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IL RIMPASTO È SERVITO: FERRARA IN GIUNTA

Dopo l’Ufficio legislativo, Bardi lo piazza pure come “sesto assessore”: ufficialmente farà il segretario, ma…

Se sintatticamente è possibile affermare con due negazioni, burocraticamente non si può certo sanare una irregolarità con un’altra irregolarità. Eppure è proprio ciò che ha fatto il governatore Bardi con lo staff dei napoletani che muovono le fila. La Giunta regionale ha finalmente il suo segretario o forse sarebbe meglio sostenere che il governatore Bardi ha finalmente il suo segretario in Giunta. Dopo mesi di non partecipazione alla sedute di Giunta della figura del segretario, con le delibere puntualmente firmate dall’«assessore più giovane d’età», nel caso Merra, ecco che adesso il segretario c’è: è Antonio Ferrara. Ancora una volta si assiste alla preoccupante commistione di ruoli tra controllato e controllore. Ferrara è stato nominato proprio da Bardi, con un incarico fiduciario, dirigente del settore legislativo e di consulenza giuridica del Gabinetto del Presidente. Il governatore, con l’accorpamento dell’Ufficio legislativo e della segreteria della Giunta, vorrebbe far credere che il suo uomo di fiducia Ferrara eseguirà i compiti spettanti da segretario dell’esecutivo con imparzialità e neutralità. Risulta chiaro che il controllo di legittimità non può svolgerlo un nominato intuitu personae. È lo stravolgimento del concetto di autonomia, indipendenza ed imparzialità di giudizio. Il controllo di legittimità e la verifica della correttezza giuridico formale sugli atti al vaglio della Giunta se operazioni svolte da un soggetto non legato al mandato dall’unico filo del vincolo fiduciario, sono azioni poste a garanzia di tutti i rappresentanti dell’esecutivo regionale: dal governatore, agli assessori. Il fatto che tra i pilastri fondanti del buon andamento della pubblica amministrazione ci sia proprio l’imparzialità, rappresenta la dimostrazione della sussistenza del divieto di favoritismi, come, invece, fa l’avvantaggiare la fiduciarietà alla Bardi maniera. A ben ripercorrere quanto nei mesi precedenti accaduto, in fondo il governatore ha formalizzato una delle costanti irregolarità che hanno caratterizzato le sedute di Giunta del centrodestra. Nelle riunioni dell’ultimo anno, oltre all’anomalo, in quanto sistematico, ricorso al “fuori sacco”, che di ordinario non ha nulla in quanto misura prevista per atti non iscritti ordine del giorno, ma che riguardano casi «di motivata necessità e urgenza», anche la ripetuta singolarità della presenza, non ammissibile, tanto di Ferrara quanto di Grauso, il capo di Gabinetto del presidente. Adesso almeno Ferrara, ha titolo, sulla carta, per presiedere alle sedute. Da segretario, contenti gli assessori che mai alzano il dito per contraddire Bardi, assicurerà il regolare svolgimento dei lavori della Giunta, fornirà assistenza tecnico-giuridica, garantirà l’istruttoria delle proposte iscritte all’ordine del giorno delle sedute e via discorrendo. Si comprende agevolmente il perchè una figura imparziale, data l’importanza e l’incidenza dei compiti, è, al contrario di Ferrara che è dirigente per volere di Bardi, garanzia per tutto l’esecutivo. Con cavilli appositamente suggeriti, il governatore Bardi tramite l’uomo di fiducia Ferrara, che poi a sua volta rientra tra i napoletani che muovono i fili, ora può comandare davvero su tutti gli assessori il cui solido silenzio fa intuire che a loro sta bene così perchè in fondo una poltrona come quella che hanno chissà quando gli ricapiterà mai. Un tempo, cioè l’epoca pre governatore Bardi, la segreteria di Giunta era un ufficio con un dirigente di ruolo che non era alle dirette dipendenze del presidente di turno. Il progetto di Bardi era chiaro da molto tempo: svuotare di poteri l’esecutivo, tenta anche di esautorare il Consiglio dal controllo, e costruire una gabbia tentacolare per una Giunta di presenza, poichè infinitesimamente subordinata. Tutto il ragionamento è avvalorato da un fatto: nella prima seduta di Giunta con Ferrara segretario, il governatore Bardi è stato assente. Dato che c’è il “suo” avvocato alle riunioni dell’esecutivo, il quale si atterrà strettamente ai compitini assegnati a lui del governatore, pena decadenza del legame fiduciario, il presidente ha anche un motivo in più per non stare in Basilicata.

Ferdinando Moliterni

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