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SUICIDIO DI CARLOTTA BENUSIGLIO: LA CRIMINOLOGA URSULA FRANCO RISPONDE AL BIOLOGO LUCIANO GAROFANO

Il fatto che, nelle vicinanze del cadavere della Benusiglio, non vi fossero segni a terra ci permette di escludere che in quell’area si sia consumato un omicidio preceduto da una colluttazione e/o da un trascinamento del corpo

UN CASO ALLA VOLTA FINO ALLA FINE

criminologa URSULA FRANCO

SUICIDIO DI CARLOTTA BENUSIGLIO: LA CRIMINOLOGA URSULA FRANCO RISPONDE AL BIOLOGO LUCIANO GAROFANO

Criminologa Ursula Franco:

“Il Venturi avrebbe dovuto uccidere ed impiccare la Benusiglio in più o meno 22 secondi, un’ipotesi insostenibile a meno che a Marco Venturi non si vogliano riconoscere dei superpoteri”
Criminologa URSULA FRANCO

Carlotta Benusiglio, 37 anni, è stata trovata impiccata ad un albero di Piazza Napoli a Milano intorno alle 6.00 del 31 maggio 2016. I familiari non credono che Carlotta si sia suicidata. Dopo una iniziale archiviazione come suicidio, il caso è stato riaperto e il fidanzato di Carlotta, Marco Venturi, 41 anni, è stato indagato per omicidio volontario aggravato e ieri si sono chiuse le indagini. Secondo il Tribunale del Riesame di Milano però fu suicidio. Nell’ordinanza, depositata il 15 ottobre 2020, si legge: “Il Tribunale del Riesame di Milano ritiene che non vi siano gravi indizi di colpevolezza a carico di Marco Venturi, avendo gli elementi fin qui acquisiti accertato- con rilevante probabilità- che la morte di Carlotta Benusiglio sia avvenuta per suicidio compiuto dalla stessa”

Carlotta Benusiglio

La criminologa Ursula Franco, già nel febbraio 2018, in tempi non sospetti, dichiarò che “le indagini del consulente della famiglia Benusiglio, Antonio Barili, che ha analizzato le telecamere di piazza Napoli, la piazza di Milano dove si è impiccata Carlotta il 31 maggio 2016, permettono di escludere che Marco Venturi abbia ucciso la Benusiglio”

Carlotta Benusiglio

Riportiamo uno stralcio di un intervista al biologo Luciano Garofano sul caso Benusiglio/Venturi, è andata in onda venerdì 16 ottobre 2020

biologo Luciano Garofano

– Giornalista: “Carlotta era affetta da questa sindrome, la sindrome di Eagle, questa sindrome di Eagle, lei mi diceva, potrebbe aver accelerato le cose”

– Luciano Garofano: “Sì, perché ha reso molto più semplice la possibilità che quella asfissia meccanica si concretizzasse e quindi da questo punto di vista ha anche accorciato i tempi e in effetti…”

– Giornalista: “Una sindrome che ha a che fare con i legamenti del collo”

– Luciano Garofano: “Sì, assolutamente sì, che hanno meno tenuta e quindi facilitano la compressione con le mani o con un altro oggetto. Il problema credo che qui sia la tempistica c’è assolutamente LA TEMPISTICA C’E’ proprio perché era facilitata ci sono… naturalmente c’è la sua presenza, ci sono tutti i precedenti che riguardano il comportamento, quindi io non credo che la pistola fumante sia le telecamere – intanto un grande plauso al team dell’avvocato Tizzoni perché io so quando si lavora dalla parte della… del… dei familiari quanto è difficile veramente fare accertare quello che dovrebbe fare spesso e non fa, per tanti motivi, la procura, però voglio dire la… le telecamere non sono la pistola fumante, ha chiuso un cerchio di elementi molto più probanti, che sono appunto sulla tempistica, sui precedenti e in realtà sulla sua presenza su quel luogo”

biologo Luciano Garofano
Dottoressa Franco, il dr Garofano ha detto che “la tempistica c’è”, che ne pensa?

