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BARDI A CONTE: «URGENTE RINNOVO CONCESSIONE ENI»

Cupparo riunisce società petrolifere, sindacati, amministratori e imprese per avviare nuovi «metodi di confronto» e annuncia le mosse del governatore

Dalla Val d’Agri alla Val Basento, le notizie delle attività estrattive in terra lucana di multinazionali come Eni e Total sono poco confortanti. Incidenti negli stabilimenti, ricadute pesanti sugli habitat naturali, aria irrespirabile. La politica locale, dopo le grandi assenze, prova a dare un senso alle estrazioni chiedendo alle multinazionali del petrolio di avviare un dialogo costruttivo. E così dopo i tira e molla e i lunghi silenzi delle multinazionali in Regione qualcosa si è mosso. L’assessore alle Attività Produttive Franco Cupparo ha, così, provato per 48 ore a mettere nella stessa stanza tutti i soggetti coinvolti. Dai sindacati alle Istituzioni, ai rappresentanti di imprese e soprattutto dei massimi dirigenti territoriali delle società petrolifere. Da Cupparo al termine del confronto sono state espresse parole di soddisfazione: «Gli incontri prima con Total e poi con Eni hanno segnato un autentico spartiacque sul piano del metodo rispetto al passato che, sono certo, nel merito darà a medio-lungo termine i risultati che le nostre comunità attendono da troppo tempo». È questo, in sintesi, il commento dell’assessore Cupparo, al termine di due incontri con la partecipazione di Roberto Pasolini (Total) e Walter Rizzi (Eni) insieme al presidente di Confindustria Francesco Somma, ai rappresentanti di Confapi Potenza e Matera ed ai segretari di Cgil (Summa), Cisl (Gambardella), Uil (Tortorelli). Cupparo ha intanto riferito che il presidente Bardi ha scritto al premier Conte e ai ministri Patuelli e Boccia, perché «il rinnovo delle concessioni petrolifere dell’Eni in Val d’Agri non è più rinviabile non solo per la nostra regione ma per il fabbisogno energetico dell’intero Paese e per le pesanti ricadute sull’economia, l’occupazione, l’imprenditoria della Basilicata ». Dal 27 ottobre 2019, infatti, sono scadute le concessioni Eni per l’estrazione del petrolio. Il rinnovo, da sottoscrivere con la Regione Basilicata, avrebbe dovuto comportare non solo maggiori risorse provenienti dalle royalties ma soprattutto più tutela per la salute e l’ambiente, con garanzie sulle compensazioni ambientali, già previste negli accordi del 1998 ma in gran parte disattese. Le trattative del governo regionale a trazione leghista, con a capo l’ex ufficiale della Guardia di finanza Vito Bardi,ha prodotto ad oggi un nulla di fatto. Tra porte sbattute in faccia e incontri sul nulla cosmico. Ma Cupparo ha tranquillizato sul fatto che «Per la Regione che avrà ulteriori interlocuzioni nei confronti del Governo – ha detto – la situazione è diventata insostenibile intanto perché siamo impossibilitati a procedere verso un nuovo accordo con l’Eni dopo quello sottoscritto nel 1998. Inoltre ci troviamo a fronteggiare la situazione di paralisi delle attività dell’indotto nel distretto energetico Val d’Agri con alcune decine di imprese che hanno sospeso attività e quindi i dipendenti. Come ha ribadito il presidente, la Basilicata non può permettersi di pagare ancora nell’interesse del Paese e per un inspiegabile ed ingiustificabile ritardo. A chi mi attribuisce la responsabilità del pesante calo del Pil 2020 prevista dalla Svimez vorrei ricordare che negli incontri avuti ho registrato che i programmi, i progetti per le attività dirette e dell’indotto petrolifero e di conseguenza per nuova occupazione risalgono agli anni passati e nel caso dell’Eni al 2012 e sono purtroppo rimasti sulla carta. A parte le responsabilità precedenti abbiamo affermato e condiviso il principio che affrontando le varie questioni aperte con lo spirito della più efficace collaborazione e con i toni giusti, convergendo sugli obiettivi da raggiungere, diventa possibile individuare gli strumenti, le azioni, le iniziative da mettere in campo. Tra gli strumenti è stata unanimemente riconosciuta l’esigenza di arrivare ad un aggiornamento del Contratto di Sito Val d’Agri che a distanza di anni presenta non pochi limiti. È questo un metodo che superando la concertazione formale, quella dei troppi tavoli della trasparenza risultati decisamente poco utili – ha continuato l’assessore – intendiamo riproporre nel rinnovato confronto con tutti i grandi player presenti in Basilicata, tra cui Fca, Hitachi, Barilla, Ferrero, chiamando non solo Total ed Eni ad investire in quelli che abbiamo chiamato ‘progetti no oil’ ma il mondo imprenditoriale nel suo complesso e a sostenere la programmazione di infrastrutture, attività produttive per superare i troppi gap che ci dividono dal centro-nord e creare occupazione qualificata e stabile rivolta principalmente ai nostri giovani laureati e professionalizzati». L’assessore infine ha sostenuto che «la Regione intende farsi trovare pronta per la fase di spesa delle nuove risorse che verranno dall’Europa. Stiamo assistendo da settimane ad una ‘lotteria’ di numeri su quanti saranno i milioni di euro che saranno destinati al nostro Paese e quanti alla Basilicata. E poiché più progetti assicureranno più soldi vogliamo prepararci nel migliore dei modi partendo dal principio che l’impiego delle royalties non può ripercorrere le strade assistenzialistiche e improduttive del passato».

 

 

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