

«con grande preoccupazione le scrivo questa missiva e le chiedo di leggere con attenzione queste mie parole di padre, di cittadino lucano e di Sindaco. Il tema che porto alla Sua attenzione è l’eolico sul quale ormai non vedo altro che speculazione e devastazione del territorio e la Basilicata ne è l’esempio con oltre 1500 pale eoliche sparse su tutto il territorio, la regione con il più alto numero di tutta la nazione. Le chiedo –entra nel merito Setaro- a nome di un’intera comunità silente ma fatta di grandi lavoratori, quella Lucana, di prendere seriamente a cuore quello che ormai da troppi anni sta succedendo in Basilicata. Le chiedo di intervenire in maniera concreta, vista la sua grande sensibilità, nel rispetto delle comunità, dei luoghi e della stessa vocazione di questi».

Il primo cittadino snocciola i temi su cui l’eolico impatta: «così concepito, compromette le programmazioni dei territori, il turismo e l’agricoltura. Oltre al danno al paesaggio e all’inquinamento acustico, bisogna pensare al rischio idrogeologico, archeologico e ambientale.

Vedere i luoghi familiari della propria vita radicalmente mutati e sconvolti da un giorno all’altro crea una vera e propria devastazione nell’animo di noi lucani, derubati del nostro essere. L’impatto poi si ripercuote per ampio raggio sull’aspetto generale dei luoghi di insediamento, distruggendone il valore paesaggistico e panoramico e facendone decadere le vocazioni turistiche.

Per installare i parchi è necessario smembrare intere montagne: scavi, manufatti, scassi, nuovi elettrodotti, chilometri di nuove reti stradali di servizio, che ancora una volta deteriorano l’integrità del paesaggio. Per non parlare dei plinti in cemento armato profondissimi che diventerebbero veri e propri bunker che difficilmente verranno smaltiti. con questo non siamo contrari all’energia del vento, ma la nostra regione ne è ormai satura e già abbondantemente devastata.

La vita di una pala eolica dura circa 20 anni e poi? cosa rimarrà sul territorio? un patrimonio distrutto in maniera irreversibile.

Dovremmo poi parlare della qualità degli impianti, molto spesso già usati e di origine ambigua.

La Basilicata non è un territorio abbandonato come qualcuno vuol far pensare, bensì un luogo poco popolato ma ricco di vita, di grandi opportunità e questa emergenza sanitaria da COVID-19 ne ha sottolineato le grandi caratteristiche. Un territorio che può essere ancora in grado di custodire il proprio patrimonio naturalistico e tutto questo ci rende ancora più consapevoli e vocati alla protezione della nostra biodiversità e dell’identità dei nostri profili paesaggistici.

Il turismo lento, l’accudimento della microbellezza dei nostri preziosi spazi ancora intatti sono e potranno essere il reale mezzo di luminosità culturale, economica e di identità della nostra regione. Vorremmo brillare per autenticità ed essenza.

La situazione della Basilicata rispetto alle rinnovabili non può essere gestita alla stregua di tutte le altre regioni. Non possiamo più tollerare di far passare l’eolico come volano per un’economia che, nella realtà dei fatti, trasforma i nostri contadini in pseudo-ragionieri pronti ad installare pale su terreni dove prima si coltivava, ai quali rimarrà solo una triste eredità di un patrimonio devastato e da bonificare. L’intenso sfruttamento energetico in Basilicata, sta creando impatti significativi sul territorio, mentre le infrastrutture energetiche (pozzi petroliferi, elettrodotti, centri di trattamento e stoccaggio, cavidotti, centrali di smistamento) e quelle di supporto (strade, cementificazione) creano profitto per pochi ed impatti rilevanti per l’ambiente e le comunità locali.

Occorrono regole chiare e valide per tutti. Senza quelle, la Basilicata dal punto di vista energetico sarà sempre ostaggio delle lobby dell’industria energetica.

Nel decreto semplificazioni, sono stati destinati 2 milioni di euro per la segnaletica da installare lungo l’itinerario della Ciclo-Via Appenninica, il progetto per la valorizzazione dei borghi dell’Appennino e di turismo ecosostenibile, a cui Muro Lucano, la mia Città, ha aderito con entusiasmo sin dall’inizio.

Ho avuto l’onore di firmare la tavola “PlasticFreeche è arrivata nelle Sue mani, ma poi, ci troviamo a combattere da soli contro i “signori del vento” che renderanno vani tutti i nostri progetti che con grande forza vogliamo incorniciare nel nostro magnifico ambiente incontaminato. Questo è solo un banale esempio, ma il tema vero è il paradosso e la tristezza di non poter decidere il futuro del proprio territorio.

La Regione Basilicata sta lavorando in maniera assidua per recuperare il tempo perso e predisporre il piano paesaggistico, ma la verità è che proprio non abbiamo più tempo. E’ necessario un Suo intervento per attenzionare quanto sta accadendo e salvare il salvabile.

Muro Lucano e l’intera Basilicata hanno una sola volontà: fare tesoro dell’eredità che ci hanno lasciato i nostri padri e ancor prima i nostri nonni per poi consegnare un patrimonio immenso ai nostri figli.

L’unico strumento in nostro possesso per tutelare il territorio e far valere le nostre ragioni sono le osservazioni che puntualmente produciamo, ad oggi ottenendo anche buoni risultati, ma purtroppo inefficaci nel tempo contro chi non ha orecchie per ascoltare la chiara volontà di un popolo.

Da padre, da cittadino Lucano e da Sindaco di uno dei cento paesi più belli d’Italia le invio questa sincera richiesta di ascolto, chiedendole di intervenire ed eventualmente, poterla incontrare presso il Suo ministero o meglio ancora, potrà essere mio ospite a Muro Lucano e guardare con i Suoi occhi quanta bellezza rischia di essere devastata. Chiedo un suo intervento in autotutela, in attesa del piano paesaggistico della Regione Basilicata». 

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