Marco Venturi è stato inquadrato in entrata e in uscita sempre e solo in Via dei Vespri Siciliani, una prima volta alle 3:40:04 e la seconda volta, 2 minuti e 22 secondi dopo, alle 3.42.26. Come è noto ormai a tutti, per raggiungere l’albero del parco di piazza Napoli al quale è stata trovata impiccata Carlotta da casa sua si impiega almeno un minuto, quindi circa due minuti ad andare e tornare, restano 22 secondi. Mi pare di capire che, secondo il biologo Garofano, un ragazzo che pesa 68 chili può strangolare fino a stordirla o a ucciderla, e poi impiccare una ragazza che ne presa 60 in 22 secondi, e per di più senza neanche farle sfiorare il terreno con gli abiti, né trascinarla, mi chiedo a quale casistica faccia riferimento.
Lo invito a fare degli esperimenti in merito nello studio del programma televisivo di successo Quarto Grado.

Criminologa URSULA FRANCO

Nel frattempo voglio sottolineare che:

– L’omicidio per impiccamento è raro (statisticamente rappresenta meno dell’1% degli impiccamenti) ed è generalmente attuato in persone colte di sorpresa o in precedenza stordite.
– In caso di simulazione, sul cadavere si riscontreranno lesioni estranee al meccanismo dell’impiccamento e di poco precedenti alla morte.
– La simulazione di suicidio per impiccamento è generalmente messa in scena da almeno due soggetti.
– Né sul corpo di Marco Venturi né su quello della povera Carlotta Benusiglio sono state osservate lesioni ascrivibili ad una colluttazione.

Dottoressa, e la fantomatica sindrome di Eagle?

Non entro nel merito della sindrome, le riferisco che è la stessa consulente del PM a sostenere che “si tratta di un’entità clinico nosografia ancora non perfettamente definita per la notevole eterogeneità del corredo sintomatologico ed obiettivo con cui può presentarsi”

Ammesso e non concesso che Carlotta fosse affetta da questa sindrome e che sia morta in un tempo infinitesimale senza difendersi, è impossibile che Marco sia riuscito ad appenderla all’albero in 20 secondi.
Peraltro la sciarpa con cui la Benusiglio si è impiccata è risultata priva di lacerazioni e/o abrasioni e/o imbrattamenti, pertanto non si può ipotizzare che il corpo di Carlotta fosse stato sollevato a mo’ di carrucola da terra attraverso l’uso della sciarpa, peraltro si può escludere attraverso l’esame delle foto degli abiti della Benusiglio e delle foto delle sue mani, scattate mentre il cadavere si trovava ancora appeso, che la Benusiglio sia svenuta in seguito ad una compressione al collo o per un altro trauma che le abbia fatto perdere conoscenza e che sia venuta in contatto con la terra o con l’erba del parco.

In sede di autopsia gli abiti della Benusiglio risultarono invece imbrattati di erba e terriccio perché prima di adagiarlo a terra il medico legale non rivestì il cadavere con un sacco sterile.

Nei casi dubbi, i dati desumibili dal sopralluogo possono essere dirimenti: il giornalista Sandro De Riccardis il 7 giugno 2016 ha pubblicato sul sito di La Repubblica un’intervista ad un lettighiere accorso in aiuto di Carlotta intorno alle 6:00 del mattino del 31 maggio 2016.

Questa testimonianza è certamente di rilievo per quanto riguarda la descrizione dello stato dei luoghi non certamente per quanto riguarda le inferenze in tema di impiccamento di un soggetto incompetente in materia.

Alla domanda di De Riccardis: “Il terreno era fangoso? C’erano impronte o segni sull’erba?”, il testimone ha risposto: “No, abbiamo guardato il terreno. Era normale”

URSULA FRANCO

Il fatto che, nelle vicinanze del cadavere della Benusiglio, non vi fossero segni a terra ci permette di escludere che in quell’area si sia consumato un omicidio preceduto da una colluttazione e/o da un trascinamento del corpo.


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