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ADAMESTEANU, IL PADRE DELL’ARCHEOLOGIA LUCANA

Lettere lucane

Una dei personaggi più importanti della storia culturale lucana del ‘900 è rumeno. Si chiama Dinu Adamesteanu (1913-2004), ed è stato, a partire dal 1964, e per ben tredici anni, il primo Soprintendente della Basilicata archeologica. Questo carismatico archeologo ha condotto importanti campagne di scavo a Metaponto, a Policoro, a Vaglio, e ha gettato luce imperitura sugli insediamenti greci in terra lucana. Infatti il suo principale interesse è stato quello di indagare le relazioni tra i greci e le popolazioni indigene, e questo non soltanto grazie a un acume scientifico di rilievo mondiale, ma anche utilizzando tecniche di studio molto innovative come l’aerofotografia, di cui Adamesteanu è stato uno dei pionieri (ha diretto l’Aerofototeca nazionale dal 1959 al 1990). Adamesteanu ha fatto molto per la Basilicata: a lui si devono l’istituzione di importanti musei come quello della Siritide e il Museo nazionale del Melfese, e un’enorme quantità di studi, convegni e pubblicazioni, che hanno dato vita a une vera e propria scuola. Di Adamesteanu sono anche da ricordare due importanti mostre: quella del 1971, allestita a Napoli, sugli anellenici in Basilicata, e quella del 1986, a Milano, sugli scavi archeologici all’Incoronata di Metaponto. Non ho le competenze scientifiche per dire molto su questo straordinario protagonista dell’archeologia in Basilicata, ma so che i principali intellettuali lucani hanno costantemente dialogato con lui con sentimenti di ammirazione e gratitudine. Adamesteanu, dopo essere andato in pensione – insegnò etruscologia e topografia dell’Italia antica all’Università di Lecce – decise di vivere a Policoro, dove morì nel 2004. Sarebbe bello se il suo lavoro venisse divulgato meglio anche ai non addetti ai lavori come me, e se la sua storia fosse maggiormente rammentata da chi ha a cuore la storia culturale della Basilicata.
diconsoli@lecronache.info

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