BlogLettere Lucane

IL FALSO MITO DELLE EPOCHE D’ORO DELLA CULTURA

Lettere lucane

Quando sento alcuni amici scrittori e intellettuali lucani lamentarsi dell’attuale disinteresse per la storia e per letteratura – facendo intendere che ci siano state chissà quali epoche d’oro – a me viene sempre in mente la vicenda di Michele Parrella (1929-1996), poeta di Laurenzana tra i più emblematici di una linea poetica sentimental-populista – ho sempre pensato che Parrella fosse il nostro Pablo Neruda, “si parva licet componere magnis”. Un poeta che è stato amato da critici e scrittori – viveva a Roma – e che ha cantato la Lucania con un pathos d’ineguagliabile retorica, tra il rabbioso, il sensuale e il nostalgico. Eppure, di questo poeta, non c’è traccia nel pur piccolo dibattito culturale lucano e meridionale. Nel 2006 – ecco a cosa volevo arrivare – ero direttore della casa editrice Avagliano, e sollecitato più volte da Giovannino Russo decisi di pubblicare in un unico volume tutte le poesie di Parrella.

Il corposo volume uscì con una prefazione di Giuseppe Lupo e con una mia postfazione, e il primo a occuparsene sulla stampa, e forse anche l’unico, fu proprio Giovannino Russo, con un bellissimo elzeviro pubblicato nella terza pagina del “Corriere della sera”. La copertina del libro la realizzò Rocco Falciano su mia richiesta, e anche questo contribuì a rendere quel libro speciale, intorno al quale si erano raccolte più generazioni di artisti e intellettuali lucani. Ebbene, in Basilicata quel libro fu totalmente ignorato. Scrissi più volte lettere a esponenti delle istituzioni regionali e del comune di Laurenzana, ma non ottenni mai una risposta. Fu una delle mie più grandi delusioni editoriali. Ma non per demerito di Parrella, bensì per indifferenza – già all’epoca – nei confronti di tutto ciò non aveva appeal mediatico o interesse politico. “Mondo è stato e mondo sarà”, per dirla con il titolo del libro del mio amico Giuseppe Melillo.


diconsoli@lecronache.info

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