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MY NAME IS PEPPINO U’CRIATUR

Tacco&Spillo

Anche se lo avesse voluto Peppino u’criatur, nome d’arte di un self made man, non avrebbe potuto fare il corazziere. Lo avrebbero impedito di certo ragioni d’altezza su cui la natura si è particolarmente accanita, gettandolo nella mischia delle battute irriverenti e contro cui ha saputo utilizzare l’esorcismo d’assenzio di Toulouse-Lautrec per avere almeno “la statura del nome”. La citazione ha avuto il suo buon effetto nella vita intrepida dell’uomo che da subito si è dato da fare con risultati alterni e su variegati campi d’azione imprenditoriale. L’inizio, ad esempio, sui mobili d’arredo a misura tracolla in bassa fortuna. Le verticalizzazioni della telefonia mobile, invece, lo riscattano dal complesso d’Edipo, in versione statura ed avvicinano finalmente l’onore del nomignolo. I tralicci fabbricati gli fanno capire la genialità dell’idea di Brâncuşi secondo cui “bisogna salire molto in alto, per vedere molto lontano”. Da lassù spicca il volo dell’angelo, anzi dell’angioletto e sceglie i suoi affetti politici ed istituzionali di cui, peraltro, con una spocchia tutta paesana, si dichiara pubblicamente dispensatore di risorse e di luoghi discreti per ozi e piaceri da hotel di lusso. Ecco, my name is Peppino u’criatur!

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