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MATERA CAPUT MUNDI

Tacco&Spillo

Dopo la sua proclamazione a città europea della cultura che l’ha fatta conoscere al mondo più delle inutili e costose brochure turistiche dell’APT, Matera rivive una nuova attenzione governativa per via del ballottaggio elettorale che vede sfidarsi il MS5, uscito malconcio dalla competizione delle regionali, contro l’imprinting leghista dato al centrodestra lucano, sempre più in crisi d’identità ed esposto al rimpasto di giunta ormai annunciato a gran voce dal senatore tolvese Pasquale Pepe. Eppure ben oltre le facce gufate e da funeral party del governatore Bardi e del suo fucsiato dirigente napoletano Calenda e l’endorsement civico di molti orfani del centrosinistra, è stato il salto della quaglia pettegola a farci capire che il vento di Matera soffia in direzione dei ministeriali grillini Di Maio-Bonafede-Patuanelli, bersagliati dalla verbosità pauperistica di Di Battista ed ora più che mai attentissimi al risultato di prestigio di Matera. Tanto per intenderci la quaglia che prima s’affrettava a banchettare in aglianico e cruschi di Senise con Matteo Salvini ora s’infila in abito confindustriale e con somma e pilatesca disinvoltura nei cortei pro Bennardi. Contro tanto svilimento della dignità ci arriva almeno la consolazione della voce eterna di Lucio Battisti “lo so divento antipatico, ma è sempre meglio che ipocrita”.

 

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